Margherita Di Rauso in Itagliani! di Antonella Cilento

Giovedì 24 febbraio 2011, Teatro Elicantropo di Napoli

In scena una favola esilarante, dagli accenti amari, al tempo stesso paradossali e grotteschi, restituita al pubblico con incredibile energia dall’attrice capuana

Da giovedì 24 febbraio a domenica 6 marzo 2011 – Napoli, Teatro Elicantropo (repliche dal giovedì alla domenica)

Madira Teatro e Architempo presentano

Margherita Di Rauso in

Itagliani!

ovvero Storia del delirio di Frevella Lavannara che profetizzò a Hitler e Mussolini la disfatta nella guerra a causa di suo marito Augusto Cinnicò, uomo di concetto

di Antonella Cilento

riscrittura drammaturgica del racconto omonimo – tratto da “L’amore, quello vero” (Guanda, 2005) – scene e costumi Loredana Paglioni – disegno luci Angelo Ugazzi – assistente alla regia Giulio Pierotti – regia Eleonora Pippo

Durata della rappresentazione 50’ circa, senza intervallo
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Giovedì 24 febbraio 2011 alle ore 21.00 (in replica dal giovedì alla domenica fino al 6 marzo) il Teatro Elicantropo di Napoli ospiterà il debutto di Itagliani!, lo spettacolo della scrittrice napoletana Antonella Cilento, tratto dal racconto omonimo inserito nell’antologia “L’amore, quello vero”.
Diretto da Eleonora Pippo, nell’interpretazione di Margherita Di Rauso, Itagliani!, presentato da Madira Teatro e Architempo, mette in scena la storia del delirio di Frevella Lavannara, che profetizzò a Hitler e Mussolini la disfatta nella guerra a causa di Augusto Cinnicò. Le scene e i costumi sono a cura di Loredana Paglioni, il disegno luci di Angelo Ugazzi.
Sul palcoscenico rivivono le memorie monologanti, comiche e deliranti di due insoliti protagonisti, sullo sfondo dei rivolgimenti del Fascismo. Frevella è il prototipo della matriarca feroce e picchiatrice di uomini, donna mascolina dall’utero dentato, terrore dei maschi meridionali, afflitta però da una debolezza che la rende involontaria profetessa: crisi mistiche e allucinazioni.
Cinnicò è il tipico impiegato di concetto gogoliano, debole, disperato, frustrato ma antifascista. Cinnicò deve pur ribellarsi a una moglie violenta e umiliante e concepisce così il suo grande piano: una subdola rivalsa che gli consentirà di vendicarsi della moglie oppressiva e degli odiati dittatori.

Frevella offrirà ai signori della Seconda Guerra una sua personale profezia, naturalmente a pagamento. Di qui l’alternanza delle voci del marito e della moglie, dei registri, il dialetto inventivo dell’una, il buon italiano dell’altro, l’azione rapida e il trasformismo da un punto di vista all’altro, l’atmosfera degli anni della guerra e, al tempo stesso, il dramma familiare, la Storia e il paradosso.
“Itagliani! – scrive l’autrice in una nota – è una fantasia provocata dai racconti di un mio zio, Alberto. Siccome era stato sommergibilista e sciupafemmine, aveva l’abitudine di riferire, e forse reinventare, episodi della sua ardita e, ahimè, fascista giovinezza ma lo faceva con grande senso dell’ironia. In particolare, andava fiero della partecipazione a un grande evento sommergibilistico tenutosi a Napoli per volontà di Mussolini in onore del suo fresco alleato, Hitler”.
L’arguto linguaggio della Cilento è affidato alla doppia performance di Margherita Di Rauso, che, alternandosi in rapidi mutamenti, dà voce e carattere al mite Cinnicò e alla sua snaturata moglie Frevella. La protagonista si muove tra riti caserecci e il cerimoniale esoterico di candele nel buio, nel fitto registro espressivo del duplice ruolo, dando vita e corpo alla favola agrodolce dell’autrice partenopea.

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Note dell’autrice
Itagliani! è una fantasia provocata dai racconti di un mio zio, Alberto. Siccome era stato sommergibilista e sciupafemmine, aveva l’abitudine di riferire, e forse reinventare, episodi della sua ardita e, ahimè, fascista giovinezza ma lo faceva con grande senso dell’ironia. In particolare, andava fiero della partecipazione a un grande evento sommergibilistico tenutosi a Napoli per volontà di Mussolini in onore del suo fresco alleato, Hitler.
Era il 1938 e c’era questa marea di sommergibili che salivano e scendevano, cioè emergevano e s’inabissavano, modello Esther Williams, e zio Alberto era il protagonista di questa storia come il capitano Nemo di Ventimila leghe sotto i mari. L’autarchico sommergibile italiano faceva un po’ pensare a una vecchia caffettiera piena di uomini, fra cui questo mio zio, che cercavano di tenere le botole chiuse per non affondare.
Insomma, quando iniziai a scrivere Itagliani! pensavo a Hitler che, non fosse stato per quella balorda manifestazione, probabilmente non sarebbe mai venuto a Napoli, città che di comandanti, re e viceré, dittatori e capipopolo nei secoli ne ha visti a bizzeffe, ma mai dittatori così efferati. E cosa poteva offrire la città del miracolo di San Gennaro a Hitler? La città di Virgilio Mago, del Principe di Sansevero, delle ianare e delle cape di morto? Una bella divinazione. Una specie di oroscopo, insomma. Un presagio, ma anche una fregatura, un “pacco”.
Ed ecco l’idea: al Furher, fanatico dell’esoterismo, acquirente della presunta lancia di Longino, finanziatore di viaggi tibetani alla ricerca della mitica Agharti, Napoli poteva offrire il non plus ultra della divinazione classica: la Sibilla Cumana in persona, quella di Enea, insomma, ma in vesti di lavannara, cioè di lavandaia, il peggior tipo di vaiassa, di popolana scostumata, che la tradizione napoletana conosca.
Frevella e Cinnicò sono stati la conseguenza di quest’immagine iniziale. Vivevano già nel luogo dove accade la scena clou dello spettacolo e cioè la grotta della Sibilla a Cuma: non c’è luogo più affascinante dell’acropoli di Cuma, silenziosa, abitata da grilli e colombe, unico rumore il mare, i versi di Virgilio ad ogni angolo (nel 1938, poi, gli scavi erano appena iniziati)…
E in questo luogo del mito ecco i due personaggi, marito e moglie. Penso a Cinnicò che ricorda questi tempi lontani, la moglie e l’unica vera impresa della sua vita, una gigantesca beffa, come a un simbolo dei nostri anni poiché l’ironia di Cinnicò è l’unica salvezza in tempi di disperata e muscolare idiozia: un’ironia che parla delle dittature di oggi come di ieri.
Antonella Cilento

Margherita Di Rauso
Attrice eclettica di origine partenopea e di formazione teatrale classica;vive a Capua e si trasferisce appena ventenne a Milano per frequentare la scuola di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano.Studia canto lirico e moderno e si perfeziona con Donatella Pandimiglio. Lavora con i maggiori teatri e registi italiani interpretando i ruoli più diversi. Tra gli ultimi lavori:”L’anima buona del Sezuan”di Brecht, regia E. De Capitani-F.Bruni nel doppio ruolo di Vedova Shin e La prostituta, interpretazione che le è valsa la candidatura ai Premi Olimpici del teatro 2009/Premio Eti come miglior attrice non protagonista.
E’ fautrice del progetto “Itagliani!” ovvero Storia del delirio di Frevella lavannara che profetizzò la fine della guerra a Hitler e Mussolini per mezzo di suo marito Augusto Cinnicò uomo di concetto, monologo di A.Cilento con cui debutta al festival di Todi e porta con successo in teatri off.
Recentemente interpreta quattro ruoli diversi nel film “Il Fodero”di P. Randi, opera prima di prossima uscita, partecipa ad altri film: Vallanzasca di M.Placido e al film in lingua tedesca “Viktor Kaufmann”. Per la regia di M. Nichetti recita nei divertenti ruoli di zia Giselda in ”Le sorelle Materassi” e Pomerania nell’operetta” Il Paese dei Campanelli”.Ancora nell’operetta “Scugnizza” al teatro dell’opera Verdi di Trieste riscuote grande successo nel ruolo comico di zia Grazia. Inoltre ricordiamo, tra gli altri ,“Infinities”, spettacolo filosofico scientifico, regia di L. Ronconi dove è tra i protagonisti, le Tragedie greche al teatro di Siracusa sempre per la regia di Ronconi dove è Corifea, “Morte accidentale di un anarchico” con il teatro dell’Elfo, il ruolo di Smeraldina nell’”Arlecchino” di
Strehler, la poetica cameriera Caterina in “Io l’erede” di E. De Filippo col teatro Stabile di Calabria, regia di A.R.Shammah, la regina Regana nel Re Lear di Glauco Mauri, la Donna Celestina nello spettacolo musicale Tango Barbaro accanto alla Melato, regia Bruni-De Capitani. Gli spettacoli Shakesperiani con la compagnia internazionale di Karin Baier in Germania e Austria.
Ha realizato numerosi cortometraggi tra cui Sandokan dreamin’,vincitore del premio Ist.Luce e recita nel film di Grimaldi”Un mondo d’amore”.E’ anche cantante e speaker di importanti spot tv nazionali come Mulino Bianco, Perugina, Olaz, Chicco, Morellato.

Antonella Cilento
Ha pubblicato Il cielo capovolto (Avagliano, 2000), Una lunga notte (Guanda, 2002), Non è
il Paradiso (Sironi, 2003), Neronapoletano (Guanda, 2004), L’amore, quello vero (Guanda, 2005), Napoli sul mare luccica (Laterza, 2007), Nessun sogno finisce (Giannino Stoppani, 2007 – romanzo per ragazzi).
Una lunga notte ha vinto il Premio Fiesole e il Premio Viadana, è stato finalista al Premio Greppi e al Premio Vigevano. L’amore, quello vero ha vinto il Premio Brancati nel 2007. Una lunga notte e Neronapoletano sono tradotti in Germania da Bertelsmann.
Antonella Cilento è stata segnalata al Premio Calvino 1998 con il romanzo inedito Ora d’aria.
Ha pubblicato numerosissimi racconti su rivista e in antologie, ha partecipato con un suo racconto ai progetti “I mesi” a cura dell’Istituto Trentino di Cultura e a “Voci nella città”, a cura del Comune di Falconara. Un suo racconto è tradotto negli Stati Uniti nell’antologia “After the war: a collection of short fiction by postwar italian women” a cura di Martha King.
Conduce il Laboratorio di Scrittura Lalineascritta che ha ideato e fondato dal 1993 (15 anni di attività) a Napoli e in Campania; dal 2002 insegna in tutt’Italia.

Ha realizzato:
per Cento Lire, a cura di Lorenzo Pavolini, i racconti radiofonici intitolati “Voci dal silenzio” (RAI, Radio Tre, 15-19 gennaio 2001).
Attualmente, collabora con “Il Mattino”, “L’Indice dei libri del mese”.
Dal 1998 al 2000 ha collaborato con il “Corriere del Mezzogiorno”(supplemento del Corriere della Sera), nel 2003 con “Il sole 24 Ore Sud”, nel 2005 con “Il Riformista”. Suoi racconti o articoli sono usciti anche su: D di Repubblica, Marie Claire, TuttoLibri, Il Sole 24 Ore, Stylos e altre riviste.
Si è laureata nel 1995 in Lettere Moderne con una tesi intitolata La scrittura di Pier Vittorio Tondelli vincitrice presso la Biblioteca Comunale di Correggio del Premio Tondelli 1999.
E’ presidente dell’ass. cult. Aldebaran Park con la quale organizza convegni, rassegne autoriali, spettacoli.

Per il teatro, scrive:
“Isole senza mare: omaggio ad A.M. Ortese ed Elsa Morante”, 1999 in scena al Teatro Leopardi, Napoli, regia di Cristiana Liguori, interpreti Cristiana Liguori e Giorgia Palombi; “Bambini nel tempo” da I. Mc Ewan, 2000 in scena al Mezzoteatro di Napoli, al Teatro Nuovo di Salerno, regia di Paolo Oliveri e Giorgia Palombi, interpreti Paolo Oliveri e Luana Di Sarno; “Il funambolo” omaggio a J. Genet, 2001, Teatro Garage Genova, Galleria Toledo Napoli, Teatro Colosseo Roma, in tournée attualmente, realizzato con la regia di Laura Sicignano da un’idea di Iole Cilento, interpreti Marco Pasquinucci e Massimiliano Caretta). “Frankenstesin Barausz” di Laura Sicignano e A. Cilento, 2002, Teatro Cargo, Genova.
“Ho visto Don Chisciotte”, regia e ideazione di Giancarlo Cosentino, in scena al Teatro Diana, Napoli, 2003. “Itagliani!”, regia di Eleonora Pippo, con Margherita Di Rauso, dall’omonimo racconto contenuto ne “L’amore, quello vero” (Guanda), in scena da maggio 2006.

Per il cinema, scrive:
“Il martirio di Sant’Orsola” di Mario Martone e Sandro Dionisio, produzione PAV e Banca Intesa (2005). “Solo agli occhi” (omaggio ad Anna Maria Ortese) di Sandro Dionisio, produzione Digigraph, Dionisio e Aldebaran Park, “Il canto di Partenope” di Sandro Dionisio, produzione Eskimo.

Coordina:
è ideatrice e promotrice del progetto di mailing-list e convegno sulle scritture creative del Mezzogiorno “SudCreativo” con Antonio Spadaro S.J. promotore della scuola di scrittura creativa “Bombacarta”.

Eleonora Pippo
Regista e attrice nata a Pordenone, si forma come attrice alla Scuola delTeatro Stabile di Torino. Lavora con Giancarlo Cobelli, Lorenzo Loris, Carmelo Rifici, Tim Stark, Claudio Longhi, Franco Branciaroli, Jurij Ferrini.
E’ stata assistente alla regia di Claudio Longhi e Giancarlo Sepe. “Yumiura“ di Yasunari Kawabata è il primo lavoro da regista. Nel 2005 fonda CALIBRO2 e dirige “ Cinque Donne con lo Stesso Vestito “ di Alan Ball. Poco dopo dirige “ Itagliani! “ di Antonella Cilento con Margherita Di Rauso.
Per il Festival Quartieri dell’ Arte 2009 dirige “ Sotterraneo “ di Josep Maria Benet i Jornet.

Itagliani!, di Antonella Cilento
Napoli, Teatro Elicantropo – dal 24 febbraio al 6 marzo 2011
Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (dal giovedì al sabato), ore 18.00 (domenica)
Info e prenotazioni al numero 081296640 email teatroelicantropo@iol.it