Fra i comunicati che annunciano nuove iniziative musicali nel Veneziano, la presentazione di un nuovo ciclo di concerti presso il monumentale organo Tamburini della Chiesa di Santa Rita da Cascia ha da sempre un sapore particolare, quasi il rinnovarsi di una specie di “miracolo laico” in un luogo sacro. Non esistono infatti, nel comprensorio comunale, organi in grado solo di “avvicinarsi” a un repertorio barocco o romantico di respiro europeo, men che meno novecentesco, con l’unica luminosa eccezione di questo strumento.
La storia è nota, ma val la pena di ricordarla: tutto parte dalla passione di Don Gianfranco Gomiero, che lanciò nel 1999 il progetto di “un grande organo per Mestre”, e riuscì a recuperare allo scopo uno strumento entrato a pieno titolo nella storia dell’organaria del ‘900, ormai dismesso e prossimo alla definitiva rottamazione; nientemeno che l’organo costruito dalla Ditta Tamburini per la Basilica di San Marco su progetto di Ferdinando Germani, smontato nel 1990. Alle difficoltà finanziarie e tecniche dell’operazione fece fronte un gruppo di volontari, che con diverse competenze riuscì a portare a termine l’impresa, addirittura ampliando gli iniziali 55 registri fino agli 83 attuali, con l’aggiunta di un migliaio di canne. Un’opera il cui valore attuale, come sottolinea lo stesso Don Gomiero, si aggira attorno al milione di euro, ma soprattutto “il cui valore culturale e artistico non ha eguali in Veneto”. La valorizzazione di questo gioiello musicale è affidata all’Associazione Grande Organo di Santa Rita di Mestre, che proprio in questi giorni ha rinnovato il proprio Consiglio direttivo con l’elezione di Don Marco Scaggiante quale nuovo presidente, confermando come direttore artistico il Maestro Andrea Albertin.
La stagione concertistica di primavera inizierà il 24 aprile e con cinque concerti, tutti a ingresso gratuito, terminerà il 6 giugno. L’impostazione artistica della rassegna intende privilegiare un approccio piuttosto “aperto”, come precisa lo stesso Albertin, con una selezione di autori e brani “noti e di agevole ascolto, cercando di avvicinare all’organo a canne anche un pubblico di neofiti”.