“Cattiverie a domicilio” di Thea Sharrock

Al primo sguardo le malvagie letterine (Wicked Little Letters è il titolo originale) del film diretto da Thea Sharrock (Io prima di te) potrebbero sembrare solo l’oggetto di una divertente una commedia un po’ sboccata con due performance attoriali straordinarie di Olivia Colman e Jessie Buckley. In realtà il film racconta anche come tra pettegolezzi e pregiudizi poco sia cambiato negli ultimi cento anni.

1920. Olivia Colman è Edith, una donna sfiorita e infelice che vive con un padre autoritario (il ruvido Timothy Spall) e una madre debole e asservita al marito. Nella casa accanto abita da poco Rose, l’attrice Jessie Buckley, che convive con un uomo (Malachi Kirby) che non è il padre di sua figlia Nancy: ufficialmente il marito di Rose è morto in guerra, ma sono in molti nel piccolo villaggio costiero di Littlehampton, a sospettare una pietosa e comoda bugia.

Dopo una prima iniziale amicizia, il rapporto tra Edith e Rose si interrompe quando Rose, durante la festa di compleanno del padre di Edith, si ribella all’autoritarismo dell’uomo, che già la ritiene una presenza disdicevole per la comunità e un pericolo per la virtù della sua quarantenne figlia.

Poco tempo dopo gli abitanti della ridente località – compresa la conservatrice e complessata Edith –  iniziano a ricevere lettere piene di insulti e di oscenità e i sospetti per l’oltraggioso scandalo che colpisce la cittadina non possono che cadere sulla sboccata, esuberante irlandese Rose, capro espiatorio perfetto, che viene infatti arrestata e condannata a qualche mese di carcere

E tuttavia la giovane e caparbia poliziotta Gladys Moss (nella realtà fu la prima poliziotta donna del West Sussex, qui interpretata da una convincente Anjana Vasan) non è convinta che sia tutto così semplice e con incastri così perfetti. Comincia quindi, malgrado gli ordini del suo capo e il dileggio dei colleghi maschi a indagare per conto proprio, aiutata da un gruppo di donne del paese, altrettanto insospettite. E alla fine, grazie a vari appostamenti e a qualche piccolo espediente da brillante investigatrice, la verita viene a galla.

La storia di queste due donne agli antipodi, Edith e Rose, e dello scandalo delle lettere piene di oscenità e insulti  è vera e questa quasi-dark comedy rimane abbastanza fedele allo svolgimento dei fatti reali , con qualche licenza per la drammatizzazione e una sceneggiatura frizzante di Jonny Sweet. Sarebbe però riduttivo parlare di Cattiverie a domicilio come di una semplice commedia: qui non è tanto importante chi ha commesso il crimine, quanto il come e il perché. Chiunque scriva le lettere è una donna infelice e senza potere, e le lettere – i cui testi sono quelli delle vere missive originali del 1920 – sono la sua catarsi, processo di liberazione e di fuga dalla realtà, unico modo per esprimersi quando la vita ti impedisce di farlo.

La pia Edith-Olivia Colman e Rose-Jessie Buckley che ama la vita in tutti i suoi aspetti sono una vera gioia per chi guarda, quando si scontrano tra pettegolezzi, invidia e odio represso, due figure agli antipodi del giudizio sociale riservato alle donne all’inizio del ventesimo secolo. I social network non esistevano, e l’odio e gli insulti viaggiavano via posta. Gli anni Venti sono quelli delle suffragette, le donne si coalizzano per ottenere il diritto di voto: allo stesso modo le donne di Littlehampton devono unirsi e allearsi per trovare la verità. E’ forse cambiato qualcosa in questi cento anni?

Titolo originale: Wicked Little Letters
Regia: Thea Sharrock
Interpreti: Olivia Colman, Jesse Buckley, Timothy Spall, Anjana Vasan
Nazione: Gran Bretagna, Francia
Durata: 100 minuti
Produzione: Sony Picture Classics
Distribuzione Italia: BIM Distribuzione
Uscita Italia (Cinema): 18 aprile 2024