Angeli sterminatori: i film di Luis Buñuel

Da venerdì 10 a domenica 26 febbraio al Cinema Trevi di Roma

Angeli sterminatori: i film di Luis Buñuel

«Luis Buñuel, nato nell’anno 1900, è uno degli artisti e intellettuali più identificabili col secolo appena concluso: ripensare i suoi film significa attraversare l’intera cultura del Novecento, letteratura e arti figurative, modernismo e avanguardie, psicoanalisi e surrealismo, pensiero critico e contestazioni. (…) Film che sono sempre, anche quando non lo sembrano, delle grandi storie, da Un Chien andalou del 1929 a Quell’oscuro oggetto del desiderio del 1977, passando per capolavori dell’intelligenza e dello sguardo quali Nazarin, Viridiana, Bella di giorno, Il fascino discreto della borghesia e piccoli film culto bizzarri e inquietanti come Él o Estasi di un delitto. (…) Buñuel è dunque “lo sguardo del secolo”, ma l’immagine e la metafora dell’occhio, a partire da quello celebre, tagliato da un colpo di rasoio nella prima inquadratura del suo primo film, non bastano a definire un autore di cui bisogna anche osservare la mano: quella che tiene il rasoio e che fin dall’ inizio si fa segno di uno stile deciso e personalissimo e insieme di corporeità e materialità».
(Alberto Farassino, Tutto il cinema di Luis Buñuel, Baldini & Castoldi, Milano, 2000)

La retrospettiva – realizzata in collaborazione con la Cineteca del Comune di Bologna e con il Museo Nazionale del Cinema di Torino – non avrebbe potuto aver luogo senza il contributo fondamentale della Filmoteca Española di Madrid.

venerdì 10

ore 17.00

Él (Lui, 1952)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal racconto Pensamientos di Mercedes Pinto; sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza; interpreti: Arturo De Córdova, Delia Garcés, Aurora Walker, Carlos Martínez Baena; produzione: Nacional Films; durata: 100’

Francisco è un uomo che riassume in sé tutti i peggiori vizi da sempre messi alla berlina da Buñuel: religiosità di facciata, misoginia, impotenza sessuale, gelosia e possessività patologiche (l’uomo in questione progetta di ricucire il sesso della moglie Gloria). Tutte le cifre buñueliane si ritrovano, con una particolare insistenza per il feticismo dei piedi.

Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna

ore 19.00

Nazarin (1958)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Benito Pérez Galdós; sceneggiatura: Luis Buñuel, Julio Alejandro; interpreti: Francisco Rabal, Marga López, Rita Macedo, Jesús Fernández, Ofelia Guilmain, Noé Nurayama; produzione: Manuel Barbachano Pontes (Messico); durata: 94’

Tratto dal romanzo di Benito Pérez Galdós, il film racconta la storia di un’ossessione di santità, capace solo d’incontrare duri fallimenti: seguendo le disavventure di un prete donchisciottesco, Buñuel stigmatizza tutto il potere di alienazione che un certo messaggio cristiano ha dimostrato di possedere. Insolitamente sobrio il bianco e nero di Gabriel Figueroa, dove le ossessioni figurative rimandano a Goya e si fondono con i tipici sberleffi surrealisti del cineasta. Premio speciale della giuria a Cannes.

Copia proveniente dal Museo Nazionale del Cinema di Torino

ore 21.00

Viridiana (1961)

Regia Luis Buñuel; soggetto: Luis Buñuel; sceneggiatura: Luis Buñuel, Julio Alejandro; interpreti: Silvia Pinal, Fernando Rey, Francisco Rabal, Margarita Lozano, Victoria Zinny, Teresita Rabal, Lola Gaos, José Calvo, Joaquìn Rosa; produzione: UNINCI, Film 59; durata: 90’

La giovane Viridiana sta per prendere i voti. Ma il suo ricco zio s’innamora di lei, tenta di violentarla e infine si suicida. Pur rinunciando al convento la giovane decide di dedicarsi alla carità, ma i suoi buoni propositi falliscono miseramente. Tre anni dopo Nazarin, un’altra imitatio Christi finita male: gli istinti vincono sulla religione e rimane il dubbio, quasi bressoniano, sulla presenza enigmatica e vittoriosa del Male nel mondo. Palma d’oro a Cannes e primo film dell’attore Fernando Rey con Buñuel.

Copia proveniente dalla Cineteca Nazionale

sabato 11

ore 17.00

La fièvre monte à El Paso (L’isola che scotta, 1959)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo di Henri Castillou; sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza, Charles Dorat, Louis Sapin, Henri Castillou; interpreti: Gérard Philipe, Jean Servais, María Félix, Raúl Dantés, Domingo Soler, Víctor Junco; produzione: Groupe des Quatre, Filmex (Messico-Francia); durata: 97’

«È forse il film di Buñuel dalla trama più complicata, riflesso della politica degli intrighi che racconta e stigmatizza […]. Buñuel accetta pienamente lo statuto divistico di Maria Felix: la inquadra sempre con attenzione e rispetto, esaltandone la figura con giochi di specchi o con le luci e ombre del maestro Figueroa, e il personaggio non manca di una sua forza. Sprezzante, sicura di sé, padrona dei suoi uomini, Inés non si preoccupa che qualcuno possa vederla mentre bacia il colonnello suo amante. D’altra parte, come gli dice in una memorabile battuta, è così simile a suo marito che non le sembra neanche di tradirlo» (Alberto Farassino).

Proiezione in dvd

ore 19.00

Ensayo de un crimen (Estasi di un delitto, 1955)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Rodolfo Usigli; sceneggiatura: Luis Buñuel, Eduardo Ugarte Pagés; interpreti: Ernesto Alonso, Miroslava Stern, Rita Macedo, Ariadna Welter, José María Linares Rivas, Andrés Palma; produzione: Alianza Cin. (Messico); durata: 91’

«Il libro di Rodolfo Usigli, con la sua ricercatezza estetizzante assai poco consona al cinema di Buñuel, voleva essere più un ritratto critico della ricca borghesia che un’analisi psico-entomologica del personaggi. Certo Buñuel, come sempre, non si sottrae all’osservazione e alla critica sociale […]. Ma soprattutto gli interessa il protagonista, un altro dei suoi grandi eroi, così simile a quello di El nella sua criminalità inespressa, nella sua impotenza, nel suo essere votato alla frustrazione continua. I suoi sono ensayos di crimini, e cioè saggi, prove, anche nel senso teatrale del termine. Sostituzioni, simulazioni di delitti. Egli è un artista e un regista. Meticoloso come ogni dilettante evoluto. Un paranoico verso se stesso e dunque un poeta» (Alberto Farassino).

Copia proveniente dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano

ore 21.00

Los olvidados (I figli della violenza, 1950)

Regia: Luis Buñuel; soggetto e sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza; interpreti: Estel Inda, Miguel Inclán, Alfonso Mejia, Roberto Cobo, Alma Delia Fuentes, Francisco Jambrina; produzione: Ultramar Films (Messico); durata: 88’

Terzo film messicano di Buñuel, presentato e premiato a Cannes nel 1951, rilanciò la sua fama in Europa. Definito dallo stesso cineasta «film di lotta sociale», Los olvidados racconta la vita misera, le imprese criminali e la morte di alcuni ragazzi in un quartiere povero di Città del Messico. Crudele e malinconico «poema d’amore sulla mancanza d’amore» (Mino Argentieri), Los olvidados è «un’opera precisa come un meccanismo, allucinante come un sogno implacabile come la marcia silenziosa della lava» (Octavio Paz).

Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna

domenica 12

ore 17.00

La illusión viaja en tranvía (L’illusione viaggia in tranvai, 1953)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: da un racconto di Mauricio de la Serna; sceneggiatura: Luis Buñuel, José Revuueltas, Luis Alcoriza; interpreti: Lilia Prado, Carlos Navarro, Augustín Isunza, Miguel Manzano; produzione: Clasa Films Mundiales (Messico); durata: 90’; v.o. – sott. it.

Due giovani tranvieri di Città del Messico, ubriachi dopo una festa, rubano un vecchio tram e percorrono le vie cittadine provocando situazioni al limite del grottesco. «Quella che […] si apre come un’opera realistica diventa […] attraverso una costante negazione della normalità, lo specchio di quella realtà seconda (o surrealtà) che svela l’autentica natura delle cose e degli uomini» (Auro Bernardi).

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

ore 19.00

Abismos de pasión (Cime tempestose, 1953)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo Cime tempestose di Emily Brontë; sceneggiatura: Luis Buñuel, Julio Alejandro, Arduino Mauvri; interpreti: Jorge Mistral, Irasema Dilian, Lilia Prado, Ernesto Alonso; produzione: Abelardo Rodríguez, Oscar Dancigers (Messico); durata: 91’; v.o. – sott. it.

Tratto dal celebre romanzo di Emily Brontë, Abismos de pasión è forse il film più inclassificabile di Buñuel, dove cioè il regista è più fedele allo spirito che alla lettera del romanzo il cui senso profondo «sta nell’esaltazione dell’amour fou anche se egli ne sottolinea gli aspetti pessimistici e mortali» (Auro Bernardi).

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

ore 21.00

Le journal d’une femme de chambre (Diario di una cameriera, 1963)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Octave Mirbeau; sceneggiatura: Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière; interpreti: Jeanne Moreau, Georges Géret, Michel Piccoli, Françoise Lugagne, Jean Ozenne, Daniel Ivernel; produzione: Ciné Alliance, Filmsonor, Spéva Films (Parigi), Dear Film Produzione; durata: 97’

1929. Célestine è una cameriera parigina che viene assunta da un ricco borghese di provincia: lui è feticista, la moglie è frigida e avara. Un film livido, caustico e antiborghese e un attacco senza retoriche contro la provincia francese torbida e arida. Premio a Jeanne Moreau al Festival di Karlovy Vary.

Copia proveniente dalla Cineteca Nazionale

lunedì 13

chiuso

martedì 14

ore 17.00

Las aventuras de Robinson Crusoe (Le avventure di Robinson Crusoe, 1952)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Daniel Defoe; sceneggiatura: Luis Buñuel, Felipe Roll; interpreti: Dan O’Herlihy, James Fernández, Felipe Alba; produzione: Ultramar Films (Messico), United Artists (Usa); durata: 89’; v.o. – sott. it.

Suo primo film a colori, Buñuel realizza un film sul silenzio, sulla solitudine e sulla fraternità, dove il colore stesso assume connotazioni oniriche inaspettate. Dan O’Herlihy, nel ruolo del naufrago pieno di risorse, ottenne una nomination all’Oscar.

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

ore 19.00

Le charme discret de la bourgeoisie (Il fascino discreto della borghesia, 1972)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Luis Buñuel; sceneggiatura: Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière; interpreti: Fernando Rey, Paul Frankeur, Delphine Seyrig, Jean-Pierre Cassel, Stéphan Audran, Bulle Ogier; produzione: Greenwich Films, Jet Film, Dear (Francia-Spagna-Italia); durata: 103’

La negazione del rito conciliante del pranzo come arma per minare alle fondamenta la borghesia. I signori Thévenot e i signori Sénéchal non riescono a celebrare il rito per una serie di imprevisti, attraverso i quali Buñuel svela le mistificazioni del potere. Il vero volto della realtà è svelato dal regista in una chiave onirica, dietro la quale si cela il suo pessimismo. La borghesia, come scrive Mereghetti, può morire solo «per autodissoluzione. Da qui il furore nichilista del suo cinema».

Copia proveniente dalla Cineteca Nazionale

ore 21.00

El angel exterminador (L’angelo sterminatore, 1962)

Regia: Luis Buñuel; da Los naufragos di José Bergamín; sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza; interpreti: Silvia Pinal, Jacqueline Andere, Enrique Rambal, Augusto Benedico, Patricia de Morelos; produzione: UNINCI, Films 59 (Messico-Spagna); durata: 85’

«L’angelo sterminatore è un film surrealista, il più esplicito, il meno camuffato o concentrato in situazioni e oggetti isolati, dai “tempi d’oro” del movimento. Un film “senza significati”, come una didascalia iniziale inserita in alcune edizioni tiene a ribadire. […] Certo, pare inevitabile proporre almeno qualche interpretazione complessiva e quella politico-sociale è forse la più semplice e la più giustificata: il grande affresco-sberleffo sulla crisi e l’impotenza della borghesia, la ritrasformazione della civiltà in nuova barbarie» (Alberto Farassino).

Copia proveniente dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano

mercoledì 15

ore 17.00

Un chien andalou (1929)

Regia: Luis Buñuel; sceneggiatura: Luis Buñuel, Salvador Dalí; interpreti: Pierre Batcheff, Simone Mareuil, Jaime de Miravilles, Salvador Dalí, Luis Buñuel; produzione: Luis Buñuel; durata: 16’

Primo film di Luis Buñuel, da lui prodotto (con il denaro della madre), sceneggiato (con Salvador Dalí) e diretto. Vi appare all’inizio come l’uomo che affila il rasoio con cui recide trasversalmente l’occhio sinistro di una donna, una delle immagini più scioccanti nella storia del cinema. Proiettato dal giugno 1929 allo Studio des Ursulines di Parigi, durò per molte settimane. Un chien andalou è il corrispettivo filmico del Primo manifesto del Surrealismo (1924). L’attore protagonista, Pierre Batcheff, si suicidò pochi mesi dopo la fine delle riprese.

a seguire:

La chute de la maison Usher (La caduta della casa Usher, 1928)

Regia e sceneggiatura: Jean Epstein; assistente alla regia: Luis Buñuel; interpreti: Jean Debucourt, Marguerite Gance, Charles Lamy, Fournez-Goffard, Luc Dartagnan, Pierre Hot; produzione: Jean Epstein (Francia); durata: 63’

Luis Buñuel partecipa al film in qualità di assistente alla regia. Esperienza formativa per il futuro regista, tanto che si notano, nel film liberamente ispirato al racconto di Poe, degli elementi figurativi che saranno poi ricorrenti nelle opere messicane di Buñuel, come ad esempio alcune inquadrature di alberi secchi stagliati contro le nuvole, o la presenza dei ragni, tutti elementi che ritorneranno in pellicole come Abismos de pasión.

ore 19.00

L’âge d’or (1930)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Luis Buñuel, Salvador Dalí; sceneggiatura e montaggio: Luis Buñuel; interpreti: Lya Lys, Gaston Modot, Caridad de Labarquesque, Pierre Prévert, Pancho Cossio, Llorens Artigas; produzione: Le Vicomte di Noailles (Francia); durata: 62’

Secondo film surrealista di Buñuel, ideato con Salvador Dalí come Un chien andalou, è un pamphlet visionario contro i pilastri della borghesia capitalista (la Chiesa, lo Stato, l’esercito) e l’unico antidoto è la forza sovversiva del desiderio e dell’amore. Finanziato dal visconte Charles de Noailles che rischiò la scomunica, fu proiettato per sei giorni allo Studio 28 di Parigi, bersaglio di un’incursione di squadristi di destra che lo devastarono. Pochi giorno dopo il prefetto Chiappe lo vietò. Uscì in pubblico soltanto nel 1950 a New York e nel 1951 a Parigi.

ore 20.30

La voie lacteé (La via lattea, 1970)

Regia: Luis Buñuel; soggetto e sceneggiatura: Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière; interpreti: Paul Frankeur, Laurent Terzieff, Alain Cuny, Bernard Verley, François Maistre, Claude Cerval; produzione: Greenwich Films, La Fraia Film (Francia-Italia); durata: 92’.

Due vagabondi percorrono la strada che porta al santuario di Santiago de Compostela. Attraverso incontri e visioni Buñuel ripercorre a suo modo la storia della cristianità, riproponendo e reinventando «la libertà della narrazione orale del racconto picaresco» (Barthélemy Amengual). Lo sceneggiatore Jean-Claude Carrière interpreta Priscilliano, fautore del libero amore.

Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna

giovedì 16

ore 18.30

El angel exterminador (replica)

ore 20.30

Espagne 1937

Regia: Luis Buñuel; produzione: Ciné-Liberté; durata: 34’

Una riflessione di Buñuel sulla Spagna negli anni della Guerra civile a partire da materiali documentaristici da lui stesso raccolti.

Copia proveniente dalla Cineteca di Bologna

a seguire

Subida al cielo (1952)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Manuel Altolaguirre, Juan de la Cabada; sceneggiatura: Luis Buñuel; interpreti: Lilia Prado, Esteban Márquez, Carmen Gonzáles, Leonor Gómez, Luis Aceves Castañeda; produzione: Isla Films (Messico); durata: 85’; v.o. – sott. it.

«Quello compiuto dalla corriera di Buñuel è anche un viaggio che parte dallo pseudo-documentarismo e passa per il bozzettismo paesano per raggiungere il surrealismo più puro. Molto spesso ripreso in soggettiva, per intuibili motivi di economicità, è un viaggio che assomiglia spesso a una visione, con momenti misteriosi e inspiegati. Le sequenze realizzate con rozze maquette e un pullman-giocattolo che arranca su montagne di cartapesta evocano non soltanto povertà produttiva ma anche un tono da favola certamente voluto o non sgradito» (Alberto Farassino).

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

venerdì 17

ore 17.00

Viridiana (replica)

ore 19.00

El (replica)

ore 21.00

El Bruto (Il bruto,1952)

Regia: Luis Buñuel; soggetto e sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza; interpreti: Katy Jurado, Pedro Armendariz, Andrés Soler, Rosita Arenas, Roberto Meyer; produzione: Internacional Cinematográfica (Messico); durata: 83’; v.o. – sott. it.

Un macellaio fortissimo viene assoldato da un ricco costruttore per terrorizzare chi non paga l’affitto, ma s’innamora della figlia di una sua vittima. Curioso esempio di commistione tra melodramma e commedia, El Bruto secondo le parole di Buñuel «poteva essere un buon film, la sceneggiatura era molto interessante, ma me l’hanno fatta cambiare da cima a fondo. Ora è un film qualsiasi».

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

sabato 18

ore 17.00

La via lattea (replica)

ore 19.00

Le charme discret de la bourgeoisie (replica)

ore 21.00

La joven (Violenza per una giovane, 1960)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal racconto Travellin’ Man di Peter Matthieson; sceneggiatura: Luis Buñuel, H.B. Addis [Hugo Botler]; interpreti: Zachary Scott, Kay Meersman, Bernie Hamilton, Claudio Brook; produzione: George O. Werker, Olmeca Films (Messico-Usa); durata: 96’; v.o. – sott. it.

Uno dei film di Buñuel più spiazzanti per lo spettatore a causa della totale mancanza di manicheismo, del modo insolito di trattare il tema razzista e del superamento dei pregiudizi e dei tabù. Persino l’abuso di minore assomiglia molto a una seduzione consensuale: il ritratto di Ewie è quello di una lolita consapevole della propria attrazione erotica. Premio speciale della giuria a Cannes 1960.

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

domenica 19

ore 17.00

La fièvre monte à El Pao (replica)

a seguire

Un chien andalou (replica)

ore 19.00

La chute de la maison Usher (replica)

ore 20.30

El Bruto (replica)

lunedì 20

chiuso

martedì 21

ore 18.00

La joven (replica)

ore 20.00

Las Hurdes (Terra senza pane,1932)

Regia: Luis Buñuel; commento: Pierre Unik, Luis Buñuel; produzione: Ramón Acín; durata: 27’

Un documentario sulla poverissima zona montagnosa di Las Hurdes era già nei progetti del regista, quando, uscito dal gruppo parigino surrealista, tornò in Spagna e lesse una tesi di dottorato proprio su quel territorio. Grazie alle ventimila pesetas vinte alla lotteria dall’amico Ramon Acín, Buñuel con una troupe di quattro persone si recò a Las Hurdes e ci rimase per circa un mese, girando le immagini che in seguito, montate a Madrid dallo stesso regista in modo estremamente rudimentale (con lente d’ingrandimento e forbici su un tavolo da cucina), vennero a costituire la prima delle tante versioni del film.

Copia proveniente dalla Cineteca Nazionale

a seguire

Gran Casino (1947)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Michael Weber; sceneggiatura: Mauricio Magdaleno, Edmund Baeg; interpreti: Libertad Lamarque, Jorge Negrete, Mercedes Barba, Augustín Lanuza, José Baviera, Francisco Jambrina; produzione: Ultramar Films (Messico); durata: 92’; v.o. – sott. it.

Storia volutamente scombinata, antisentimentale e irrealistica, infine sconcertante per la presenza, nel tessuto narrativo, di un buon numero di canzoni che, eseguite per intero, sembrano trasferirci in un altro film. Gerardo evade dal carcere e si inserisce nella lotta per il petrolio da parte di una piccola compagnia in crisi e tenuta sotto pressione dal direttore del Casino, prestanome di una società tedesca.

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

mercoledì 22

ore 18.00

Simón del desierto (Simon del deserto, 1965)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Luis Buñuel; sceneggiatura: Luis Buñuel, Julio Alejandro; interpreti: Claudio Brook, Silvia Pinal, Hortensia Santovena, Jesús Fernández, Francisco Reiguera; produzione: Gustavo Alatriste (Messico); durata: 45’

Un monaco vive in cima a una colonna. Il diavolo, sotto spoglie femminili, cerca invano di tentarlo con le lusinghe della carne, poi si traveste da Buon Pastore e infine lo trasporta in un club newyorchese. Film breve, perché incompiuto, ma non minore, è un pamphlet sulla religione che ribolle di sberleffi blasfemi nel più puro stile surrealista, ma è insieme profondamente cattolico: nel suo ruolo di profeta disarmato Simon è un alter ego del prete di Nazarin. Ultimo film messicano del regista, vinse il Leone d’argento e il premio Fipresci a Venezia.

Copia proveniente dalla Fondazione Cineteca Italiana di Milano

ore 19.00

Belle de jour (Bella di giorno, 1966)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Joseph Kassel; sceneggiatura: Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière; interpreti: Catherine Deneuve, Michel Piccoli, Jean Sorel, Geneviève Page, Francisco Rabal, Pierre Clementi; produzione: Paris Film (Francia); durata: 100’.

Moglie insoddisfatta e repressa cerca una via d’uscita dalla sua condizione prostituendosi dalle 2 alle 5. Un film modellato sull’algida bellezza e sulla classe della Deneuve, accanto alla quale si impone il fascino maledetto di Clementi. Rifiutata a Cannes, l’opera trionfa a Venezia e sbanca i botteghini. Una curiosità: Buñuel non amava il soggetto del film: «L’ho accettato per riuscire a fare una cosa che mi piacesse da un’altra che non mi piaceva affatto».

Copia proveniente dalla Cineteca D.W. Griffith di Genova

ore 21.00

Tristana (1970)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Benito Pérez Galdós; sceneggiatura: Luis Buñuel, Julio Alejandro; interpreti: Catherine Deneuve, Fernando Rey, Franco Nero, Lola Gaos, Antonio Cases; produzione: Epoca Films, Talia Films, Selenia Cinematografica, Films Corona, durata: 105’; v.o. – sott. it.

Tratto, come Nazarin, da un romanzo di Benito Pérez Galdós, è la storia impietosa di una liberazione mancata e di un’opera di corruzione in cui la vittima, ben presto imparata la lezione, diventa carnefice.

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

giovedì 23

ore 17.00

El gran calavera (1949)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Adolfo Torrado; sceneggiatura: Luis Alcoriza, Raquel Rojas; interpreti: Fernando Soler, Rosario Granados, Rubén Rojo, Marujia Griffel, Andres Soler, Francisco Jambrina; produzione: Ultramar Films (Messico); durata: 90’; v.o. – sott. it.

«La commedia El gran calavera di Adolfo Torrado giocava su situazioni molto classiche, addirittura da teatro plautino: equivoci, scambi di persona, capovolgimenti di rapporti. E altrettanto classici ne erano i personaggi, dai parassiti che si installano in casa del ricco al giovane povero ma onesto. […]. La rappresentazione della miseria, nella seconda parte del film, è disinvoltamente comica, senza alcun complesso di “correttezza sociale”. Quasi una parodia del populismo e del neorealismo» (Alberto Farassino)

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

ore 19.00

Le fantôme de la liberté (Il fantasma della libertà, 1974)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Luis Buñuel; sceneggiatura: Luis Buñuel, con la collaborazione di Jean-Claude Carrière; interpreti: Bernard Verley, Milena Vukotić, Paul Frankeur, Michel Lonsdale, Anne-Marie Deschott, Hélène Perdrière; produzione: Greenwich Films (Francia); durata: 103’

L’immaginazione al potere. Buñuel sfida le regole della narrazione e le certezze dello spettatore, offrendo un campionario di variazioni sul tema della libertà, apparentemente dissociate fra di loro, in realtà accomunate da una critica alle strutture (e le sovrastrutture) sociali e mentali che inibiscono l’uomo borghese. Il caos narrativo del regista spagnolo ha una sua assurda logica. Fra gli interpreti Adolfo Celi e Monica Vitti.

Copia proveniente dalla Cineteca Nazionale

ore 21.00

Cet obscur objet du désir (Quell’oscuro oggetto del desiderio, 1977)
Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo La femme et le pantin di Pierre Louys; sceneggiatura: Luis Buñuel, con la collaborazione di Jean-Claude Carrière; interpreti: Fernando Rey, Julien Bertheau, Carole Bouquet, Angela Molina, Milena Vukotić, Jacques Debarry; produzione: Greenwich Films, Les Films Galaxie, Incine (Francia-Spagna); durata: 100’

Un ricco borghese si innamora perdutamente di una ragazza di 18 anni che accetta la sua corte senza concedersi. Ultima zampata di Buñuel, che cala il romanzo La donna e il burattino di Pierre Louys nell’atmosfera plumbea di una Parigi sconvolta da attentati terroristici. Mentre la realtà circostante smarrisce le sue fragili certezze, l’amour fou si nutre di inganni, trabocchetti, fughe e apparizioni, nel segno/sogno di un desiderio senza fine. L’oggetto del quale, Conchita, ha il volto di Carole Bouquet e poi, quasi beffardamente, il volto di Angela Molina: piccoli tasselli di un puzzle che non si ricompone mai, fino all’esplosione finale, con la quale Buñuel si congeda dal cinema senza averci consegnato le chiavi del suo regno.

Copia proveniente dal Ministère des affaires étrangères di Parigi

venerdì 24

ore 17.00

Le fantôme de la liberté (replica)

ore 19.00

Susana (Adolescenza torbida, 1950)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: da un racconto di Manuel Reachi; sceneggiatura: Jaime Salvador; interpreti: Fernando Soler, Rosita Quintana, Víctor Manuel Mendoza, María Gentil Arcos, Matilde Palau, Luis López Somosa; produzione: Internacional Cinemátografica (Messico); durata: 86’; v.o. – sott. it.

Evasa da un riformatorio in una notte di tempesta, la bionda e procace Susanna viene accolta in una fattoria isolata dove, fomentando il desiderio di tre uomini, porta al collasso la situazione. Quarto film messicano di Buñuel e girato in soli venti giorni, il film è un altro attacco contro la morale borghese attraverso la forza devastante dell’erotismo.

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

ore 20.30

Incontro con l’attrice Milena Vukotić, interprete di Il fascino discreto della borghesia, Il fantasma della libertà e Quell’oscuro oggetto del desiderio.

ore 21.00

Una mujer sin amor (1951)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Perre et Jean di Guy de Maupassant; sceneggiatura: Jaime Salvador; interpreti: Julio Villareal, Rosario Granados, Tito Junco, Xavier Loya, Joaquín Cordero, Jaime Calpe; produzione: Internacional Cinemátografica (Messico); durata: 86’; v.o. – sott. it.

Tratto da Perre et Jean di Guy de Maupassant, già filmato dal giovane André Cayatte nel 1943, è il dramma della gelosia di Carlito, che davanti all’improvvisa fortuna ereditata dal fratello minore Miguel, scopre che proprio Miguel è frutto di un adulterio della madre. Buñuel considerava Una mujer sin amor uno dei suoi film peggiori anche perché i produttori gli avevano chiesto di copiare il film di Cayatte. «Naturalmente mi rifiutai e volli girare a modo mio. Risultato mediocre» (Luis Buñuel).

Copia proveniente dalla Filmoteca Española di Madrid

sabato 25

ore 19.00

La hija del engaño (1950)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: da Don Quintìn el Amargao, di Carlos Arniches e José Estremera; sceneggiatura: Luis Alcoriza, Raquel Rojas Alcoriza; interpreti: Fernando Soler, Rubén Rojo, Alicia Caro, Nacho Contra, Fernando Soto, Lili Aldemar; produzione: Ultramar Films (Messico); durata: 80’; v.o. – sott. it.

«[…] Per La Hija del engaño la famiglia non ha più, nemmeno per ironia, nulla di sacro. Ne vediamo subito la fragilità e la dissoluzione. Né la famiglia contadina, con un padre ubriacone e una figlia stupidina, pare migliore e più sana, e comunque nemmeno quella durerà fino alla fine. […] L’inferno non è che la continuazione e l’allegoria della famiglia borghese alla cui analisi ancora una volta Buñuel dedica un film, come altri ne dedicherà subito dopo» (Alberto Farassino).

Copie provenienti dalla Filmoteca Española di Madrid

ore 21.00

La mort en ce jardin (La selva dei dannati, 1956)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di José-André Lacour; sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza, Raymond Queneau; interpreti: Simone Signoret, George Marchal, Charles Vanel, Michel Piccoli, Michèle Giradon; produzione: Tepeyac, Dismage (Messico-Francia); durata: 110’

All’origine del film è un banale romanzo d’avventure, al cui adattamento parteciparono Luis Alcoriza e Raymond Queneau. Un gruppo di persone male assortite fuggono nella giungla inseguiti dalla polizia: si massacreranno a vicenda. Buñuel non si esprime sui personaggi – tutti ambigui, né buoni né cattivi – e li osserva agire come cavie di laboratorio in una cornice di natura selvaggia e lussureggiante.

Copia proveniente dal Ministère des affaires étrangères di Parigi

domenica 26

ore 17.00

A proposito di Bunuel

Regia José Luiz Lopez-Linares e Javier Rioyo

Documentario, durata: 103′

Proiezione in dvd

ore 19.00

El río y la muerte (1954)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: Muro blanco sobre roca negra di Miguel Alcarez Acosta; sceneggiatura: Luis Buñuel, Luis Alcoriza; interpreti: Columba Dominguez, Miguel Torruco, Joaquín Cordero; produzione: Clasa Films Mundiales (Messico); durata: 90’; v.o. – sott. it.

«El rio y la muerte non è per nulla un’opera disonorevole per un uomo che, a quell’epoca, pensava e diceva che “solo i medici e gli architetti” sono degni d’interesse nella borghesia […]. Il film è costruito come una sorta di lungo flash-back, e mostra Felipe (l’eroe del film), curato in una clinica dopo aver tentato il suicidio, che legge il suo racconto all’infermiera […]. Presentato al Festival di Venezia il film non incontrò particolarmente il favore del pubblico» (Marcel Oms).

Copia provenienti dalla Filmoteca Española di Madrid

ore 21.00

Cela s’appelle l’aurore (Amanti senza domani, 1955)

Regia: Luis Buñuel; soggetto: dal romanzo omonimo di Emmanuel Roblès; sceneggiatura: Luis Buñuel, Jean Ferry; interpreti: Lucia Bosè, Georges Marchal, Gianni Esposito, Nelly Borgeaud, Julien Bertheau, Jean-Jacques Delbo; produzione: Les Films Marceau-Laetitia Film (Francia-Italia); durata: 108’

Dopo 14 film messicani Buñuel torna in Francia con un dramma antiborghese: in un paese della Corsica un medico idealista nasconde in casa un amico operaio che, dopo un ingiusto licenziamento, ha ucciso il padrone (e si darà la morte), lascia la moglie ricca e ricomincia una nuova vita con una giovane vedova.

Copia proveniente dall’Istituto Cinematografico dell’Aquila La Lanterna Magica

Cinema Trevi Vicolo del Puttarello, 25 Roma Tel.: 06 72294301 www.csc-cinematografia.it