Intervista a Roberto Fabbri

Poetiche sonorità

Roberto Fabbri racconta a NonSoloCinema del suo nuovo album No Words e le esperienze che hanno ispirato il suo lavoro di chitarrista.

NSC: Dopo Beyond arriva l’album No Words, come è andata la lavorazione? In quanto tempo hai preparato il nuovo album?

R.F.: No Words è nato “on the roads”, i brani li ho composti durante i concerti del tour di Beyond che oltre a portarmi in Italia mi ha condotto in giro per il mondo. E’ un album solare, fresco nato in soli sei mesi.

NSC: Il tema dell’album è l’amore, non solo verso gli altri come si accenna in Il tuo sorriso o in Lo Zahir, ma anche verso i paesaggi, i luoghi come emerge in Choroni’. I tuoi viaggi e le tue esperienze all’estero quanto influenzano la tua musica e il tuo comporre musica?

R.F.: Come accennavo prima sicuramente sono fondamentali. Ogni luogo, ogni situazione o persona incontrata lascia in me qualcosa che inevitabilmente si traduce in musica. Il fatto poi di poter ascoltare, direttamente nei luoghi in cui vado a suonare la musica del posto, mi fornisce innumerevoli spunti e idee compositive, ogni mio album è come una tavolozza piena di colori e quindi di differenti emozioni.

NSC: Lo so che è difficile, ma c’è un brano dell’album a cui sei piú legato?

R.F.: Il brano di apertura il suo sorriso, ispirato all’omonima poesia di Pablo Neruda e “Il cavaliere errante” ispirato alla folle ed idealista figura di Don Chisciotte in cui in parte mi riconosco!

NSC: In Italia c’è una grande tradizione di musica strumentale. Credi sia possibile far capire al giovane pubblico che oltre alla musica pop c’è dell’altro?

R.F.: I giovani sanno capire ed apprezzare la musica strumentale, dal jazz al classico, tutto sta nel proporgliela. E’ compito dei media, radiotelevisivi in primis, veicolare la musica strumentale in maniera di creare nei giovani non solamente il desiderio di ascoltarla ma anche quello di studiarla ed eseguirla. Negli anni ’70 in televisione si vedevano ed ascoltavano musicisti come Mario Gangi o Severino Gazzelloni, artisti dotati di grande personalità che hanno fatto avvicinare ai loro rispettivi strumenti, chitarra e pianoforte, migliaia di giovani.

NSC: Cosa ascolti a casa o nel tuo mp3 quando sei in viaggio?

R.F.: Di tutto dal pop al jazz alla musica classica, non credo nelle barriere tra i generi musicali, anzi sono assolutamente contrario a creare steccati! Nei miei studenti cerco di allargare il loro interesse verso generi anche apparentemente lontani fra loro, cerco di contestualizzare la loro esperienza musicale al mondo che li circonda. Questo naturalmente non vuol dire tralasciare lo studio tradizionale, ma solo ampliarlo.

NSC: Quest’anno sei stato anche direttore artistico del Rieti Guitar Festival. Come ci si trova ad essere anche dall’altra parte del palco?

R.F.:Dirigo da anni varie manifestazioni, come il Festival di Fiuggi oltre che al neonato evento di Rieti. E’ un esperienza molto impegnativa, sicuramente più del suonare! Ma è al tempo stesso entusiasmante e in fondo non è che il rovescio della medaglia della passione per questo strumento.
Rappresenta infatti sempre il desiderio di trasmettere l’amore per la musica e per la chitarra in particolare, organizzando eventi che la facciano conoscere, attraverso grandi interpreti, nei suoi molteplici aspetti.

NSC: Quali sono i tuoi programmi ora?

R.F.: Il Tour Continua con l’importante appuntamento del 7 Gennaio all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Il concerto è nell’ambito della rassegna “solo” dedicata a solisti di vari strumenti.
Per me è sicuramente un momento emozionante, suonare nella città in cui sono nato ho studiato e vivo nel luogo per antonomasia che rappresenta il mondo musicale romano è infatti motivo di grande soddisfazione. Il 5 febbraio suonerò al Blue Note di Milano e poi di nuovo in giro per il mondo ripartendo, sempre a fine febbraio, dal Guitar Art Festival di Belgrado dove nel 2007 ho aperto il concerto di Ennio Morricone.

NSC: Progetti a cui stai lavorando?

R.F.: Il Festival Andrés Segovia di Madrid mi ha commissionato per il 2012, in occasione delle celebrazioni del venticinquesimo anniversario della scomparsa del grande chitarrista spagnolo, un concerto per chitarra e orchestra da eseguire nella capitale spagnola, questo sarà probabilmente anche materiale per il mio prossimo cd.