“IO GRAN GATTA, LUI E IL SUPER” di Lucio Schiavon e Dadavide

Un libro a metà tra letteratura ed arte

La grafica esplora i suoi confini entrando nel mondo della letteratura attraverso sperimentalismi d’avanguardia.

L’opera di Lucio Schiavon e Dadavide è un esperimento grafico-letterario progettato sulla scia delle più innovative esperienze condotte in Francia e Inghilterra – finora trascurate in Italia- che mirano ad aprire nuove strade di espressione per la grafica.
Nel testo le convenzioni alla base della nascita di una storia sono ribaltate: l’aspetto predominante è infatti quello illustrativo e non quello letterario perché è la storia che nasce dalle immagini e per le immagini, non il contrario.

Si tratta di una vicenda surreale ambientata in una città qualunque, raccontata attraverso la voce della protagonista, una gatta nera senza nome molto orgogliosa del suo “status” felino e un po’ filosofa. Il mondo circostante viene osservato dalla prospettiva straniante di un animale abituato a vedere tutto dall’alto, a saltare velocemente da un edificio all’altro e a convivere con le fissazioni del suo padrone. Il motore della narrazione è la fame della gatta che richiede di essere saziata e per questo viene chiamato in aiuto il “Super”, un robot/supereroe che funge da “deus ex machina” risolvendo la situazione.

A fare da contrappunto alle illustrazioni è il testo, spesso inserito all’interno dei disegni seguendone la forma e i contorni come per realizzare anche in modo visivo la fusione tra parola scritta ed immagine. Le frasi sono brevi, spezzate, caratterizzate da un andamento a sentenza e da frequenti rime interne che donano ritmo al flusso narrativo (“[…]sono sempre rimasta nella sua vita e l’ho capita”; “Speedy di nome e di fatto!Piccolo ma ratto”; “[…] ti ha dato questa […] possibilità di suonare. Dici, un ingegnere trasversale? […] ti devo parlare.”).
Interessante è anche la caratterizzazione del padrone della gatta con paragoni di tipo alimentare che riconducono alla fame della protagonista: “ […] ha la testa di pan grattato modellato.”; “[…] è tenero, sembra fatto di formaggio […] Ma cos’ha le fette di salame sugli occhi […] è buono come il pane”.

La fame di cui tanto si parla, al di là del semplice significato all’interno della vicenda, si configura come una sorta di “ricerca esistenziale”, un desiderio di cambiare una situazione sempre più scomoda e insostenibile. Tra una pagina e l’altra emergono infatti espressioni di critica alla società odierna corrotta dall’aria inquinata e da paesaggi urbani meccanizzati ed elettrificati che ci rendono tutti “fatti”: “Ingranaggi, pulegge, schegge, manometti i manufatti, vendi tutto e campa sui Santi”.

Le immagini che compongono il libro consentono di esplorare le varie soluzioni ottenibili attraverso un uso polimorfo della grafica computerizzata che dà vita a sfumature di colore, tratteggi, trasparenze, bagliori improvvisi, tra atmosfere noir e citazioni grafiche degli anni ’70, queste ultime particolarmente visibili nelle scene degli interni e nel caso del supereroe dal disegno simile al giradischi del padrone.
Le emozioni della gatta si indovinano dal corpo slanciato in movimento o mollemente adagiato sul pavimento, ma soprattutto dagli occhi che cambiano forma a seconda degli stati d’animo: a mezzaluna, a fessura o lacrimosi per renderla di volta in volta pensosa, sorniona o triste.

L’accuratezza grafica, avvertibile anche nelle caratteristiche materiali del libro in sé, è il punto di forza dell’opera, si avverte però la mancanza di una numerazione delle pagine che consentirebbe al lettore di orientarsi meglio all’interno del testo.

Titolo: IO GRAN GATTA, LUI E IL SUPER
Autore: illustrazioni di LUCIO SCHIAVON e testi di DADAVIDE
Edizione: NUAGES
Anno:2006
Euro: 12,50.