“Transformers: Il Risveglio” di Steven Caple Jr.

Dopo i primi cinque Transformers – i celeberrimi giocattoli della Hasbro – diretti da Michael Bay, ormai rimasto solo nel ruolo di produttore, arriva al cinema un prequel, ambientato negli anni 90.
A prendere le redini alla regia è Steven Caple Jr. (Creed II), la sceneggiatura è Joby Harold, Darnell Metayer, Josh Peters, Erich Hoeber e Jon Hoeber, su una storia di Joby Harold.

Ambientato a New York nel 1994, più di 10 anni prima degli eventi del primo Transformers di Bay, presenta un uovo protagonista: Noah (Ramos), un giovanotto appena uscito dall’esercito, in cerca disperatamente di un lavoro per contribuire non solo all’unico stipendio che porta la madre, ma soprattutto alle cure del fratello minore malato. Quando un colloqui va male, accetta “un lavoretto” da un amico criminale: rubare un’auto. Solo che questa meraviglia su 4 ruote è un Autobot, Mirage, che sta lavorando con Optimus Prime  alla ricerca della “Chiave” in grado di aprire un portale e tornare a casa loro.

Il problema è che altri alieni malvagi Terrorcons vogliono la Chiave per portare sulla terra Unicron, lo sterminatore di pianeti. Alleati degli Autobot sono i Maximals, animali robot fieri e feroci.
Noah di punto in bianco si trova a salvare la terra con l’aiuto di Elena brillante archeologa che lavora in un museo, grazie al suo intuito e ai suoi studi, il suo contribuito sarà indispensabile. L’ambientazione negli anni 90 è riuscita, permette di fare una serie di battute spiritose che allietano un po’ l’atmosfera di ferraglia e guerra.

Non è Michael Bay: se vi aspettate il suo fracasso iperbolico resterete delusi. Ma resterete delusi anche se cercate quell’espressività di emozioni nei volti degli Autobot. Se sono riusciti i personaggi umani, gli alieni dimostrano di essere stati pensati frettolosamente    solo come alieni robot, senza mettere in evidenza che dietro di loro ci sono fan di ogni età che si aspettando suspense e sentimento.