Venezia 68. Fuori Concorso
In una piccola stazione al confine fra Cecoslovacchia e Polonia, negli ultimi anni del regime filosovietico, l’anziano capostazione Alois si divide fra la noiosa routine quotidiana, la lettura ossessiva dell’orario dei treni e le visioni ricorrenti dei fantasmi della sua infanzia.
Alois Nebel è l’eroe eponimo di una serie di tre albi di graphic novel creati dal disegnatore Jaromir 99 e dallo scrittore ceco Jaroslav Rudis (in italiano è uscito il suo romanzo Il cielo sotto Berlino), che ne hanno poi elaborato insieme una sceneggiatura. Il giovane regista esordiente Tomas Lunak ne ha infine tratto questa interessante versione cinematografica con la tecnica del rotoscoping, ovvero ridisegnando al computer e “cartonizzando” i contorni di set reali ed attori in carne ed ossa.
Il tratto del disegno è piuttosto grezzo ed elementare, restituendo una forte stilizzazione dei volti di attori cechi abbastanza noti in patria, ma che in questo modo assumono una nuova, cartoonesca, vita in bianco e nero. E’ come se tutto fosse filtrato dalla “nebbia” dell’oblio e dei fantasmi che agitano il centro Europa (e non è un caso che il protagonista si chiami Nebel, ovvero “nebbia” in tedesco). La novel originaria ha avuto un discreto successo sul mercato ceco, dove ad una tradizione di altissimo livello nell’ambito dell’animazione socialista (ricordiamo anche solo Karel Zeman, Jiri Trnka e Bretislav Pojar) si è aggiunto di recente un rinnovato interesse per i fumetti di ispirazione statunitense e un ritorno alle suddette tecniche anche in campo cinematografico.
La trama condensa cinquant’anni di storia ceca in modo a volte non chiarissimo per un pubblico italiano: nel 1945, al momento della liberazione dai nazisti, il governo cecolovacco prese l’ardita decisione di sgomberare senza tanti complimenti le ormai inaffidabili popolazioni tedesche dai confini settentrionali. Sulla base di questa ferita non ancora rimarginata della storia patria (moltissimi furono i crimini e le vendette sommarie) la vicenda del ferroviere di confine assume il ruolo di catalizzatore e condensatore di molti conti aperti con la Storia: Alois Nebel è perseguitato dalle scene di violenza viste da bambino, e sarà involontario mediatore di una vendetta personale per uno dei moltissimi casi di giustizia fai da te del periodo. Il fatto poi che il tutto si svolga negli ultimi mesi del regime comunista (fine ’89) suggerisce riflessioni storiografiche non scontate, che fanno di questa lenta, ma inesorabile pellicola di vendetta un modo per ricapitolare la storia di un secolo della nazione.
Qua e là sono poi ravvisabili delle citazioni dal film “ferroviario” ceco per antonomasia (il premio Oscar Treni strettamente sorvegliati di Jiri Menzel), il che arricchisce ulteriormente l’opera e conferma la sua eccezionalità nella produzione filmica centroeuropea.
Titolo originale: Alois Nebel
Nazione: Repubblica Ceca, Germania, Slovacchia
Anno: 2010
Genere: Animazione
Durata: 80′
Regia: Tomás Lunák
Cast: Miroslav Krobot, Marie Ludvikova, Leos Noha, Karel Roden
Produzione: Negativ, Ceská Televize, Pallas FilmData di uscita: Venezia 2011