“From Medea” di Grazia Verasani

Al debutto la nuova produzione di Nuova Scena

“From Medea” di Grazia Verasani: una tragedia antica e drammaticamente attuale
Una riflessione sull’istinto materno oltre ogni ipocrisia

Mercoledì 9 aprile, alle ore 21.30, nella Sala InterAction dell’Arena del Sole, Nuova Scena – Teatro Stabile di Bologna presenta, in prima nazionale, From Medea (maternity blues) di Grazia Verasani, regia di Riccardo Marchesini, con Susanna Marcomeni, Francesca Mazza, Federica Fabiani, Elisa Rampon. Scene di Leonardo Scarpa, costumi di Elena Dal Pozzo, luci di Francesca Zarpellon, musiche di Paolo Emilio Marrocco.

REPLICHE FINO A MARTEDÌ 29 APRILE, ORE 21.30 – DOMENICA ORE 16. 30 – LUNEDÌ RIPOSO
Dal 9 al 13 aprile in Sala Grande Inventato di sana pianta di Luca Ronconi

Dopo una serie di fortunate esperienze sul piccolo e grande schermo, il regista Riccardo Marchesini approda al teatro con la pièce di Grazia Verasani, scrittrice noir bolognese (il suo libro più noto Quo Vadis, baby? del 2004 fu portato sul grande schermo da Gabriele Salvatores). Unico testo teatrale di Grazia Verasani, From Medea è in corso di rappresentazione anche in Francia e in Germania.
Lo spettacolo, prodotto da Nuova Scena – Arena del Sole – Teatro Stabile di Bologna, è interpretato da Susanna Marcomeni, attrice di cinema e teatro, proveniente dalle esperienze con Strehler, Lavia, Branciaroli, Orsini, Wertmüller, qui nei panni di Eloisa, da Francesca Mazza (Marga) e dalle giovani Federica Fabiani (Vincenza) e Elisa Rampon (Rina).

Come la Medea di Euripide, Rina, Vincenza, Eloisa, Marga hanno attuato il proprio annientamento. Chiuse nella stanza di un ospedale psichiatrico giudiziario, trascorrono il loro tempo espiando una condanna che è soprattutto interiore, il senso di colpa per un gesto che ha vanificato la propria esistenza. «Il dramma – racconta Grazia Versani – nasce dalla necessità di esprimere una pìetas profonda per le donne che la depressione ha reso doppiamente assassine. Quando uccidi tuo figlio, è te stessa che fai fuori in quel momento». Il testo nasce nel 2001, quando in Italia era appena scoppiato il caso Franzoni. «Ho scritto From Medea – spiega l’autrice – come reazione ad un senso di disgusto che ho provato in quei giorni di fronte al modo in cui il caso venne trattato sui giornali, nei talkshow e nei vari “porta a porta”». Il testo è infatti anche una riflessione sull’istinto materno, sulle falsità contrabbandate da pubblicità e tv su una decantata maternità “all’acqua di rose”, e un’accusa a una società che ha sempre bisogno di creare mostri e di giudicare un malessere che invece non può essere liquidato con superficialità mediatica. «Non è stato facile interpretare il ruolo di una border-line, come sono le donne di questa piece, – spiega Susanna Marcomeni – calarsi nella parte di una madre che, in preda alla disperazione della malattia e alla solitudine in cui spesso le donne vengono lasciate, arriva ad uccidere il proprio figlio. Come recita una poesia di Brecht sull’infanticidio “Non giudicate, ognuno ha bisogno dell’aiuto dell’altro”». «Quando ho avuto tra le mani il testo di From Medea – aggiunge Francesca Mazza – la prima reazione di fronte alle quattro donne che si macchiano di una colpa così grande è stata un ritrarsi di fronte al giudizio e la volontà di capirle, queste donne. Dal punto di vista umano non puoi giudicare la sofferenza, anche mentale di una donna, la cui follia arriva ad un gesto così forte di auto-distruzione».

La pièce alterna momenti di forte pathos drammatico ad altri di leggerezza liberatoria, mostrando di queste donne non solo la schiacciante zavorra del rimorso, il viatico della cura, l’anticamera di una possibile e legittima risalita o il suicidio più o meno allegorico della resa, ma anche la loro umanità frammentata, la gioia per una festa di compleanno, le lettere al mondo che aspetta fuori e di cui hanno paura, gli stati d’animo che si danno il cambio. «Mi ha entusiasmato fin da subito – afferma Marchesini – come il dramma di queste donne lasci spazio anche repentinamente, a momenti di allegria, di come disperazione e speranza, malinconie e piccole gioie, avvicinamento e lontananza potessero alternarsi in queste vite confuse, in bilico tra desiderio di futuro e annullamento». Il testo presenta una costruzione quasi cinematografica, con una rapida successione di scene molto brevi, momenti di vita e stati d’animo, che si alternano quasi per “stacco”, come avviene nel cinema quando si passa da una sequenza a un’altra. «Quest’alternanza di ritmi, emozioni, umori e stati d’animo – continua Marchesini – ha costituito per tutti noi la sfida più interessante nel tentativo di portare sulla scena uno spettacolo che restituisse tante piccole sfumature».

Informazioni, prenotazioni e vendita: Arena del Sole, Via Indipendenza 44, Bologna
Tel. 051.2910.910 • vendita on-line biglietti www.arenadelsole.it
ORARI BIGLIETTERIA lunedì ore 15.30-19; martedì – sabato ore 11-19 (esclusi festivi)
Teleprenotazioni con carta di credito: tel. 051.648.63.87 (feriali ore 15.30 – 18.30