Venezia72: “Looking for Grace” di Sue Brooks

And isn't it ironic?

Venezia 72. Concorso
La quindicenne Grace scappa di casa, con l’amica Sapphire, per andare a un concerto portandosi via l’intero contenuto della cassaforte dei genitori. Ma Sapphire l’abbandona lungo il percorso, un ragazzo conosciuto per strada le ruba lo zaino contenente tutti i suoi soldi, e i genitori la ritrovano, illesa, prima che sia riuscita a raggiungere la sua meta. Sembra dunque che tutto sia finito bene, ma la vita ha uno strano modo di sorprenderti alle spalle quando pensi che tutto stia andando per il verso giusto (per parafrasare Alanis Morissette).

È difficile scrivere di questo film senza rubare le parole della stessa regista; è difficile scriverne senza ricorrere a termini come “caso”, “vita”, o “amore” poiché, proprio come dichiara la Brooks, questo è prima di tutto un film sull’amore. Non l’amore romantico, piuttosto quell’amore familiare che rimane una certezza anche nei periodi più neri, di incomprensione, litigi e delusioni, e che sai che nonostante tutto sarà sempre lì a proteggerti.

Se inizia come un racconto di adolescenti ribelli on the road, il film cambia registro, repentinamente ma non bruscamente, mano a mano che veniamo introdotti agli altri protagonisti nei singoli capitoli a loro dedicati. Ci lasciamo quindi alle spalle l’angst-ridden teen Grace (Odessa Young) per sbirciare la piccola parentesi di vita familiare di un camionista in viaggio con il figlio. Passiamo a un umorismo quasi british nella presentazione di Bob (davvero meraviglioso Terry Norris), l’ottuagenario investigatore assunto per indagare sulla scomparsa di Grace, per poi venir catapultati in un surrealismo solondziano nel capitolo dedicato a Denise (Radha Mitchell), madre di Grace alle prese con un a combriccola di comari, invasive ma piene di buone intenzioni mentre tentano di di darle supporto, per concludere quasi in farsa nella parte dedicata a Dan (Richard Roxburgh), padre di Grace e marito in procinto di tradire Denise. Ma tutte queste sfaccettature perdono improvvisamente d’importanza nel momento in cui ci si trova di fronte a un dramma imprevisto.

C’è un momento in particolare, nello svolgimento di questo dramma, in cui mi sono trovata improvvisamente a pensare che non avrebbe avuto importanza che direzione avrebbe preso la storia, se verso l’happy ending o verso la tragedia. Non perché non tenessi ai personaggi coinvolti, tutt’altro, ma perché qualunque cosa fosse successa avrebbe naturalmente fatto parte di quell’assurdo e incomprensibile percorso che è la vita. E i personaggi sarebbero quindi andati avanti, nel bene e nel male, traendo conforto e appoggio gli uni dagli altri, come in fondo facciamo tutti noi quando ci troviamo di fronte a un ostacolo che il destino ci pone davanti.
Credo questo sia il punto focale: la vita è un gran casino, non possiamo prevedere nulla e anche i piani migliori possono venir buttati all’aria in pochi secondi. Con queste premesse, quello che conta davvero è la nostra reazione di fronte all’imprevisto, e contano i legami che formiamo con le persone che ci circondano.

Il risultato è un film delicato, sorprendentemente divertente, sensibile ma con una profonda forza, e che, per dirlo con le parole della regista, “it’s about how alone you can feel in life but at the same time you can feel connected, and that’s not a contradiction”.

LOOKING FOR GRACE
Regista: Sue Brooks
Attori: Odessa Young, Radha Mitchell, Richard Roxburgh, Terry Norris
Nazione: Australia
Anno: 2015
Durata: 100′
Produzione: Unicorn Films, Taylor Media, Gecko Films
Distribuzione Internazionale: Fortissimo Films