Dal 16 novembre 2017 arriva al cinema La chiave spezzata. Ovvero “il segreto della vita eterna sulla terra“. Ovvero “conosci te stesso e divieni dio”.
Distribuito in oltre 200 sale italiane contemporaneamente: un dato che da solo fa di questo film già un record. Numeri simili infatti raramente si raggiungono con lavori nazionali, specie con produzione indipendente.

Girato interamente a Torino e in Piemonte, questo thriller archeologico – futurista si sviluppa con l’immediatezza di un videogico intorno a una trama ambiziosa: la “Grande Z” della Zimurgh Corporation controlla il mondo, mentre l’ecologista “Legge Schuster” proibisce l’uso della carta. Ma il giovane Arthur, archeologo inglese, inseguendo le tracce di un antico papiro, si ritrova in una città magica e misteriosa: è Torino dove, tra enigmi e delitti, si custodisce nel Museo Egizio il reperto che racchiude il segreto della salvezza del mondo.

Ancora più ambizioso è il cast: Rutger Hauer, Christopher Lambert, Geraldine Chaplin, William Baldwin, Michael Madsen, Kabir Bedi, Maria De Medeiros e Franco Nero. Nomi che rappresentano un altro record. Ma ancor più straordinario è che tali giganti del cinema abbiano lavorato quasi come comparse, gregari al servizio dei veri protagonisti, giovani e emergenti.

Andrea Cocco, emerso in una delle passate edizioni di Grande Fratello, è qui nel ruolo di Arthur, in coppia con Diana Dell’Erba, attrice torinese, nel ruolo di Sarah. Anche gli altri protagonisti sono giovani, per lo più torinesi, come anche i componenti della troupe e il regista, il quarantenne Louis Nero, pseudonimo di Luigi Bianconi.

Un film spregiudicato e ingenuo, kitch e raffinato, aggressivo e romantico; Il Codice da Vinci e Indiana Jones, Blade Runner prima e seconda maniera e Il nome della Rosa: sono solo alcune delle molte possibili e presumibili fonti alle quali si ispira.
Poco importa che alcune scene siano inverosimili, come che l’eroe muore varie volte ma poi si risveglia grazie al bacio della principessa azzurra: non stiamo a sottilizzare, siamo nel 2033, tutto può succedere. Persino di vedere la Mole Antonelliana, simbolo di Torino, brandizzata con l’Occhio di Horus.

E siccome l’occhio nella religione egizia rappresenta la prosperità, auguriamo a questo bizzarro e visionario film un grande successo al botteghino, affinché possa partire dalla “bugianen” Torino, culla del cinema in Italia, un nuovo risorgimento cinematografico, che riscatti le quotazioni italiche, rovinosamente crollate insieme alla nostra nazionale di calcio.