“Cercasi tenore” di Ken Ludwig al Teatro Manzoni di Milano

I due tenori

Cleveland, anni ’30. Max (Gianfranco Jannuzzo) è un uomo timido e impacciato. Potrebbe essere un buon tenore, ma lavora come factotum in una compagnia lirica, dal cui capo è tiranneggiato e insultato. È innamorato della figlia di quest’ultimo, che però non lo degna di attenzione. Lei, come tutte le donne, non ha occhi che per Tito Moreno, “lo stupendo”, il divo spagnolo del canto lirico. Ed è proprio Moreno che tutti stanno attendendo per una recita dell’Otello. Arrivato in albergo, dopo un litigio con la moglie, il tenore rimane vittima di un cocktail di alcool e sedativi (sembra persino morto). Lo spettacolo sta per cominciare: cosa fare? Il primo atto si chiude sulla decisione di mandare in scena Max al suo posto, mentre nell’altra stanza il divo dà i primi segni di risveglio.

Il secondo atto inizia dopo lo spettacolo, che è andato benissimo: Max si è dimostrato ottimo cantante e nessuno si è accorto della sostituzione. A questo punto, però, iniziano gli equivoci: mentre Max è ancora in costume di Otello e riceve nella “sua” suite alcune donne, ad aggirarsi nelle stesse stanze, sempre vestito da Otello, è anche il vero Tito Moreno, nel frattempo risvegliatosi.

La commedia – che, attraverso gli strumenti della farsa, sviluppa una satira all’acqua di rose dei meccanismi del successo e del divismo – si avvale di una scena elegante e di uno Jannuzzo spiritoso e misurato. Ci si può però chiedere se per la parte di Max non sarebbe stato più credibile un attore più giovane e che facesse emergere con maggiore evidenza, prima del travestimento, la contrapposizione fisica con il divo “bigger than life” – come accade nell’edizione diretta a Broadway da Stanley Tucci. Si ha poi l’impressione che lo spettacolo ci metta un po’ troppo a carburare, prima di arrivare agli equivoci e agli scambi di persona che ne sono il fulcro comico, e che soffra di alcune scelte non proprio felici, come quella di far parlare il tenore e la moglie in uno spagnolo forzatamente caricaturale, che diventa presto monotono (per non dire fastidioso) e che (appiattendo il contrasto) toglie senso allo spagnolo – quello sì caricaturale per una ragione plausibile – di Max.

CERCASI TENORE di Ken Ludwig
Traduzione di Lilla Picciotto
Regia di Giancarlo Zanetti
Con Gianfranco Jannuzzo, Milena Miconi, Federico Pacifici, Claudia Coli, Tiziana Bagattella, Fabrizio Apolloni, Rodolfo Medina, Stefania Papirio.
Musiche di Luciano Francisci.
Scene di Nicola Rubertelli.
Costumi di Dora Argento.
Luci di Franco Ferrari.
Produzione Fenice srl
Al Teatro Manzoni di Milano dal 7 al 26 febbraio 2012