Maria Egiziaca di Ottorino Respighi sarà in scena al Teatro Malibran da venerdì 8 marzo a sabato 16 marzo 2024. Titolo di rarissima esecuzione, tanto che l’ultima veneziana risale al 1956, trattasi di un «mistero» in tre episodi su libretto di Claudio Guastalla. Il nuovo allestimento della Fondazione Teatro La Fenice è affidato a Pier Luigi Pizzi, che ne cura regia, scene e costumi. Manlio Benzi è alla testa dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice e di un cast composto da Francesca Dotto nel ruolo eponimo con Vincenzo Costanzo, Simone Alberghini, Luigi Morassi, Ilaria Vanacore e William Corrò.
L’opera si ispira a una leggenda medioevale, narrata nell’anonimo poema agiografico Vida de Santa Maria Egipciaca. Una donna, dissoluta in gioventù, sente l’impulso di recarsi a Gerusalemme. Qui si pente dei suoi peccati. Si ritira in seguito nel deserto, vivendo in preghiera fino all’approssimarsi della morte, assistita nei suoi ultimi momenti da Zosimo, monaco santo che la seppellirà con l’aiuto di un leone. La partitura, densa di arcaismi, debuttò in forma di concerto alla Carnegie Hall di New York il 16 marzo 1932, mentre fu proposta per la prima volta in versione scenica al Teatro Goldoni di Venezia nell’agosto dello stesso anno.
«Maria è una prostituta, che nei suoi giovani anni non si è risparmiata, ma che sulla via di Damasco sente una chiamata divina e vuole redimersi – spiega il regista Pier Luigi Pizzi –. Intraprende un viaggio a Gerusalemme per prendere su di sé il sacrificio di Cristo, ne affronta il portato sacrificale e umano e muore in odore di santità. All’inizio Maria incontra un pellegrino che vuole impedirle di salire sulla nave perché la considera indegna. Tuttavia lei riesce a partire seducendo i marinai. È questa la sua prima fase esistenziale legata alla carne. Poi arriva a Gerusalemme e davanti al tempio incontra un lebbroso, un povero e una cieca, come lei in atto di redenzione. Nuovamente scacciata dal pellegrino, è invece guidata da un angelo sulla via del pentimento e della penitenza. Dopo anni di solitudine e di astinenza nel deserto, giunta alla fine della sua esistenza, trova un monaco eremita che la assolve dal peccato e la assiste nel transito».
«Dal punto di vista musicale si tratta di una partitura estremamente succulenta – ha dichiarato il direttore Manlio Benzi –. Ci sono tre pannelli, ognuno dei quali ha una sua decisa e specifica tinta musicale, che poi è anche drammaturgica. È un’opera eminentemente sinfonica, che utilizza un’orchestra sostanzialmente da camera, estremamente ricercata e sintomatica nelle scelte strumentali, avendo il compositore le idee assolutamente chiare sulle tinte musicali che voleva mettere in campo. Perciò oltre ai tre atti, incontriamo due ampi interludi strumentali che richiamano ancora una volta la natura sinfonica dell’opera».
Cinque le repliche in programma, con i seguenti orari e turni di abbonamento: venerdì 8 marzo 2024 ore 19.00 (turno A), domenica 10 marzo ore 15.30 (turno B), martedì 12 marzo ore 19.00 (turno D), giovedì 14 marzo ore 19.00 (turno E) e sabato 16 marzo ore 15.30 (turno C). Le recite dell’8 e del 12 marzo rientrano nell’ambito del progetto «La Fenice per la città», quelle del 10, 14 e 16 marzo in «La Fenice per la città metropolitana», iniziative realizzate in collaborazione con la Municipalità e con la Città metropolitana di Venezia dedicate ai residenti nel comune e nel territorio della città metropolitana di Venezia.