“The Sky Crawlers” di Mamuro Oshii

I bambini volanti

Venezia 65. – Concorso
In un presente parallelo il mondo vive finalmente in pace con se stesso: guerre, battaglie, vendette, ritorsioni, tutto questo sembra essere solo il retaggio di un lontano passato. Il problema è che la mancanza di guerra priva di significato anche la parola pace. Le nazioni, quindi, demandano l’attività guerresca a grandi compagnie industriali che trattano il conflitto come se fosse un appalto. Protagonisti di questa vicenda sono i lavoratori della guerra, piloti d’aerei da combattimento bambini, frutto di esperimenti sull’immortalità. Questi Kildren, infatti, possono morire solamente in battaglia, non di vecchiaia, per poi “reincarnarsi” in un altro contenitore umano per non perdere l’esperienza di volo e di battaglia acquisita con gli anni. Il fio da pagare per questo è una memoria sfocata che non va oltre un periodo di tempo limitato e l’impossibilità di diventare adulti.

Protagonista della nostra storia è Yuichi Kannami, un Kildren che viene trasferito in una nuova base comandata dalla virago Suito Kusanagi. Yuichi, come il resto dei piloti, sembra essere piuttosto freddo e distaccato, non sembra provare emozioni; l’unica curiosità che lo sfiora riguarda il pilota che ha dovuto sostituire. La vita nella base procede lenta e sistematica, scandita dai turni di pattugliamento aereo e da piccole scaramuccie col nemico, puntualmente riportate in televisione in modo da “nutrire” il famelico pubblico mondiale. Yuichi, man mano che la storia procede, riesce a svelare qualche dettaglio sulla vicenda del predecessore: è stato il compagno di Kusanagi, la quale ha avuto una figlia da lui, ed è stato ucciso dalla stessa amante. Queste scoperte sembrano avvicinare ulteriormente Yuichi e il suo capo, anch’essa una Kildren, anch’essa fredda, poco emotiva e disillusa. Lo scioglimento finale arriverà a svelare il ruolo e l’utilizzo dei Kildren e la vera identità di Yuichi.

Mamuro Oshii, di diritto facente parte del poker di geniali registi d’animazione giapponesi (in buona compagnia con Miyazaki, Kon Satoshi e Katsuhiro Otomo), ritorna dopo soli quattro anni (“soli” per i suoi standard) con un nuovo film d’animazione, dopo la felice e stramba incursione nel mockumentario presentata lo scorso anno a Venezia (Amazing Lives of the Fast Food Grifters). Coprodotto dalla solita I.G. ma con la partecipazione di colossi del calibro della Nippon Television Network, Bandai Visual e Warner Bros., The Sky Crawlers aveva sulla carta tutte le credenziali per creare attesa negli spettatori e negli addetti ai lavori. Il risultato certamente non delude, ma andrebbe fatto un discorso certamente approfondito.

Sembra, infatti, che Oshii abbia voluto semplificare, affettare grossolanamente la propria personale poetica, già sguinzagliata, ed è l’esempio più clamoroso, nella dittico di Ghost in the Shell, in modo da elevare il suo status di regista da fenomeno di nicchia e di culto, letteralmente adorato da un’intera generazione di otaku, a popolare autore che lavora in favore di una target più ampio. La pellicola in questione, quindi, andrebbe osservata sotto due diverse lenti: andrebbe prima analizzata come film in sè, quindi contestualizzata all’interno della filmografia del regista. Nel primo caso trarremmo una conclusione piuttosto positiva; The Sky Crawlers, infatti, è un lavoro molto pulito, lineare, che si lascia furbescamente prendere sotto gamba dallo spettatore nella prima parte, sviluppandosi in maniera lenta e, apparentemente, girando a vuoto, per poi nella seconda incalzarlo e costringerlo a rivalutare il film nell’insieme. Un film solido e denso, quindi, dallo spiccato e interessante messaggio filosofico, che si fa apprezzare anche per i buoni inserti in CGI che caratterizzano tutte le scene aeree.

Poi, come si diceva, bisognerebbe poter vedere la pellicola sotto una luce diversa, che tiene conto del fatto che Oshii non è al suo debutto come regista ma che, anzi, ha già prodotto diversi film di grande valore. In questo caso non si può non constatare come The Sky Crawlers rappresenti un passo indietro rispetto, ad esempio, all’ultima fatica animata del regista (Innocence, nel 2004). Il film, infatti, risente di una riproposizione un poco affettata delle tematiche sempre care a Oshii; inoltre si tenga conto del fatto, già esternato più sopra, che il regista giapponese dà l’impressione di aver voluto sistematicamente e volontariamente semplificare e rendere più accessibile e fruibile la sua classica, e affascinante peraltro, deriva esistenzialista. A livello visivo, inoltre, l’animazione in 2D è smaccatamente inferiore alla controparte in CGI; la scelta, sicuramente voluta, lascia assolutamente interdetti.

In buona sostanza, comunque, Oshii sembra aver lavorato ottimamente in vista di una distribuzione internazionale e su vasta scala del suo ultimo lavoro. Ci si augura solamente che lo zoccolo duro dei suoi appassionati, che come per ogni regista di grande culto raggiungono a volte livelli di fanatismo, non abbandoni o boicotti quello che comunque rimane un buon lavoro, seppur inferiore ai precedenti.

Titolo originale: The Sky Crawlers
Nazione: Giappone
Anno: 2008

Genere: Animazione

Durata: 122′
Regia: Mamoru Oshii
Sito ufficiale: www.sky.crawlers.jp

Cast:
Produzione: Nippon Television Network Corporation (NTV), Production I.G.

Data di uscita: Venezia 2008