“Hahithalfut (The Exchange)” di Eran Kolirin

Crisi d'identicità

Venezia 68. Concorso
Gli spazi non sono solo il contorno sterile della nostra vita: definiscono chi siamo perché riflettono il nostro io, sono essi stessi prodotto delle nostre azioni. In particolare l’ambiente domestico. Ma che succede se un uomo un giorno non si riconoscesse più nella propria casa? Se tutto gli apparisse estraneo e distante?

Questo avviene a Oded: progressivamente, smette di riconoscere la sua casa come propria, e di lì a poco la sensazione di totale alienazione si estende anche a tutta la propria vita. Ed è nel rapporto con lo spazio circostante che cerca delle risposte, ma anche nell’amicizia con un vicino di casa sprofondato nella stessa crisi d’identità.

Per la sua seconda opera dopo il grande successo de La Banda, Eran Kolirin parte da un semplice espediente narrativo per scatenare una riflessione profonda e allo stesso tempo ironica su grandi domande di identità.

Esistenziale senza essere esistenzialista, pregnante ma non pesante, ontologico senza mai cadere in un sturm-und-drang intelletualoidi, Kolirin si dimostra ancora filmmaker di straordinaria qualità nel calibrare commedia e tragedia, e presentare con leggerezza dei quesiti che aprono la strada a panorami inquietanti. In sintesi, un ottimo film sotto tutti i punti di vista.

Si ragiona sul dubbio, sulla corporeità che passa la vita a toccare oggetti senza mai possederli veramente, e ci si chiede se la nostra presenza su questo mondo è davvero capace di lasciare qualche segno, differenziarsi dal contorno, o se invece siamo destinati all’invisibilità.

I due protagonisti si scoprono, in fondo, interscambiabili (come ci dice lo stesso titolo), fantasmi che attraversano gli stessi scenari asettici e standardizzati, fatti di mobilio Ikea immerso in una luce diffusa che tutto ugualmente illumina, in contrappunto con gli oscuri panorami che si aprono nella mente.

Parmenide, Pirandello, buona parte della filosofia occidentale sono dietro l’angolo. Ma si ride anche. Come nella sequenza esilarante in cui i quattro protagonisti guardano il video di matriomnio, chi divertito chi spaventato, tutti ugualmente cristallizzati. Scoprendo che le nostre vite non sono poi così speciali, nemmeno così uniche. Che le nostre identità sono, tutto sommato, barattabili perché quasi identiche, semplici componenti d’arredo in case indistinte fra loro .

Titolo originale: Hahithalfut
Nazione: Israele, Germania
Anno: 2011
Genere: Commedia, Drammatico
Durata: 94’
Regia: Eran Kolirin
Cast: Rotem Keinan, Sharon Tal, Dov Navon, Shirili Deshe
Produzione: July August Productions, Pandora Film
Distribuzione: The Match Factory
Data di uscita: Venezia 2011