“MéDéE MIRACLE” di Tonino De Bernardi

Prigioniera del suo tempo

Orizzonti
“Medea”, forse la tragedia greca per antonomasia, viene riletta in chiave moderna e prende le sembianze di Isabelle Huppert.

In questa nuova trasposizione filmica del mito di Euripide, Medea prende il nome di Irene mentre il compagno, Giasone, mantiene con la declinazione francese di Jason lo stesso nominativo a testimonianza di una nuova veste del personaggio femminile. Dopo aver abbandonato e tradito la sua terra per sposare Jason, Irene va a vivere con lui e le due bambine nella “banlieu” di Parigi. Lei però continua a sentirsi la straniera che ha rinnegato la sua terra, finché Jason l’abbandona per una donna francese, socialmente più regolare. Per vendicarsi di Jason, lo tradisce con numerosi uomini e alla fine perde anche le figlie a causa della sua cattiva condotta.

Come nella tragedia classica, Medea si trova a combattere con i codici socio-culturali del suo tempo ma soprattutto continua a impersonificare tutte quelle donne che rimangono vittime del proprio destino. Nonostante l’evoluzione della trama prenda una piega inaspettata per via di scelte narrative insolite e spiazzanti, De Bernardi è bravo nel mantenere alto il “pathos” generale dell’opera rimodellando a suo piacimento alcuni “topoi” della civiltà antica senza cadere nel ridicolo. L’idea di far cantare a Medea/Huppert (in maniera ripetuta) la canzone di Nick Cave e Marianne Faithfull Crazy love testimonia un delicato spirito post-moderno funzionale ad aumentare la carica di solitudine e di amore posseduta dalla storica infanticida.

Ancora fascinato dal potere evocativo della drammaturgia greca, il regista torinese rievoca la figura immortale di Medea non solo con uno spirito moderno ma nello stesso tempo asciutto. I richiami al mito classico avvengono attraverso l’uso di un linguaggio specifico ma mai ridondante. Strega, intervento divino, rito, straniera e colonizzazione vengono ripetute con una certa frequenza per enfatizzare il senso di spiazzamento insito in questa nuova lettura dell’eroina tragica. In più, la fotografia in bianco e nero rompe, all’improvviso, gli schematismi del colore creando un vero e proprio salto temporale nella storia intesa, ambivalentemente, come trama e come processo in divenire.

La volontà del regista è quella di mantenere un filo sottile tra la mitologia e il presente cercando di far avvicinare quest’ultimo verso un’idea di fiaba e leggenda che – secondo De Bernardi – è parte integrante dell’oggi. L’idea di richiamare continuamente il peso della città su Irene con l’eco delle strade e delle persone rafforza la violenza trascinatrice delle regole e la debolezza di ogni singolo destino in rapporto a un destino che intrappola. La recitazione attenta e mai sopra le righe di Isabelle Huppert è anche frutto di un fortunato incontro avvenuto con il cineasta italiano al Festival di Locarno del 1993.

Titolo originale: Médée Miracle
Nazione: Italia, Francia
Anno: 2006
Genere: Drammatico

Durata: 80′
Regia: Tonino De Bernardi

Cast: Isabelle Huppert, Tommaso Ragno, Giulietta De Bernardi

Data di uscita: Venezia 2007