Noah Hawley, regista di serie tv (LegionFargo) scrive con Brian C Brown e Elliott DiGuiseppi, e dirige una storia ispirata all’astronauta Lucy Cola. Il suo caso era salito agli onori della cronaca americana nel 2007 quando aveva percorso km per arrivare ad Orlando ed aggredire la sua rivale in amore.

Lucy in the Sky elabora e cerca una spiegazione emotiva e/o psicologica a quell’aggressione; e va ad esaminare, indagare quello che potrebbe essere successo a Lucy. Natalie Portman interpreta la protagonista, un’astronauta minuta, abituata a non essere mai seconda a nessuno fin dai tempi della scuola.

Facciamo la sua conoscenza mentre è in missione nello spazio: fluttua nell’infinito sconosciuto, osservando la Terra.
Il regista parte da qui, dal senso di inadeguatezza del piccolo, degli spazi terrestri, una volta che Lucy torna a casa. Lost in Space, ma è dove Lucy vuole tornare, ha bisogno di tornare.

Il marito amorevole, la nipote di cui deve prendersi cura, una nonna anticonformista, un passato nel corpo dei Marine prima di essere arruolata nella Nasa, non li sente piu’ come “casa”, non si sente più a casa. Questo suo desiderio, di tornare di nuovo nello spazio, diventa presto un’ossessione, che all’inizio sa tenere a bada davanti ai suoi superiori e allo psicologo, che deve vedere regolarmente come vuole il protocollo. La sua inquietudine sfocia in una relazione con un collega (Jon Hamm), che diventa ben presto un’altra sua ossessione. Quando la sua nuova missione spaziale è a rischio, Lucy perde la lucidità.

Lucy in the Sky sa essere accattivante all’inizio. Un’astronauta donna che si muove in un ambiente di uomini, senza perdere quel suo tocco di femminilità nel suo atteggiamento maschile. Ma Hawley ha fin troppe idee, vuole raccontare, sperimentare, come si diceva, ma il buco nero in cui mettere un piede è vicino. E in quelle troppe idee alla fine inciampa. L’ambizione del regista diventa una rincorsa fatta di metafore (farfalle, api e bozzoli) che stonano con altri suoi giochi visivi.

Lucy e lo spazio, il senso di frustrazione dopo aver scoperto l’infinito… un argomento interessante. Ma tutto si riduce a una sorta di Attrazione Fatale, a un melodrammatico magma emotivo dove Lucy percorre km e km in macchina pronta a vendicarsi di un amante che l’ha tradita nel lavoro e nell’amore.

Lucy in the Sky è un film che si accontenta, senza sfruttare il suo asso nella manica: Natalie Portman.