“1969” a cura di Riccardo Bertoncelli

Storia di un favoloso anno rock da Abbey Road a Woodstock

1969: un anno fondamentale per la musica, l’anno dei tre giorni di Woodstock, l’anno che ha segnato la chiusura di un decennio e l’inizio di un altro, un anno storico, che ha segnato una svolta culturale. Nel 1969 tutto sembrava convergere verso un’ineluttabile e chiaro futuro e allo stesso tempo tutto era pronto a sfasciarsi e sbriciolarsi in un’incertezza totale.

Al 1969 è dedicato il bel volume edito da Giunti e curato da Riccardo Bertoncelli, che ripercorre il “mitico” anno attraverso saggi che toccano vari aspetti della musica, del cinema e del contesto storico e sociale.
Si parte da Abbey Road. Lo sguardo di Franco Zanetti sviscera l’ultimo anno dei Beatles, tra incomprensioni, rinnovamenti, concerti, amori, e finisce ad Abbey Road, appunto, strada, studio e icona del gruppo inglese, delineando un attento profilo dei complessi rapporti tra i quattro componenti del gruppo e della loro direzione musicale.
Dall’altra parte dell’oceano c’è Bob Dylan, di cui Michele Murino ripercorre le tracce confuse che il menestrello del Minnesota ha lasciato dietro di sé. Dylan, il grande assente di Woodstock, che parteciperà invece al concerto all’Isola di Wight. Dylan che in quel periodo registra Nashville Skyline, un album dal sapore country, ben aggrappato alle radici della musica americana, lasciando perplessa la generazione dei figli dei fiori.

Ma il 1969 è anche un anno decisivo per Crosby, Stills, Nash e Young (di cui si occupa Marco Grompi) che rappresentano una parte importante di quello che sarebbe stato il futuro della musica, e per i Rolling Stones, di cui Riccardo Bertoncelli percorre le tappe tragiche e emblematiche del difficile periodo che la band ha attraversato, tra lutti, problemi con la giustizia e difficoltà economiche. Anche i Pink Floyd, senza Syd Barret, annaspavano in acque pericolose, come racconta Alfredo Marziano, ed erano alla ricerca di una nuova identità. Perfino in icone come il film-simbolo Zabrinskie Point si rivelano tensioni, come quelle di Antonioni con i musicisti che avrebbero dovuto comporne la colonna sonora, come spiega Riccardo Bertoncelli, che si occupa anche di Charles Manson e della strage che lui e i suoi adepti hanno compiuto a casa di Roman Polanski. Altri protagonisti musicali sono Miles Davis che voleva spingere la sua musica sempre più avanti, come descritto da Eddy Cilia e Frank Zappa, di cui Alessandro Pizzin delinea un ritratto avvincente.
Un capitolo a parte merita Woodstock Music and Art Fair, il Festival di Woodstock, simbolo riconosciuto dell’anno 1969, ma sicuramente non l’unico e forse un po’ sopravvalutato. Alfredo Marziano espone con molta chiarezza e lucidità l’organizzazione del festival, i problemi con i musicisti e la folla che nessuno si aspettava.

Il libro curato da Riccardo Bertoncelli incanta per il materiale fotografico che supporta i saggi, e per la precisione nel tracciare nuove linee guida di quello che troppo spesso nell’immaginario collettivo è sentito come l’anno della pace e dell’amore, ma che in realtà è stato un anno di scontri, di rivoluzioni non sempre pacifiche, di contaminazioni e rapporti burrascosi che hanno segnato profondamente il destino della musica, e la coscienza della società lasciando che l’eco del 1969 arrivasse fino ad oggi.

Riccardo Bertoncelli (a cura di), 1969. Storia di un favoloso anno rock da Abbey Road a Woodstock , 2009, Giunti Editore, pp. 287, € 19,50.