“Don Giovanni” di Molière

Sganarello e il suo padrone

Com’è noto la versione molieriana del mito di DON GIOVANNI si basa sui caratteri di libertinaggio e sull’ipocrisia miscredente del protagonista e questa edizione firmata da Alberto Di Stasio, con l’attore Fabio Sartor, (seduttore stagionato dal ciuffo rock d’antan e pantaloni di pelle), è fedele all’autore, sottolineando l’arroganza di Don Giovanni, sia nel rapporto con le donne che con il padre e con il servo Sganarello.

Al regista di questa operazione interessa maggiormente approfondire il personaggio del servo , non a caso affidato a un’attrice del calibro di Manuela Kustermann, che cura anche la traduzione del testo.
Sganarello è, in questo allestimento, una figura ambigua, non solo sessualmente; da un lato stigmatizza l’operato del suo padrone e solidarizza con le vittime femminili, dall’altro ne subisce il fascino e forse ne è un po’ innamorato. Anche il convitato di pietra è una donna, e dai connotati androgini, ed è uno stimolante spunto di riflessione.

Con suggestive pitture dell’artista Stefano Di Stasio, (uno dei maggiori esponenti di quella corrente chiamata “Anacronismo”) che fanno da fondali e le musiche di Mozart come colonna sonora, è uno spettacolo elegante e corretto ma senza voli, manca un po’ di ritmo e di compattezza.

Come già detto, le idee interessanti ci sono, ma è come se la regia non riuscisse a svilupparle, e, del resto, anche i riferimenti a un linguaggio teatrale anni settanta appaiono datati.
Alla fine la cosa più gradevole dello spettacolo consiste proprio nel piacere di veder di nuovo recitare in abiti maschili la Kustermann, molti anni dopo il suo “Amleto” e con lo spirito, l’agilità e la varietà di toni del suo “Gatto“ di Tieck: sempre brava e non delude certo neppure nel suo atteso “La mia paga!“ sul finale.

DON GIOVANNI
di Molière
con: Manuela Kustermann: Sganarello – Fabio Sartor: Don Giovanni – Emanuela Ponzano: Donna Elvira – Massimo Fedele: Don Luigi e il Povero – Alberto Caramel: Petruccio Gusman e Dimanche – Luna Romani: Carlotta – Gloria Pomardi: Lo spettro e La statua
regia Alberto Di Stasio – musiche Wolfgang Amadeus Mozart – dipinti Stefano di Stasio – movimenti scenici Gloria Pomardi – luci Valerio Geroldi – foto Tommaso Le Pera
durata: 2 ore circa
Roma, Teatro del Vascello
www.teatrovascello.it