“Dark Horse” di Todd Solondz

Non si scommette così anche sui cavalli?

Venezia 68. Concorso
“Dark horse” è il cavallo sconosciuto, quello su cui nessuno scommette e che quindi alza la posta in gioco. È Abe che, nonostante abbia ormai superato i trent’anni, vive ancora a casa dei genitori, colleziona vari pupazzi giocattolo nella sua cameretta pre-adolescenziale e lavora nell’ufficio di papà. Finalmente trova una donna che potrebbe sposare per entrare nel mondo adulto, ma anche lei sembra avere lo stesso problema…

Si apre e si chiude con una danza, l’ultima fatica di Solondz. Abe e Miranda si conoscono ad un matrimonio, ma sono gli unici due seduti in disparte. In un angolo, a guardare la vita degli altri che evolve sulla pista da ballo mentre la loro è ferma, imprigionata in una grottesca routine quotidiana di silenzi e infantilità.

Dark Horse continua l’algido teorema sulla vita e sulla società americana contemporanea che Solondz da sempre disegna nei suoi film, e stavolta non servono né stupri né pedofilia per ritrarre il deserto sconsolato che domina da sempre il mondo del regista.

Ci sono panorami ancora più agghiaccianti, fatti di consumismo e di povertà spirituale, ci sono i colori accecanti di file infinite di giochi ammassati sugli scaffali dei supermercati a venderci un barlume di felicità, la promessa grottesca della società occidentale. Ma, come ci spiega un personaggio, “tutti abbiamo la ricevuta ma una volta aperto, il prodotto non si può cambiare”. Cosa c’è di più agghiacciante di una vita che si presenta davanti a noi, fallita e immodificabile, quando ormai è troppo tardi?

Serve uno stupro per sconvolgere lo spettatore, quando le conversazioni che dominano il mondo dei genitori si riducono a quale autostrada porti più velocemente alla meta, quando le loro vite si manifestano completamente prive di direzione? Serve uno stupro quando bastano gli sguardi vuoti e senza vita di Selma Blair, Christopher Walken e Mia Farrow a sbatterci in faccia senza mezze misure tutta la delusione e il non detto delle loro vite?

Sceglie di mascherare il film da commedia, questa volta, Solondz. Ma le parole delle sue sceneggiature cadono come macigni sulla mente dello spettaore e, secondo il procedimento a cui ci hanno abituato, fanno scoppiare una risata che ben presto ti si ritorce contro, ti si strozza in gola quando pensi che, in fondo, il cavallo che ha fallito la sua ultima corsa è ognuno di noi.

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Titolo originale: Dark Horse
Nazione: USA
Anno: 2011
Genere: Drammatico
Durata: 85′
Regia: Todd Solondz
Cast: Jordan Gelber, Selma Blair, Mia Farrow, Christopher Walken, Donna Murphy
Produzione: Double Hope Films
Distribuzione: Goldcrest Films International
Data di uscita: Venezia 2011