“Il vento che accarezza l’erba” di Ken Loach

Il vento che scuote l'orzo

“The wind that shakes the barley” racconta la guerra civile combattuta dagli irlandesi all’inizio degli anni ’20 contro l’occupazione inglese. La pellicola segue le vicende di due fratelli che si uniscono, inizialmente, alla guerriglia contro i “British Black and Tan” per poi misurarsi l’uno contro l’altro una volta che viene concordato il trattato. Vincitore della Palma d’Oro a Cannes 2006.

Fin dall’inizio della pellicola sembra che Loach voglia giocare sulle costanti storiche. L’intento di base è sviluppare un astuto parallelo fra l’imperialismo britannico del secolo scorso e la politica estera degli Stati Uniti di oggi. Lo schema che si incontra continuamente – secondo Loach – è quello per cui interessi diversi si uniscono di fronte ad un oppressore comune. “È sempre il momento giusto per raccontare una storia come quella dell’Irlanda degli anni Venti – ha detto il regista inglese – non solo perché è una vicenda tragica e terribile e fa parte della nostra storia, quella inglese, ma anche perché i danni dell’imperialismo si ripetono ancora oggi”. In Iraq, ovviamente.

“Come ho sempre detto – spiega – si è trattato di una guerra indifendibile perché illegale, basata su una bugia e realizzata contro il volere dell’Onu. Ma la storia, quella dell’Irlanda indipendentista e quella di oggi, dimostra che la gente resiste sempre alle occupazioni e le violenze sono conseguenze inevitabili, soprattutto quando sono in ballo idealismo e sete di giustizia. Ancora oggi non sappiamo quante centinaia di migliaia di civili, compresi donne e bambini, sono stati uccisi in Iraq. Non c’é stata una sola inchiesta giornalistica approfondita su questo”. Non sempre il regista riesce a mantenere un equilibrio tra l’autenticità del periodo e l’attualità ma bisogna riconoscere che la sfida iniziale era molto difficile da rispettare e sviluppare. L’essenziale per Loach era che il carattere collettivo dell’opera risaltasse rispetto al resto. In questo, centra l’obiettivo.

Arresti arbitrari, torture, esecuzioni: la pellicola non trascura nulla che giustifichi il ricorso alle armi e alla violenza. “Spesso – dice Loach – nei film di guerra è presente un’ipocrisia. Si sostiene che essi siano contro la guerra ma poi, gran parte dell’intrattenimento è dato dalle esplosioni e dalla presenza del sangue”. Riconoscere questo punto è importante. Il livello di verosimiglianza sale. Molti sono gli elementi stilistici che contribuiscono a rendere credibile il film. Su tutti l’uso della luce. Quest’ultima aumenta la fedeltà del film rispetto al clima irlandese e all’epoca rappresentata nella quale non esisteva la luce elettrica. Quasi sempre regna un’illuminazione tenue con tante nubi, umidità nell’aria e normalmente un clima piovoso e umido. Ugualmente importante il lavoro svolto dallo scenografo che ha trascorso molto tempo alla ricerca di materiale del passato anche in un’ottima fototeca a Dublino da cui ha attinto immagini del conflitto ma anche quelle della città e dei villaggi dell’epoca.

Pur rimanendo nell’ambito del cinema classico, Loach riesce a raggiungere un livello altamente realistico. Con morbidezza ed eleganza ci raffigura la vita dei latifondisti inglesi. Merito soprattutto dello sceneggiatore, Paul Laverty, che è riuscito a “costruire”, o meglio inventare, i personaggi radicandoli molto bene sulla realtà dell’epoca e permeandoli di essa. Molto bella la scena in cui gli “irlandesi uniti” dibattono una volta che il trattato è stato concordato. Ognuno stabilisce ed articola la propria posizione con rabbia ma nello stesso tempo con l’inesperienza e l’ingenuità di chi è lontano dalle logiche del potere.

Titolo originale: The wind that shakes the barley
Nazione: Gran Bretagna
Anno: 2006
Genere: Drammatico
Durata: 124′
Regia: Ken Loach
Cast: Cillian Murphy, Padraic Delaney, Liam Cunningham, Gerard Kearney, William Ruane, Fergus Burke
Produzione: Pathé
Distribuzione: BIM
Data di uscita: Cannes 2006 (cinema)