Benoît Jacquot, dopo aver reso cinematografici Henry James, Dostoievski, Marivaux e il Marchese de Sad, adatta un romanzo di Don DeLillo, The Body Artist, e ne trae un film estremamente personale.

Per À Jamais, la musa del regista è la brava Jukia Roy; e come ha sempre fatto per le sue amate attrici, come Isabelle Huppert, Isabelle Adjani, Catherine Deneuve, Jacquot costruisce finemente sulla Roy il personaggio di Laura.

Come sempre il suo cinema parla e guarda alla coppia. Protagonisti di questa storia sono quindi Laura e Rey (Mathieu Amalric). Lei è un’attrice di teatro. Lui è un regista e sceneggiatore cinematografico con il blocco dello scrittore. Il loro incontro è un colpo di fulmine.imageVanno a vivere subito insieme in una villa affacciata sul mare. Il loro rapporto è esclusivo, tutto il resto del mondo è lasciato fuori. Quando Rey muore a causa di un incidente, Laura si trova ad affrontare da solo la perdita e il lutto.

Il cinema di immagini e di poche parole, di tanti sguardi che parlano, cui Jacquot ci ha abituati, è qui fin troppo pretenzioso nell’indagare il vuoto e la perdita provati e patiti da Laura. Nelle sfaccettature del lutto, che vanno dal rifiuto di accettarlo all’immedesimazione nell’amato, À Jamais è un dramma noioso.