“12 anni schiavo” di Steve McQueen

L’odissea di un eroe misconosciuto

Un uomo libero ridotto in schiavitù per dodici anni. Il terzo film di Steve McQueen, candidato a nove Oscar, commuove e colpisce dritto al cuore dello spettatore. Ci voleva un regista inglese, il 43enne videoartista convertito al cinema Steve McQueen, per toccare il nervo scoperto dell’America e raccontare la schiavitù da una prospettiva nuova e lontana dagli stereotipi.

Un gruppo silenzioso di nigger ascolta le istruzioni del padrone che li ha appena acquistati. Si apre come un quadro con una voce fuori campo del profondo Sud dell’America il terzo film di Steve McQueen, superfavorito agli Oscar dopo la vittoria ai Golden Globe come miglior film (e potrebbe essere il primo film diretto da un regista di colore a vincere un Oscar).

Nel silenzioso gruppo di schiavi c’è Solomon Northup, nato uomo libero, suonatore di violino a Saratoga, stato di New York. Fino alla primavera del 1841, quando, come un novello Pinocchio attirato da due truffatori, viene rapito, tenuto prigioniero e venduto come schiavo a coltivatori di cotone della Louisiana. Un fatto tutt’altro che raro in America prima della Guerra Civile.

Rapimento, schiavitù, riscatto: un’odissea durata dodici anni, raccontata da Solomon Northup nel libro pubblicato nel 1853, quando riuscì a ritornare dalla sua famiglia. Le memorie di Northup ebbero una grandissima eco nell’America prima della Guerra Civile, cadute nell’oblio dopo la guerra e riscoperte quasi cento anni più tardi, nel 1968, da una studiosa di storia. Per il regista Steve McQueen, che da tempo voleva raccontare la schiavitù, un incontro folgorante con un testo “che già in sé era una perfetta sceneggiatura”.

Lo stile asciutto e rigoroso di McQueen, che pare avere una particolare predisposizione a raccontare storie di dolore fisico e prigionia – lo ha fatto con Hunger (2008) e con Shame (2011) – si avvale qui di un cast che comprende alcuni tra i migliori attori contemporanei, a partire da Chiwetel Ejiofor, il protagonista Solomon Northup, determinato a sopravvivere, ma soprattutto a voler tornare libero e deciso a non cedere alla degradazione umana che lo circonda.

Solomon viene venduto a uno spregiudicato commerciante di schiavi, Paul Giamatti, per essere poi ceduto a William Ford (Benedict Cumberbatch). Qui si inimica il capocarpentiere della piantagione, Paul Dano, e sarà per questo sottoposto a linciaggio in una delle scene più lunghe e crudeli del film, fedele ricostruzione del racconto di Northup.

Salvato dal padrone, Northup viene tuttavia ancora una volta ceduto al violento psicopatico Edwin Epps (Michael Fassbender – attore già protagonista degli altri film di McQueen), un uomo che “frustava i suoi schiavi per il mero piacere di sentirli urlare di dolore”.

Nella piantagione Solomon cercherà di limitare le sofferenze della giovane schiava preferita da Epps, Patsy – l’esordiente Lupita Nyong’o – senza tuttavia riuscire a impedire che la giovane donna venga frustata quasi a morte in una scena girata come un unico piano sequenza che negli Stati Uniti ha suscitato molte discussioni. Una scena particolarmente brutale, che McQueen gira come un unico piano sequenza, costringendo lo spettatore a percepire per un tempo lunghissimo la malvagità di un atto violento e ingiusto, parte di un sistema di controllo che puntava a disumanizzare gli schiavi per renderli quanto più simili a bestie da fatica.

I dodici anni di schiavitù di Northup, scanditi dai passaggi da un piantagione all’altra finiscono quando l’abolizionista canadese Samuel Bass – interpretato da Brad Pitt, che del film è anche produttore con la sua Plan B – aiuterà Solomon a ritrovare la sua famiglia. Sarebbe tuttavia un errore pensare a una happy end. Piuttosto siamo di fronte al riscatto di un uomo che non ha mai ceduto al lato più degradato dell’umanità, riuscendo a conservare, sempre, la propria dignità.

Sostenuto dalla bella colonna sonora del premio Oscar Hans Zimmer e dalla fotografia del collaboratore storico di McQueen, Sean Bobbit, 12 anni uno schiavo non è solo una storia commovente perché ispirata a fatti reali.

È un film molto bello, toccante e provocatorio, con immagini di grande potenza e un ritmo narrativo che McQueen ha dimostrato di saper modulare per mantenere sempre alta l’attenzione e la tensione dello spettatore.

Titolo originale: 12 Years a Slave
Nazione: U.S.A., Regno Unito
Anno: 2013
Genere: Drammatico
Durata: 133′
Regia: Steve McQueen
Sito ufficiale: www.foxsearchlight.com/12yearsaslave
Cast: Chiwetel Ejiofor, Dwight Henry, Brad Pitt, Paul Giamatti, Michael Fassbender, Paul Dano, Benedict Cumberbatch, Sarah Paulson, Garret Dillahunt, Quvenzhané Wallis, Alfre Woodard
Produzione: Regency Enterprises
Distribuzione: Bim Distribuzione
Data di uscita: 20 Febbraio 2014 (cinema)