Manca un mese all’inizio delle audizioni per essere ammessi nella maggior parte delle scuole di teatro, dalla Paolo Grassi di Milano all’Accademia Silvio D’Amico di Roma, dall’Accademia dei Filodrammatici di Milano sino alle scuole istituite dagli Stabili, quella del Piccolo di Milano, l’Accademia Carlo Goldoni dello Stabile del Veneto e la scuola Iolanda Gazzerro dell’ERT di Bologna.
“Sono stata nel 2018 componente di una delle due Commissioni istituite dalla Scuola del Piccolo Teatro di Milano per selezionare più di mille aspiranti all’ammissione – ci dice Paola Bigatto, attrice, regista e drammaturga e docente di recitazione nelle più importanti scuole italiane, fra cui anche l’Accademia Carlo Goldoni dello Stabile Veneto – È stata una full immersion, in cui ho avuto modo di assistere al frequente ripetersi di tutta una serie di errori commessi dagli aspiranti attori. Questa esperienza mi ha indotto a scrivere “Audizioni a scuola di teatro. Piccola guida per aspiranti attori” (Dino Audino Editore, €10,00 p. 72) in cui elenco suggerimenti e consigli pratici su come evitare i più̀ comuni errori, affrontando anche aspetti fondamentali per questo tipo di prova e accompagno il lettore in tutti i passi fondamentali, come la valutazione della propria motivazione e la scelta dei testi”.
Sempre più le scuole di teatro stanno diventando le strade maestre per fare l’attore perché consentono di entrare in contatto con registi e produttori che possono offrire, a corso concluso, l’agognato sbocco professionale. “Saranno sino a dicembre mesi impegnativi per questi giovani alle prese con lo studio personale quasi sempre alternato a lezioni private – prosegue Bigatto – Gli aspiranti dovrebbero mettere i componenti delle Commissioni nelle condizioni di conoscere chi sono veramente. Gli errori più gravi sono appunto quelli che impediscono alla Commissione di comprendere chi si trovano davanti. Faccio l’esempio della scelta dei testi: è rischioso presentarsi con testi di cabaret perché quasi sempre scritti su misura per chi deve interpretarli. Anche lavori violenti come “Lo stupro” di Franca Rame o ideologico come quelli di Sarah Kane spesso portano le giovani aspiranti attrici fuori strada, perché non si prestano ad approfondire in maniera adeguata l’interpretazione. “Anche l’idea stessa di attore che hanno le giovani generazioni è lontana da quella dell’attore di prosa”. Questa diversa percezione incide inevitabilmente sulla motivazione – prosegue Bigatto – Quando ho iniziato la scuola assieme ai miei compagni eravamo mossi dal desiderio di prepararci ad essere attraverso il lavoro sul corpo qualcuno di diverso da quelli che eravamo come persone, di trasformarci in palcoscenico. Ora invece da docenti formatori constatiamo nelle audizioni degli aspiranti una sempre più diffusa tendenza all’ autorappresentazione, a non dare un peso adeguato al fondamentale aspetto per chi recita del rapporto con l’altro da sé”. È una tendenza ha formato oggetto di attenzione e approfondimento con psicologi e psicoterapeuti da parte delle scuole. “Quel che è certo è che i giovani dovrebbe stare più consapevolmente nel mondo, affinando le loro capacità di osservazione – ci dice ancora Bigatto – Un aspirante attore deve assolutamente prestare attenzione a due aspetti, la relazione con l’altro e la respirazione”.
La non ammissione non deve essere vissuta come un fallimento. “Di solito come Commissione facciamo di tutto per mettere a proprio agio gli aspiranti attori – sottolinea Bigatto – Ma come possono sbagliare gli aspiranti alla ammissione anche le Commissioni possono incorrere in degli errori. Consiglio agli aspiranti di non demordere, certo debbono essere fortemente motivati e disposti a riesaminare seriamente quanto abbiano inciso sul giudizio della Commissione alcune scelte sul come presentarsi”. Sarebbe utile prevedere percorsi che possano aiutare a fare chiarezza anche con sé stessi i giovani intenzionati ad abbracciare questa strada. “All’Accademia Carlo Goldoni del Teatro Stabile del Veneto proprio per il numero consistente di aspiranti presentatisi negli ultimi anni è stato attivato un corso annuale di propedeutica teatrale, meno impegnativo della frequenza dell’Accademia che si è rivelato efficace a rimediare ad un approccio non corretto – continua Bigatto – Un significativo numero dei partecipanti al propedeutico attivato nell’annata 21-22 è stati ammesso nelle principali scuole professionali italiane”. L’Accademia Carlo Goldoni, grazie al Progetto Te.S.eO. Veneto – Teatro, Scuola e Occupazione attivato da Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto nel 2018 e rinnovato alla fine del 2022, è un passo avanti rispetto alle altre scuole di teatro italiane per quanto riguarda l’accesso alla professione: offre, infatti, un ciclo completo di formazione professionale, prevedendo l’introduzione di un quarto anno di corso volto all’approfondimento di linguaggi specialistici e, soprattutto, l’impiego della capacità produttiva dello Stabile del Veneto per l’avvio al lavoro dei diplomati nella Compagnia Giovani.