“The Tempest” di Julie Taymor

Prospera, nuova eroina shakespeariana

Venezia 67. Fuori Concorso – Film di Chiusura
Nuovo adattamento del tardo capolavoro di William Shakespeare, che si propone come femminista e rivoluzionario ma in realtà rivoluziona ben poco.

Su un’isola sperduta, la maga Prospera vive con la figlia Miranda e rimpiange il trono di Milano, che le spettava di diritto ma che le è stato usurpato dal fratello Antonio. Gli unici altri abitanti dell’isola sono Calibano, nativo della terra e figlio della defunta strega Sycorax, ridotto da Prospera in servitù dopo un tentativo di violenza della figlia, e Ariel, uno spirito che serve fedelmente Prospera per dimostrare la sua riconoscenza: la maga, infatti, tempo addietro l’ha liberato da un incantesimo di Sycorax. Il destino, però, porta sulle rive dell’isola proprio l’usurpatore Antonio, sopravvissuto al naufragio della sua nave dopo una terribile tempesta provocata dagli straordinari poteri di Prospera, che spera di ritornare al trono di Milano: con lui, il re di Napoli Alonso, suo fratello Sebastian e il giovane figlio ed erede al trono Ferdinand, il consigliere Gonzalo, e i servitori ubriaconi Stephano e Trinculo. La magia di Prospera riuscirà a guidare gli eventi fino a riuscire a tornare sul trono di Milano, ma non prima di aver rinunciato per sempre alla sua magia.

Il capolavoro tardivo di William Shakespeare, secondo molti l’utlima opera che il bardo scrisse senza l’aiuto di altre mani, viene ancora portato sul grande schermo. In questo caso i’idea di modernizzazione, ormai inevitabile per giustificare un ulteriore adattamento cinematografico dell’opera shakespeariana, risiede nel trasformare il personaggio principale, il mago Prospero, in una donna, Prospera, reinventando così l’impianto sostanzialmente maschile dell’opera originaria, che vedrebbe la sottomessa Miranda come unico ruolo femminile. La Taymor, con un approccio femminista, offre il ruolo di Prospera a Helen Mirren dando quindi nuova lettura agli eventi della storia, soprattutto facendo sembrare l’usurpazione del trono di Milano da parte del fratello Antonio come una prevaricazione maschilista ai danni della sorella.

Fin dal primo momento, però, si ha la netta impressione che non vi sia stato in realtà alcun cambiamento sensibile: non tanto perché la Taymor propone il testo secondo l’originale shakespeariano, scelta in questo caso ragionevole, ma perché Prospera viene comunque dipinta con forti tratti maschili, il che fanno sembrare la rivoluzione femminista più formale che sostanziale. E anche perché poco si spiega la sottomissione di Miranda e l’atteggiamento nei confronti di una madre che ha tutto l’aspetto di un padre: una lettura davvero femminista dell’opera, infatti, non poteva prescindere da una profonda rianalisi del personaggio di Miranda, unica donna nell’opera originale che la Taymor ritrae sempre come una fanciulla in tutto e per tutto asservilita al padre.

La scelta di Djimon Honsou nel ruolo di Caliban, senza dubbio il più interessante dell’opera insieme a Prospero, è invece azzeccatissima ed in piena sintonia con l’interpretazione postcoloniale della Tempesta ormai in voga da decenni, ma anche in questo caso la rivoluzione ha un precedente. Già nel 1945, infatti, l’afroamericano Canada Lee aveva interpretato il ruolo in una produzione di Broadway; in quel caso però, a dare al personaggio un sapore postcoloniale era solo il colore della pelle e non l’effettiva origine, come invece con Honsou, nato e cresciuto in Benin.

Quello che però non fa decollare l’adattamento è l’incapacità della Taymor di innovare veramente il cuore dell’opera, in cui l’unico elemento davvero rivoluzionario si limita al casting mentre testo, interpretazioni e messa in scena rimangono di impianto fortemente teatrale e classicista. Ma il colpo finale sono gli effetti speciali alquanto malfatti e posticci, spesso ingenui e ingombranti, e convincono solo in parte anche i momenti musicali, che forse vogliono recuperare l’ampio utilizzo della musica che caratterizzava le originali rappresentazioni elisabettiane.

La Taymor, al suo secondo adattamento cinematografico di Shakespeare dopo Titus, si lascia quindi andare ad una deriva di dubbio gusto che vorrebbe essere postmoderna, postcoloniale, postfemminista, ma la cui innovazione non lascia mai la superficie. Come definire poi certi costumi, in particolare il ridicolo abito che indossa Miranda nella scena finale, o le nuvole del cielo che sembrano appiccicate su ogni inquadratura con una versione a basso costo di Photoshop? Non ce ne voglia Nanni Moretti, ma questa volta non ci sono altre parole: il film è, nel complesso, davvero kitsch. E diciamolo, anche cheap.

Titolo originale: The Tempest
Nazione: USA
Anno: 2010
Genere: Drammatico
Durata: 110’
Regia: Julie Taymor
Cast: Helen Mirren, Ben Whishaw, Djimon Honsou, Felicity Jones, Reeve Carney, Russell Brand, Alfred Molina, David Strathairn, Chris Cooper, Alan Cumming, Tom Conti
Produzione: Julie Taymor, Bob Chartoff, Lynn hendee e I and Julia Tempest Production
Distribuzione: Icon Entertainment International
Data di uscita: Venezia 2010 (cinema)