“Blue Jasmine” di Woody Allen

Dietro la facciata

La parabola di una donna che non sa guardare la realtà.
Cosa ci fa una bionda signora di Fifth Avenue, giacca Chanel e borsa Hermès, davanti al portone di un popoloso e popolare quartiere di Saint Francisco?
Dopo anni di ricognizione in Europea, Woody Allen ritorna a casa con l’amara parabola di una donna ricca ridotta sul lastrico, avvolta nel blu di una depressione annaffiata di Martini-vodka.

Sposa di Hal (Alec Baldwin), facoltoso finanziere, animatrice di feste e salotti dove la gente che conta scambia amicizia e affari, Janette – ribattezzata Jasmine perché per l’ascesa sociale si addice di più – vive in un mondo dorato di shopping, impegni mondani e tessiture utili al successo del marito; ma la fiaba si interrompe bruscamente quando lui viene arrestato e si impicca in cella. Jasmine non può immaginare una vita di stenti nella Grande Mela, sotto gli occhi degli amici d’un tempo, e vola a Saint Francisco da Ginger (Sally Hawkins), una sorella non veramente sorella, perché entrambe adottate e di madri diverse. Ginger è quella venuta male: cassiera di supermercato, non ha salito, né disceso, la scala sociale, ha generato con un muratore due bambini grassi e ora pensa a nuove nozze con un muscoloso meccanico, possessivamente innamorato. E tutto questo è solo il prologo…

Con un gioco d’alternanza tra presente e passato, Allen crea a poco a poco un racconto che è anche messa in scena del perverso sistema speculativo responsabile della nostra attuale crisi: il destino di molti nelle mani di pochi spregiudicati affaristi.
Cate Blanchett è Jasmine, statuaria e delirante donna incapace di reinventarsi, di decrescere e di salvarsi. Un’handicappata del lusso, incastrata nello strenuo sforzo di recuperare ciò che ormai è perso. Una povera velleitaria che fantastica di ricollocarsi con successo, perché così è nel circolo dei vincenti. Jasmine, resistente e fragile, si aggrappa tenacemente nel momento del bisogno: ospite che detta le regole in una casa che detesta, tra persone che disprezza. Sua sorella mette da parte le ruggini di un rapporto sbilanciato e la accoglie, subendone il fascino e l’eleganza, ma anche mettendo a fuoco la sua ridicola, strenua, folle resistenza a guardare in faccia la realtà.

Qualche risata, a partire dal cameo iniziale con la vecchietta compagna di viaggio, ma il racconto è tragico e raggelante. Il corpo della protagonista, ancora avvolto in pull di cachemire e vestiti griffati dal bianco alle sfumature del beige, vive due vite che si alternano: donna che vuole riconquistare il mondo perduto e un uomo che possa ridarle quel che Hal le ha tolto; aliena in caduta libera, avulsa, preda di psicofarmaci e alcool.

Bravissima, al naturale e coraggiosa è Cate Blanchett, che non si risparmia per un personaggio che in alcun modo amabile. Woody Allen aveva già scelto questa strada in Match Point, ma se per Chris Wilton (Jonathan Rhys-Meyers) si trattava “solo” di delitto e castigo per la scalata dell’ Upper Class londinese, in Blue Jasmine, oltre al ritratto spietato di una donna decaduta, senza qualità e con molte illusioni, c’è la lucida denuncia di un sistema che infesta e contamina spazi sempre più ampi, rivelando un orizzonte carico di scure nubi. Un profondo pessimismo che nasce dall’osservazione, servito con l’umorismo e il grande mestiere di sempre, senza compiacere nessuno.

Titolo originale: Blue Jasmine
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Genere: Drammatico
Durata: 98′
Regia: Woody Allen
Sito ufficiale: www.sonyclassics.com/bluejasmine
Cast: Cate Blanchett, Joy Carlin, Richard Conti, Glen Caspillo, Alec Baldwin, Charlie Tahan, Annie McNamara, Louis C.K., Sally Hawkins, Bobby Cannavale, Andrew Dice Clay, Peter Sarsgaard, Michael Stuhlbarg
Produzione: Perdido Productions
Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia
Data di uscita: 05 Dicembre 2013 (cinema)