L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo di Jay Roach

L'altra Hollywood

Lo sceneggiatore di Hollywood Dalton Trumbo si iscrisse al Partito Comunista nel 1943, in un’epoca in cui l’America era ancora alleata con i sovietici, e certe simpatie erano pienamente tollerate. In poco tempo però la situazione politica e di alleanze cambiò radicalmente e, nel 1947, quando Trumbo e un altri registi e scrittori si rifiutarono di testimoniare di fronte alla Commissione per le attività antiamericane, il suo nome venne inserito nella lista nera di artisti americani ai quali era vietata ogni partecipazioni a film od opere. Così Trumbo, per più di un decennio, fu costretto a lavorare sotto pseudonimo, lasciando il merito (e i premi) a colleghi che gli commissionavano in segreto dei lavori.

Interpretato da Bryan Cranston nelle vesti di Dalton Trumbo, il film diretto da Jay Roach offre da un parte la descrizione di un periodo oscuro non solo per Hollywood ma anche per l’intera America, considerata universalmente la terra delle libertà. Dall’altro restituisce la figura di uomo intelligente e divertente, eccezionalmente articolato e dotato di fascino, che mai ha accantonato i suoi principi.

Il nucleo emotivo del film è la sopravvivenza tenace di Trumbo. Costretto a vendere il suo ranch in California, si trasferisce in Messico con la moglie Jean (Diane Lane, come al solito in un ruolo compassato ed ansioso), dove ottiene un impiego sottopagato dal volgare produttore Frank Re.
Sarà Kirk Douglas, sul finire degli anni Cinquanta, a richiamare in sella Trumbo come sceneggiatore ufficiale per il kolossal Spartacus, nonostante ad Hollywood ufficiosamente avesse già vinto negli anni precedenti ben due Oscar con le sceneggiature (non accreditate e scritte sotto pseudonimo) di Vacanze Romane e La più grande corrida.

“Non ci sono stati eroi o cattivi, solo vittime”. Con questa frase Trumbo ha descritto il periodo del maccartismo, ed è la stessa idea sulla quale il regista ha basato l’intero film. In questa vicenda però i cattivi ci sono, seppur nella pellicola vengano rappresentati come villain disneyiani, e quindi di fatto quasi innocui. Tra tutti troviamo Hedda Hopper (Helen Mirren), la nota giornalista di gossip che ha condotto una campagna diffamatoria contro Trumbo e suoi compagni, sempre pronta ad infangare i loro nomi ogni volta che ne aveva l’occasione.

L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo scalfisce solo in superficie la questione del potere della politica sull’arte all’epoca del maccartismo, stemperando il più possibile l’elemento di denuncia. Se si fosse affrontata la tematica più in profondità puntando meno su questioni di costume, sarebbero emerse le evidenti responsabilità all’interno dei vertici degli studios, oltre allo stuolo di artisti disposti a “vendere” colleghi con insinuazioni e maldicenze. Il fatto che Roach abbia preferito dare un forte taglio di colore alla pellicola evidenzia come Hollywood ancora non riesca ad esorcizzare certi fantasmi del passato.

Titolo originale: Trumbo
Nazione: U.S.A.
Anno: 2015
Genere: Drammatico
Durata: 124′
Regia: Jay Roach
Sito ufficiale: www.bleeckerstreetmedia.com/trumbo
Cast: Bryan Cranston, Diane Lane, Helen Mirren, John Goodman, Louis C.K., Elle Fanning, David Maldonado, Michael Stuhlbarg, John Getz, Laura Flannery
Produzione: Groundswell Productions, ShivHans Pictures
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita: 11 Febbraio 2015 (cinema)