Intervista alla musicista Miranda Cortes

Dieci domande a Miranda Cortes. Musicista francese trapiantata a Venezia, una tra le più sensibili ed originali interpreti femminili della fisarmonica. ‘Il coraggio’ (RadiciMusicRecords) è il suo nuovo album.

Cosa significa per te ‘Il coraggio’ che dà il titolo al tuo nuovo album.

Il coraggio è un valore di vita fondamentale di cui non si può  fare a meno.  Il coraggio è volere l’onestà, la coerenza, voler rispettare con amore il prossimo… è non aver paura di conoscere sé stessi fino in fondo, anche a costo di dover cambiare radicalmente il proprio pensiero, non aver paura di prendere posizione ogni giorno dalle piccole alle grandi cose che attraversano la nostra strada, perché vivere è ricerca, disponibilità a comprendere, riflessione, contrastare l’ingiustizia a sostegno dei fragili di questo mondo.

Tutti noi siamo coinvolti a riflettere sul senso profondo di questo valore, oggi più che mai. 

Così i miei papaveri rossi sulla copertina del Cd, questi piccoli fiori esili ma ben resistenti, possono diventare una proiezione di noi stessi, sul come siamo messi rispetto a questo aspetto della vita.

Aggiungo che era da un po di tempo che volevo realizzare un album tutto mio, dalla composizione alla direzione artistica, e per compiere questo mio profondo desiderio ho dovuto mettere in campo il mio coraggio.

Quali sono i tuoi riferimenti musicali? 

Sono stati tanti e molto differenti a seconda delle mie fasi ‘lunari’. 

Devo dire che la ricerca mi ha caratterizzato da sempre, già dall’infanzia…A casa sentivo molto Edith PIaf, Barbara, Dalida Jacques Brel, Leo Ferré e tanti altri… Poi ascoltavo molta musica classica, e contemporaneamente  black funky americano, pop inglese e così, con la paghetta mensile compravo 2 volte al mese un disco di musica classica e uno di ‘esplorazione sonora’ extra francese.

Poi da adolescente feci l’incontro dei movimenti post punk che avevano prodotto tendenze giovanili parecchio innovative. L’underground musicale brulicava di tanta musica autoprodotta e distribuita da piccole etichette indipendenti. Tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta la cultura underground offriva belle opportunità per nuove produzioni e c’era anche molta sperimentazione. 

C’era anche un piccolo negoziante di vinili e CD nella mia città, molto fornito di musica indipendente UK e tedesca, nord europea, in parte proveniente degli USA, e lì potevo scoprire di tutto. 

Poi ci fu la fase delle scoperte extraoccidentali, repertori di musica classica ottomana, musica classica araba, persiana, tradizioni eterogenee del Mediterraneo, e poi la musica contemporanea occidentale e asiatica, insomma un insieme di repertori hanno afferrato la mia mente in un vortice per decenni.

L’esser sempre stata alla ricerca di nuovi linguaggi mi ha permesso di immagazzinare dentro di me talmente tanta musica, che oggi sento un enorme mondo di suoni e visioni nella mia testa, probabilmente è per questa ragione che oramai sono particolarmente attratta dalla composizione.

Il Treno è il mio brano preferito. Mi racconti da dove arriva?

Mi fa piacere che lo sia! Ho voluto unire in matrimonio due antagonisti: la fisarmonica rinomata per la sua ’melodiosità’ e la chitarra elettrica,  a cui ho volutamente chiesto di essere molto distorta, graffiante, quasi una voce diabolica, che potesse diventare a tratti un vero e proprio grido…. anche questo un atto di coraggio?…. volevo rompere gli schemi convenzionali in cui gli strumenti sono spesso imprigionati. 

Alcune persone mi dicono di non capire questo brano, ed anche questo lo trovo interessante, la musica non deve essere sempre comprensibile, è importante che ci trasmetta anche perplessità, con un senso di incompiuto…così siamo un po’ costretti a chiederci perché…

E poi il treno è un mezzo che utilizzo quasi tutti i giorni, abitando a Venezia è inevitabile… nel treno mi abbandono alle mie mille visioni sonore !

Qual è il tuo brano preferito invece?

Se intendi del mio ultimo album, li amo tutti!

Altrimenti in generale, faccio fatica a risponderti. Amo un’ infinità di musica, la potrei cantare tutta ma titoli e autori sono dispersi nei meandri della mia mente… di sicuro tutti i brani di Jacques Brel sono nella mia top ten!

Nell’album mescoli generi differenti, quale ti assomiglia di più?

Questo lavoro è una sintesi di tutto quello che ho suonato, digerito e rielaborato nel tempo.

Tutti mi rappresentano e parlano di MIranda Cortes, dal quartetto d’archi ad una chitarra quasi punk, dalla sperimentazione di Cortango a uno pseudo folk occitano, dalla canzone d’autore di Jacques Brel al magico respiro di suoni densi come in ‘Sempre’, dall’elettronica che arrotola la mia fisarmonica in una metamorfosi ad una Valse ipnotica dedicata ai miei genitori. Io sono così, un continuo evolvere…

Come descriveresti la tua musica in quattro parole?

Densa, visionaria, ipnotica, una carezza.

Mi dici il titolo di un pezzo famoso che avresti voluto scrivere tu?

Beh tanti… vediamo, la versione orchestrale di Forbidden Colours di  R.Sakamoto, mi è rimasta molto impressa perché scrissi anni fà l’intera partitura ad orecchio, tirando giù le parti di ciascun strumento, per poterla far suonare ad un’orchestra di ragazzi

Il titolo di un film di cui ti sarebbe piaciuto comporre la colonna sonora?

A dire il vero sono molti anni che guardo pochissimi film, ma senz’altro, scrivere colonne sonore è un grande privilegio, ci si può calare dalla musica all’immagine, mettendo insieme il sogno e le  vibrazioni sonore, una grande soddisfazione. Diciamo che la musica ha un potere immenso nel visivo, realizza un buona fetta della forza comunicativa del film

Personalmente rItrovo questa sensazione nel mondo teatrale, quando lavoro nelle produzioni: è bellissimo accompagnare le scene, suggerire le atmosfere, improvvisare sulla voce recitante degli attori creando ponti di emozioni, è una cosa che amo molto fare e mi proietta un po’ nella dimensione della colonna sonora, dal vivo diciamo…!

Se potessi trascorrere un giorno con un musicista, chi sceglieresti?

Nessuno, mi parlerebbero costantemente di musica e mi annoierei moltissimo

Cosa farai domani?

Domani mi alzerò verso le otto e trenta circa, farò la mia colazione, scriverò degli appunti e poi chissà…