James Mangold, regista di 3:10 to Yumama soprattutto di Logan, ultimo intenso e indimenticabile film della saga Wolverine, dirige un dramma sportivo, ad alta velocità, con due attori, Matt Damon e Christian Bale, che sono totalmente immersi con entusiasmo nei loro personaggi.

E’ una storia vera sulla competizione feroce tra case automobilistiche. E’ un USA conto Italia. Ford contro Ferrari. Ford che vuole competere sui circuiti contro Ferrari. Testa a testa. O testosterone contro testosterone. Freni, grasso di motore, olio e gas.
E’ un biopic standard che, tuttavia, sa ben dosare emotività e velocità.

Matt Damon interpreta Caroll Shelby, un pilota automobilistico diventato costruttore e poi assunto dalla Ford alla fine degli anni 60, per fabbricare un’auto e mettere insieme una squadra per far mangiare la polvere alla Ferrari, quegli “arroganti artigiani italiani”. La competizione si era fatta più acerba quando Enzo Ferrari (Remo Girone) rifiuto’ di farsi acquisire dalla Ford, per 10 milioni di dollari, e non poter più essere libero di scegliere (arrivo’ poco dopo Gianni Agnelli con 18 milioni di dollari); e questo John Ford II non riuscì a mandarlo giù.

Christian Bale interpreta Ken Miles, un meccanico pilota di origine britannica dal carattere molto difficile: impulsivo, scontroso ma geniale, con un talento innato nel governare le piste da corsa. Viene ingaggiato dal suo amico Shelby come pilota di punta, anche se al consiglio della Ford, guidato dal discendente del fondatore (Tracy Letts), l’uomo non andasse a genio.
Tra la nobiltà sportiva e la follia delle corse – perché il regista in un’ora e quaranta di epopea della corsa non salta nulla, incidenti compresi (e le riprese di alcuni di essi é talmente accurata da far fare qualche salto sulla poltrona) – gli sceneggiatori Jez Butterworth, John-Henry Butterworth e Jason Keller hanno disegnato una solida struttura filmica che ben descrive le dinamiche competitive del settore, non solo economiche, ma anche umane.

Il ritmo del film cresce scena dopo scena fino a diventare incalzante e serrato nella corsa finale (che merita tutta la visione del film): la maratona francese di 24 ore a Le Mans nel 1966. Qui Mangold che ha tenuto la mano ferma, lasciando interagire gli attori, liberi di tirare fuori la personalità di quei due piloti, tira fuori tutta la grinta, accelera e trasforma l’ultima parte del suo film in puro intrattenimento. Mangold si gioca tutto proprio nell’ultima parte di Ford V Ferrari. E vince. Anche grazie a Matt Damon e soprattutto a Christian Bale, che seduto in un abitacolo, con il casco in testa, unto di grasso, riesce a trasmettere la gioia di avercela fatta e la malinconia di chi comprende i sistemi del denaro (gli verrà chiesto di decelerare in modo che le tre Ford taglino insieme il traguardo, spirito di squadra, seguito comunque da un’ingiustizia).