“DIABOLIK – VALENTINA” DI TEATRINO DELLA NEVE

I fumetti leggimeli tu

Che bello vedere i fumetti; vederli grandi come fossero un film al cinema; e poi sentirli, anche: sentire le voci di qualcuno che li legge per te, così tu ti liberi della fatica di seguire con gli occhi le battute, e te li godi, finalmente, pieni di disegni, di linee, di particolari.

È un’ora di godimento per tutti i fumettari doc Diabolik -Valentina, messo in scena dal Teatrino della Neve e visto al Teatro San Mauro di Noventa di Piave. Non lo si può chiamare spettacolo, non lo si può chiamare lettura scenica, e allora non chiamiamolo ma proviamo a descriverlo.

Sul palcoscenico è montato uno schermo, di fronte al quale sta un proiettore; ai lati del palco ci sono dei leggii, a cui si posizioneranno Walter Sabato e Marta Padovani (autori), Giovanni Betto e Chiara Morandin, ovvero la compagnia Teatrino della Neve. Si spengono le luci, lo schermo si riempie di vignette: ma una per volta, a ingrandirsi bene nello schermo, susseguendosi una dopo l’altra. A mano a mano che i dialoghi si alternano, sono le voci degli attori a dar vita ai personaggi, con una sorta di doppiaggio live (con qualche lieve imprecisione sui tempi, ma nulla di impossibile da migliorare) che regala a tutti quella sensazione bellissima, quasi dell’infanzia non fosse per i contenuti, del “mettiti comodo, che questa sera ti leggo una storia”. Siamo di fronte, come scrivono le note di regia, a “un videofumetto con voci dal vivo per rivivere, in forma inconsueta, due nuvolette cult degli anni ’60: Diabolik e Valentina, per una serata tutta all’insegna del noir”.

Non c’è rielaborazione drammaturgica delle due storie – saggia decisione per evitare le ire dei puristi – ma un susseguirsi dei due episodi separati, collegati unicamente dal fatto che entrambi sono icone del comic made in Italy. Di Diabolik – che quest’anno compie 50 anni – si legge Duello tra criminali, prima pubblicazione a colori per il personaggio delle Sorelle Giussani tratta dal Librone rosso del 1974; e della fotografa milanese creata da Crepax va “in scena” Ciao Valentina, datato 1966.

Ed è molto bello stare lì, nel buio, a sentirli parlare, quei personaggi mitici, in grado di dominare interi immaginari. A volte le voci sono come te le sei sempre immaginate, a volte no: e allora scatta un senso di adesione, o di stupore, o di rifiuto. Le digitalizzazioni di Walter Sabato e Marta Padovani – che hanno fatto, e bene, un lavoro faticosissimo: ovvero hanno scansionato tutte le vecchie strisce, una per una, ripulendole dei retini grafici e montandole poi in un unico video – regalano agli occhi quel riposo che la lettura famelica del fumetto va a finire che trascura: e allora, per esempio, che scoperta gli stilosissimi arredi di Diabolik, che design, che eleganza in quella Milano anni ‘70. E efficace è anche il tocco di colore – digitale, ovviamente – che Marta Padovani regala a Ciao Valentina: “poco, perché non mi piace essere troppo invadente nel lavoro di altri artisti”, ci racconta, ma Valentina con l’ombretto viola o con le labbra che si accendono a poco a poco di rosso sangue è un’ondata di sensualità molto raffinata.

E proprio così, raffinato, finisce: con Billie Holiday che canta roca I’m a fool to want you, le luci che si accendono e gli attori si svelano al pubblico: le signore fasciate in abiti confetto, comprati veramente nei negozi vintage di Manhattan; e gli uomini in un nero diabolico. Marta Padovani ha anche un caschetto nero preciso come una sciabolata. Che bello.

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