“3 Backyards” di Eric Mendelsohn

Realismo magico

Milano Film Festival 2010 (Concorso)
In 3 backyards si intrecciano tre storie, o meglio tre abbozzi di storie, tre storie “in potenza”. Prima di andare a scuola, una bambina indossa il braccialetto della mamma e poi lo perde. Un uomo parte per un viaggio, mentre il rapporto con la moglie è in crisi (i due non riescono più a comunicare). Una donna è tutta contenta perché la celebrità del luogo, un’attrice che si è stabilita lì vicino, le ha chiesto di darle un passaggio al traghetto.

Dietro i giardini ben curati delle villette dei suburbs americani si nasconde qualcosa: Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola, Desperate housewives e i tanti film d’orrore ambientati tra quei viali alberati (da Carpenter a Nightmare) sono lì a dimostrarlo. Anche a Eric Mendelsohn interessa esplorare quello che c’è dietro quei giardini curati, quei viali ordinati, quelle vite altrettanto ordinate, ma non per rivelare orribili segreti (né per fare della satira alla John Waters & C.). I “fatti” raccontati da 3 backyards sono del tutto normali, banali, ma, allo stesso tempo, sembrano rivelare qualcosa che va al di là della loro apparenza e che non è esprimibile a parole.

Potremmo definire lo stile di 3 backyards come “realismo magico”. È un film che descrive e osserva minuziosamente le azioni e i gesti quotidiani e senza importanza, facendoci intuire che dietro di essi c’è qualcosa di ineffabile, e di cui gli stessi soggetti non sono consapevoli (il pianto finale della donna). La musica fatta di lunghi pedali e di suoni stridenti, le frequenti inquadrature in controluce, le “divagazioni” che ci mostrano la vita che si muove tra i fili d’erba creano un’atmosfera di sospensione che rende “misteriosi” quei gesti e quelle azioni.

3 backyards è un film insolito e interessante, che dimostra una grande padronanza del mezzo da parte di Mendelsohn. Lontano dalle usuali convenzioni narrative, 3 backyards non è però in alcun modo “punitivo” per lo spettatore. A dire il vero, si può esprimere qualche riserva sul finale (l’abbraccio tra marito e moglie, il ritrovamento del braccialetto). Se le storie che il film aveva abbozzato sembravano alludere alle difficoltà di entrare in relazione con gli altri e comprenderne i bisogni, un finale di questo tipo appare troppo facile, troppo ottimistico. Un modo un po’ ruffiano e consolante di mettere le cose a posto.

Titolo originale: 3 backyards
Nazione: Stati uniti
Anno: 2009
Genere: Drammatico, commedia
Durata: 88’
Regia: Eric Mendelsohn
Cast: Embeth Davidtz, Edie Falco, Elias Koteas, Rachel Resheff, Kathryn Erbe
Produzione: Caruso/Mendelsohn production in association with Fred Berner Film
Sito ufficiale: http://www.3backyards.com/3_Backyards/3_Backyards.html
Data di uscita: Milano Film Festival 2010 (concorso)