“MANUALE D’AMORE” di Giovanni Veronesi

Amore. istruzioni per l'uso

Dopo il successo di “Che ne sarà di noi”, l’accoppiata Veronesi- fratelli De Laurentis ora travolge il botteghino pasquale con un poker di cuori: innamoramento, crisi, tradimento, abbandono. Temi che fungono da titoli per gli episodi del film tratti dall’immaginario “Manuale d’amore”, una collana di audio-book per capire e per capirsi nelle diverse fasi delle proprie paturnie affettive.

Se il Muccino jr. s’innamora perdutamente di Jasmine Trinca riuscendovi a coronare con una naturalezza quasi fiabesca il grande sogno del matrimonio, Rubini e la Buy sono in piena crisi, nel bel mezzo di quel processo in cui ci si comincia a chiedere: ma cosa ci trovavo in lui dieci anni fa?

Alla coppia Abbrescia-Littizzetto tocca vedersela con le infedeltà coniugali, mentre l’attesissimo Verdone è alle prese con un abbandono inaspettato. Verdone è l’unico che per darsi una scossa, nella sua tragicomica elegia si rifugia nei consigli dell’audio-book…ma l’ironia del film è proprio qui: in amore non esistono manuali, né regole da seguire, ma solo fasi e stagioni da rispettare e metabolizzare.

La comicità che pervade il film si concentra soprattutto nelle performance di Verdone e della Littizzetto, ma anche la Buy non è da meno, nello scontro con il vero ex-marito Rubini. La vecchia accoppiata Rubini-Buy sembra essere quella che funziona meglio, sia per la contrapposizione dei caratteri che per la verve di Rubini, forzato in un romanesco che non gli appartiene.

Se Muccino come ventitreenne innamorato è un po’ troppo melenso, Abbrescia fa molto “italiano medio” e Verdone non propone nulla di nuovo, Rubini è l’unico personaggio vero. La sua razionalità si contrappone allo smarrimento affettivo della moglie che confonde il desiderio di maternità con la volontà di ricostruire una storia. Non è un caso se l’unico episodio “aperto” è quello della crisi, che per passare (cinematograficamente parlando) necessita di svolte narrative forti.

Il tentativo del film sembra essere quello di comporre un grande collage della condizione sentimentale degli italiani, giovani e maturi, ricchi e meno ricchi. I vari episodi del film sono concepiti per scivolare gli uni negli altri in modo da creare un rapporto di reciprocità tra i personaggi. Ma, se è vero che nell’avvicendarsi delle storie c’è una certa fluidità, questa resta una fluidità essenzialmente funzionale, perchè quanto si incrociano queste storie realmente? Di fatto, narrativamente ogni storia con i suoi personaggi funziona come un’entità a sé e sembra rispecchiare le idee espresse dal regista sull’amore, ossia che è irrimediabilmente fatto di fasi crescenti e decrescenti. Forse questa idea velata di pessimismo ha in qualche modo nuociuto alla volontà di narrare d’amore. In fondo ogni personaggio è alla prese con i propri problemi, con la propria vita e con la propria idea d’amore. Un finale aperto avrebbe forse armonizzato il rapporto tra vita e idea, tra esperienza e volontà, ma come da programma ci aspetta un lieto fine, un po’ falsamente risolutivo.

Nel panta rei della vita dove “l’amore è eterno finchè dura” e gli amori non sono tutti dietro l’angolo pronti a salvarci dalla solitudine, ci sarebbe piaciuto chiudere il manuale sull’immagine di un Verdone che in giacca e cravatta galleggia nelle torbide acque tirrene. Il film resta comunque pieno di spunti, godibile, comico, ma manca di quella volontà di osare che la vera commedia all’italiana di qualche decennio fa conosceva.
“Manuale d’amore” è un bel prodotto commerciale, che dispiace definirlo medio, per un pubblico medio e si spera, non per amori medi.

Titolo originale: Manuale d’amore
Nazione: Italia
Anno: 2005
Genere: Commedia
Regia: Giovanni Veronesi
Sito ufficiale: www.manualedamore.it
Cast: Carlo Verdone, Luciana Littizzetto, Silvio Muccino, Sergio Rubini, Margherita Buy, Jasmine Trinca, Rodolfo Corsato, Anita Caprioli, Sabrina Impacciatore
Produzione: De Laurentis
Distribuzione: Filmauro
Data di uscita: 18 Marzo 2005