Giuseppe Giacobazzi fa il tutto esaurito a Bologna

Tre serate all'EuropAuditorium con il suo "Apocalypse"

Dal 4 al 6 aprile un grande successo di pubblico per Giuseppe Giacobazzi all’EuropAuditorium

È il comico del momento. E lo dimostrano anche i numeri: tre serate consecutive – dal 4 al 6 aprile – di sold out all’EuropAuditorium di Bologna, il più grande teatro dell’Emilia Romagna.

E’ talmente capiente che a riempirlo tutto fanno fatica anche le compagnie più affermate, mentre lui, Giuseppe Giacobazzi, romagnolo d’origine ma bolognese d’adozione, ci riesce da solo senza nessuna fatica. Poi, una volta sul palco, porta avanti uno spettacolo che di fatto è un unico, intero monologo per più di due ore, senza mai – e sottolineo il mai – scendere di tono un secondo. Si ride sempre, di continuo, dalla prima all’ultima battuta. Non solo. Si applaude anche sempre, perché dietro al suo Apocalypse c’è molto più di una semplice risata.

Apocalypse “non perché io creda che nel 2012 finirà davvero il mondo, ma perché quella che si è verificata da quando eravamo piccoli noi cinquantenni ad oggi è una vera e propria rivoluzione dei costumi, un’apocalisse”. E così si torna indietro nel tempo per scandagliare i decenni a caccia di differenze: tante, infinite. Se prima c’erano i giochi da spiaggia come il going, oggi ci sono playstation e computer; se prima ci si metteva in contatto con la “gabina” telefonica, adesso lo si fa tramite telefonini e internet. E poi la pubblicità: semplice, diretta, basica un tempo, arzigogolata e piena di nemici (leggi: acaro della polvere, omini della neve e popolo del water) ai giorni nostri.

Dentro al racconto di ciò che fu, Giacobazzi non esita a infilare qualche esperienza personale, tratta direttamente dalla sua infanzia e adolescenza bolognese: il Reno, i pescatori, le discoteche degli anni ’70-’80, i motorini e le auto che un tempo giravano per le nostre strade (il Ciao, la Vespa, il Garelli, la Diane).

Ma tra un episodio e l’altro, tra una risata e un applauso, non tarda a uscire fuori il Giacobazzi che riflette e dice cose molto vere, in un’analisi della società tanto semplice quanto drammaticamente reale: certo, una volta mancavano i soldi e la tecnologia, non si parlava di hotel cinque stelle né di paghette, non si sapeva cosa fosse il web; eppure si riusciva ad essere felici con molto poco, sgombri da tutte quelle pressioni sociali, culturali, da tutti quei condizionamenti e anche da tutte quelle mancanze valoriali che oggi pesano sulle giovani generazioni come una zavorra. Insieme al benessere, mancava anche il precariato, la crisi, la necessità di essere sempre i primi, ad ogni costo. “Dovete insegnare ai vostri figli che il numero due non fa schifo e che perdere ogni tanto non è poi così terribile. Anzi, la sconfitta di oggi sarà una più bella vittoria di domani”.

Poi eccolo di nuovo cambiare argomento e mettersi a discutere di sessi (la differenza tra uomo e donna) e di sesso: la superiorità femminile è indubbia, c’è, va considerata e non la si può negare. L’uomo è un essere semplice, la donna va interpretata. Come? “A dare una mano ai maschietti” ci pensano certi giornali assurdi come Men’s Health (di cui porta con sé sul palco una copia). Chiunque abbia sfogliato almeno una volta una rivista del genere non ci metterà molto a immaginare quante fonti di ilarità si possono trarre da essa. E così l’umorismo in sala cresce, i volti si rilassano ora che non si parla più di politica e di crisi economico/sociale. Fino a chiudere sulla guerra, questa “azienda bellica” che – purtroppo – non fallirà mai.

Giacobazzi saluta, ringrazia con affetto la sua amata Bologna (“qui sono a casa”) e lancia un ultimo, accorato consiglio: “Siete liberi. Non dimenticatelo mai!”.

Il prossimo appuntamento al Teatro EuropAuditorium è previsto il 16 aprile con la Doctor Dixie Jazz Band e poi il 23 e 24 aprile con Paolo Conte.

www.teatroeuropa.it

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Chiara Giacobelli è una scrittrice e giornalista nata nel 1983. Si è laureata a pieni voti in Scienze della Comunicazione e poi Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. E' iscritta all'Ordine dei Giornalisti dal 2006 e ha pubblicato undici libri, tra cui il pluri-premiato saggio biografico "Furio Scarpelli. Il cinema viene dopo" realizzato insieme ad Alessio Accardo di Sky Cinema e al critico Federico Govoni. Nel 2016 è uscito il suo romanzo d'esordio "Un disastro chiamato amore" edito da Leggereditore del gruppo Fanucci. Come giornalista collabora anche con il gruppo Cairo Editore (Bell'Italia e In Viaggio), Affari Italiani, Luxgallery, oltre a tenere un blog culturale sull'Huffington Post. Il suo sito è www.chiaragiacobelli.com, oppure potete seguirla tramite Facebook, LinkedIn e Twitter.