SEQUESTRO ALL’ITALIANA di Michele Santeramo

Dal 27 ottobre al 8 novembre Teatri abitati, residenze teatrali in Puglia al Teatro Out off

SEQUESTRO ALL’ITALIANA
di Michele Santeramo
regia Michele Sinisi
con Vittorio Continelli e Michele Sinisi
scene , luci e costumi Michelangelo Campanale
direttore di scena Nicola Cambione
tecnico audio- luci Fabio Fornelli
suoni A SILENT PLACE
comunicazione ARTEFATTI adp
organizzazione Vincenzo Valla
cura del progetto Antonella Papeo
in coproduzione con il Comune di Andria
in collaborazione con il Festival Castel dei Mondi

“Solo le conseguenze dei fatti rendono un teatro vivo”.
E. De Filippo

La nostra è la messa in scena di un sequestro. All’italiana però. La coppia di maschi di questa storia ha deciso ed è stata indotta ad essere protagonista di un fatto di cronaca significativo: tengono in ostaggio una classe in un aula di una scuola.
È una farsa. E forse è questo il problema. Ci sono tratti determinati dal DNA, che non fanno prendere sul serio nemmeno le tragedie. Che questa sia una maniera sbagliata di morire senza coscienza, o giusta di sopravvivere leggermente, è una considerazione che lasciamo allo spettatore.

Sequestro all’Italiana è la storia di un fallimento: volevamo lavorare sul “candore” e siamo arrivati a mettere in scena il suo opposto.
Non descriviamo l’attualità, che è troppo veloce perché uno spettacolo teatrale possa starle dietro. Il tentativo è di mettere in scena i tipi umani da cui scaturisce questa attualità, sempre diversa nei suoi esiti, ma determinata da vizi antichi. Negli ultimi tempi riviste specializzate, quotidiani, mezzi di informazione, sulla base di interessi economici, politici e scientifici, pubblicano servizi sulle raffinatissime tecniche di analisi genetica. Si sta cercando di costruire una banca dati del DNA di un gruppo di persone sempre più vasto sull’intero pianeta terra. Già ora, grazie ai dati immagazzinati dalle ricerche sin qui condotte, è possibile ricostruire gli spostamenti di massa degli uomini del passato. Ma l’evoluzione non è solo un fenomeno del passato. I geni sono in continuo mutamento, sono (tecnicamente) premiati dalla selezione naturale, regolano il nostro adattamento alle malattie, al clima, alla esposizione al sole e anche al pensiero politico.
Oggi, ci sembra, i geni si sono modificati per premiare secondo logiche definite oscure ma che sono invece luminosissime; dalla legge del più forte a quella del più furbo, in un tempo in cui furbizia e intelligenza non si stringono nemmeno la mano.
L’attualità, ancora l’attualità, ti fa avere a che fare con gente che dimentica, rimanda, fa finta di niente; questo, nel migliore dei casi. Non è una colpa politica, è una condizione delle persone.
Corrado Alvaro ha scritto un articolo su un fatto di cronaca accaduto ad Andria nel secolo scorso. In quell’articolo, l’uccisione delle sorelle Porro, viene fuori un affresco della città, del vivere in comunità, a dir poco inquietante.
Come al solito, guardiamo al particolare per tentare uno sguardo sul tutto. Partiamo dal fatto locale per descrivere un comportamento, un bisogno, una necessità, che sono riscontrabili ovunque.
Si può fare qualunque cosa, macchiarsi di qualunque crimine, ma basta poi convocare una televisione, per dire “chiedo scusa” in primo piano. Ve lo ricordate, no? Un uomo entra in una scuola materna e sequestra una classe di bambini perché vuole assolutamente parlare col sindaco. Non ha parlato con lui, ma ha rilasciato un’intervista.

Michele Sinisi (1976), attore e regista teatrale, più volte segnalato per il “PREMIO UBU”, fonda il teatro minimo con Michele Santeramo. Autore ed interprete dei suoi spettacoli, tra i quali: Otello (o la gelosia di Jago) (1998), Ettore Carafa (2000), Li Mari Cunti (2001), Konfine (SELEZIONE ENZIMI TEATRO 2003), e Murgia (cartolina di un paesaggio lungo un quarto), spettacolo GENERAZIONE SCENARIO 2003. Attore in Accadueò (VINCITORE LE VOCI DELL’ANIMA 2004), Sette contro Tebe, Vico Angelo Custode del teatro minimo, e Sacco e Vanzetti, loro malgrado di Santeramo, regia della Gonella, Noccioline di Paravidino, regia Binasco e I Reduci di Santeramo e Bia, regia Bruni. Autore di studi su: Macbeth e Moby Dick. Il suo ultimo solo è l’AMLETO. Regista de Il sogno degli artigiani. Attualmente lavora alla messa in scena di Riccardo III e Sequestro all’italiana come attore e regista.

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