Biennale Danza 2012: “Awakenings”

I risvegli della danza contemporanea

Bianco vestito ed elegantissimo come sempre, Ismael Ivo, il riconfermato direttore, può tornare ad aggirarsi fra il pubblico soddisfatto del programma che è riuscito a realizzare, della congerie di coreografi e interpreti di chiara fama che onorano l’edizione 2012 della Biennale Danza a Venezia. A cominciare dalla super star Sylvie Guillem che porta a Venezia 6000 miles away in coincidenza con l’assegnazione del Leone d’oro alla carriera, riconoscimento del tutto meritato ed indiscusso per la scintillante carriera della eclettica étoile.

Ma non è questo l’unico spettacolo di richiamo in quanto è tutto un florilegio di proposte, di novità ed iniziative. Fra queste giunge alla al suo IV anno di attività il progetto Arsenale della Danza, fortemente voluto da Ivo, che permette ai giovani danzatori provenienti da vari Paesi, di incontrare la lezione dei grandi maestri, progetto che è un vero crogiuolo di futuri ballerini di talento.Venticinque di questi si sono presentati al pubblico con lo spettacolo Biblioteca del corpo di Ismael Ivo, trasfigurazione della Biblioteca di Borges ove i corpi sono visti come libri viventi in quanto contenitori di informazioni uniche ed irripetibili.” Un sensore e un documento delle nostre vite e delle nostre esistenze” secondo la definizione del Direttore.
Il titolo dell’edizione è Awakenings – Risvegli – ma avrebbe potuto chiamarsi “Stupore” per la straordinaria audacia di coreografie fuori da schemi, che lasciano un po’ interdetti gli spettatori da queste novità. D’altra parte siamo in una Biennale la cui funzione è proprio quella di portare alla ribalta quanto di più innovativo è stato prodotto.

Ne sono begli esempi i due spettacoli Too mortal e A quem possa interessar. Il primo visto nella Chiesa di St George a Venezia della compagnia Shobana Jeysingh Dance cui si deve l’ideazione di progetto regia coreografia ripete in maniera secca ed essenziale gli elementi formali che caratterizzano il suo modo di danzare cioè la ritmica percussione dei piedi, la fusione di velocità e grazia cercando di far rivivere in chiave moderna un’armonia arcaica di grande suggestione. La location della chiesa anglicana non è senza significato perchè rimanda al senso del titolo Too mortal in quanto l’atmosfera di una chiesa deve o dovrebbe fare pensare alla fragilità dell’esistenza umana, al suo destino inevitabile di essere mortale. A dire il vero la coreografia, ristretta nello spazio angusto fra i banchi, non consente alle sei bravissime danzatrici alcun movimento di velocità pura, in quanto i gesti sono ieratici, meditativi e più che veloci si esprimono a scatti. L’atmosfera dell’ambiante si adegua a questo messaggio un po’ funereo con quella nebbia sospesa e avvolgente. La luce livida rotta solo dal rosso dei costumi.

Il secondo spettacolo A quem possa interessar del Balé Teatro Castro Alves ha come creatore della coreografia Henrique Rodovalha regista Jorge Vermelho assistente all coreografia Anna Paula Drehmer Ticiana Garrido. Presentato al Teatro alle Tese all’Arsenale, va ancora oltre per quanto riguarda l’originalità. I movimenti identificabili come danza secondo i canoni tradizionali sono ridotti al minimo in quanto a rendere il ritmo coreografico è la gestualità di tutto il corpo , il modo in cui asseconda i gesti quotidiani elevati alla dignità del palcoscenico come il cucinare, il lavare, lo stirare, allestire il cibo. Anche la distinzione ballerini-pubblico è annullata, la platea viene invasa all’improvviso dagli interpreti; ma non si tratta solo di questo in quanto l’interazione con il pubblico non sarebbe completo se mancasse il dialogo fra le due parti, la possibilità di fare domande da parte degli spettatori e la gentile risposta fornita dalle interpellate al fine di rendere tutti protagonisti Spettacolo spiazzante degno al massimo dello spirito e finalità della Biennale.