“After the fever” di Akira Yamamoto

After the fever, ultima fatica del regista giapponese Akira Yamamoto, presentato in concorso al XXI Asian Film Festival, è un film drammatico con sfumature che spaziano dal thriller al romantico.

Al centro della vicenda vi sono i sentimenti e soprattutto i complessi rapporti umani: protagonista è Sanae, giovane donna che ha tentato l’omicidio del proprio ex fidanzato e per questo ha scontato alcuni anni di pena attraverso la detenzione.

Dopo un esordio cruento l’atmosfera si fa ovattata, spaesando in un primo momento lo spettatore ignaro del passato. Proprio questa dimensione temporale assume in tutta l’opera una fondamentale importanza, è la molla che dà la spinta a tutti gli accadimenti mostrati e cela in sé le ragioni dei comportamenti, anche dei dettagli apparentemente più insignificanti, spesso fortemente metaforici.

Ci si trova dinnanzi ad un film in cui tutto diviene via via più nitido, terminando purtroppo in un finale quasi scontato poiché anticipato troppo apertamente. Tuttavia la tensione permane per gran parte della durata e la pellicola presenta numerose caratteristiche degne di lode, a partire dalla colonna sonora: la musica infatti viene utilizzata senza farne un abuso e scelta con estrema raffinatezza e cura.

Anche visivamente il lungometraggio è ricco di virtuosismi registici applicati con grazia, che pur essendo ben evidenti ad un occhio attento non risultano mai barocchi o superflui, è un film che merita, o addirittura necessita, di essere visto sul grande schermo.

La recitazione è credibile, un po’ meno invece lo sono i dialoghi, a tratti eccessivamente prolissi ma collocabili quasi in una dimensione interiore simile al flusso di coscienza: dopotutto si gioca costantemente sulla sottile linea di confine tra pensiero e azione, desiderio e realtà.

Nonostante le tematiche siano state ampiamente affrontate in gran parte della cinematografia occidentale e soprattutto francese, il film declina questi aspetti in una realtà inedita – ossia quella della periferia giapponese, non lontano da Tokyo – novità senz’altro apprezzabile, unita all’ottima realizzazione complessiva.