“UNO SGUARDO DAL PONTE” DI ARTHUR MILLER

Il dramma interiore di un immigrato siciliano nella Brooklin degli anni 50

Il dramma personale di Eddi Carbone, ossessionato dall’amore per la figliastra e lo sfondo di una fredda società americana degli anni 50, sono gli ingredienti di questa opera che, nonostante il finale tragico, ci regala più di qualche sorriso.

Come spiega il titolo,” uno sguardo dal ponte” vuole essere una fotografia cruda e drammatica di una delle mille facce della New York anni 50. Il ponte infatti è quello che collega la lussuosa, vivida e ricca Manhattan alla misera e grigia Brooklyn, dimora esclusiva di immigrati e portuali.
E sono proprio le vicende di una famiglia di origine siciliana ad essere portate in scena come documento della condizione di chi lascia la sua terra nel desiderio di concretizzare sogni e illusioni .

Eddy Carbone (Sebastiano Lo Monaco), la moglie e i suoi due cugini dimostrano amore verso la patria materna ricordandola con nostalgia, ma nello stesso tempo cercano di inserirsi in una nuova cultura a loro estranea. Catherine la figlioccia dei due coniugi e cittadina americana a tutti gli effetti, spicca per la sua frizzante personalità: spigliata e disinibita, si contrappone nettamente agli altri personaggi, cupi e retrogradi. In qualche modo Catherine rappresenta la personalizzazione del mito americano ed è forse per questo che viene amata sia da Rodolfo che dallo stesso patrigno; entrambi affascinati dal desiderio di una nuova vita.

Lo sviluppo della storia, non si articola solo su tematiche sociali, ma si incentra anche sul dramma del tutto individuale di Eddi Carbone. Questi è lacerato da una passione conturbante nei confronti della figliastra; un qualcosa di incestuoso e perverso che non vuole ammettere neanche a se stesso.
Eddi è schiavo e vittima dei suoi stessi sentimenti che lo portano a compiere azioni riprovevoli: ostacola in tutti i modi il matrimonio tra Catherine e Rodolfo e denuncia la clandestinità dei due cugini. Proprio questo ultimo atto è ritenuto da egli stesso e da tutto il quartiere come infame e degradante testimoniando così l’innegabile complicità tra compaesani in terra straniera. Rinnegando la sua etica più profonda in nome dell’amore provato per Catherine; nel finale Eddy, rimarcando gli epiloghi della tragedia greca che si delinea chiaramente in questa storia, viene ucciso dal fratello di Rodolfo.

Nonostante la sua tragicità, lo spettacolo mantiene comunque un ritmo comico, strappando molto più di un sorriso allo spettatore divertito dalle gag dettate da un irresistibile dialetto siculo-americano.
L’opera, che risale al 1955 e diretta per la prima volta da Luchino Visconti, rimane quindi attualissima, sviscerando problematiche esistenziali ed affrontando il tema tuttora scottante dell’immigrazione; ricordandoci che fino a non poco tempo fa eravamo noi italiani a dover essere ospitati e non ad ospitare.

UNO SGUARDO DAL PONTE – Siciliateatro; Di Arthur Miller
Con: Sebastiano lo Monaco, Marina Biondi
Regia di: Giuseppe Patroni Griffi