Quando è uscito il singolo “Heaven”, la scorsa estate, al grande pubblico poteva sembrare che Emeli Sandè fosse l’ennesima sconosciuta che scala le classifiche grazie a una canzone ben confezionata.
Quello che il pubblico ha imparato dopo è che Emeli Sandè, parallelamente gli studi in medicina, aveva già scritto canzoni per molti artisti, come Alesha Dixon, Chipmunk, Professor Green, Devlin, Preeya Kalidas, Cheryl Cole, e Tinie Tempah.
Our version of events rivela tutte le potenzialità della cantautrice scozzese.
I tre singoli, Heaven, Daddy e Next to me, sono davvero le canzoni di punta di questo disco, trascinanti in modi diversi, ma tutte e tre costruite per piacere.
Ma Emeli può giocare anche altre carte, come nella più matura River, nell’intensa My kind of love e nelle atmosfere magiche di Where I sleep. Non mancano i lenti, come Maybe e Suitcase, anche se risultano banali nel complesso del lavoro. Hope con Alicia Keys e la ripresa di Read all about it (già cantata con Professor Green) chiudono l’album con un tasso emotivo molto alto.
Our version of events si lascia ascoltare piacevolmente forse più per i richiami musicali, che spaziano dal soul all’elettronica passando per l’urban-underground dal sapore anni Novanta, che per l’effettivo valore dei brani.
Ma, si sa, nella musica essere a tempo è tutto e per un artista arrivare al momento giusto nel mercato musicale può davvero decidere le sorti di una carriera. La nostra impressione è che Emeli Sandè abbia colto l’attimo e che la sua proposta musicale abbia trovato lo spazio giusto per essere accolta favorevolmente da pubblico e critica.
Il fatto che abbia vinto il Critics’ Choice Award ai British Awards, dopo Jesse J (2011), Ellie Goulding (2010), Florence and the Machine (2009) e Adele (2008) è sicuramente di buon auspicio.
Tracklist
1. Heaven
2. My kind of love
3. Where I sleep
4. Mountains
5. Clown
6. Daddy
7. Maybe
8. Suitcase
9. Breaking the law
10. Next to me
11. River
12. Lifetime
13. Hope
14. Read all about it (pt. III)