E’ la storia di una ragazzina di terza media che lascia, con la famiglia, un paese in provincia di Viterbo e si trasferisce a Roma, dove passa stordita attraverso opposti mondi politici e differenti modelli di vita.
Con la sua sesta opera, il regista livornese Paolo Virzì continua sulla stessa strada battuta dalla sue precedenti commedie, nell’intento di offrire un quadro tanto ironico quanto veritiero dell’Italia contemporanea e dei suoi protagonisti più semplici e comuni.
I
n “Caterina va in città” non c’è nulla di nuovo che Virzì non ci abbia già detto nelle sue precedenti opere; cambia sì l’ambientazione(siamo a Roma e non nel paesino siculo di Tanino, né nella campagna toscana di “Baci Abbracci” e neppure nella Livorno di “Ovosodo”), ma i contenuti sono gli stessi. Vi è la contrapposizione tra intellettuali di sinistra, sconclusionati ed inconcludenti, e i burini ignoranti di destra, come in “Ferie d’Agosto”; vi è il viaggio di iniziazione di un’adolescente che deve affrontare delusioni e prove di maturazione nella sua crescita con in “Ovosodo” e “My name is Tanino”. I motivi sono dunque gli stessi delle sue precedenti opere a sottolineare forse , guardando nell’insieme la filmografia del regista, proprio situazioni e tratti di carattere nazionale nonostante le possibili differenze geografiche.
Caratteristica della regia di Virzì è la presenza della voce narrante; tale elemento è rintracciabile, seppur in tono minore rispetto alle precedenti opere, anche in questo film nei discorsi della piccola protagonista Caterina; è dal suo sguardo che ci viene mostrato il mondo e i diversi ambienti culturale e sociali -così lontani ideologicamente, ma così vicini in un incolmabile vuoto affettivo fatto di solitudine e di infelicità – nei quali la sprovveduta protagonista viene sballottata da una parte all’altra, dalle sue compagne di scuola- paroline da una parte, zecche dall’altra- senza mai riuscire a integrarsi; e non è un caso che solamente un personaggio estraneo al contesto italiano, il ragazzino australiano vicino di casa, riuscirà a condurla spontaneamente a un primo fondamentale quanto goffo gesto in cui si lascia andare.
Stereotipi e tipizzazioni (molto vicini purtroppo alla realtà…) sono un ennesimo marchio caratteristico delle vicende virziniane e vengono utilizzati, anche in questo caso, dal regista con abile ironia in modo leggero, garbato e capace di stampare il sorriso sulle labbra dello spettatore. Oltre alla citata contrapposizione della destra volgare e festaiola e della sinistra nevrotica e depressa, bisogna sottolineare, la figura del borghese medio frustrato e amareggiato per come vanno le cose in questo paese e per la politica dei privilegiati(straordinaria interpretazione del sempre più eclettico Castelletto) e la casalinga provincialotta, ignorante e svampita, che non distingue la battuta dalla realtà (una sbalestrata Margherita Buy). Complessivamente tutti i personaggi sono davvero ben disegnati e descritti accuratamente nei loro personali percorsi che li porteranno a prese di coscienza individuali.
“Caterina va in città” è l’ennesima opera di valore di un regista che si rivela forse l’unico degno erede della commedia all’italiana di Monicelli e Risi; c’è chi ha visto, ad esempio, nel signor Iacovoni,il padre di Caterina, un personaggio a metà fra il Satta Flores di C’eravamo tanto amati e il Sordi di Una vita difficile. E che dire poi di quei cortili e terrazze romane incorniciate tra file di panni e lenzuola stese al vento…
Con questa sua ultima opera, Virzì sembra mostrarci sempre lo stesso quadro: un’Italia fatta, nonostante differenze geografiche o ideologiche, di personaggi che vivono in una condizione in cui si sentono sconfitti, depressi e inadeguati; una condizione da cui però è possibile uscire seguendo quella via che il Virzì ottimista lascia sempre aperta: quella della libertà di ognuno di sperare, di crescere e di cambiare, sempre ed in ogni momento, seguendo i propri sogni proprio come fa Caterina…
Titolo originale: Caterina va in città
Nazione: Italia
Anno: 2002
Genere: Commedia
Durata: 90′
Regia: Paolo Virzì
Cast: Sergio Castellito, Alice Teghilin, Margherita Buy, Claudio Amendola, Antonio Carnevale, Paola Tiziana Cruciani.
Produzione: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chiminez
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 24 Ottobre 2003