“Intervista a Lino Toffolo”

"Lei chi è?" Toffolo a confronto con la malattia

A colloquio con l’attore e regista di Murano che, sulla scia del successo televisivo di “Scusate il disturbo”, porta sul palcoscenico una storia che alterna ai toni leggeri i risvolti drammatici.

[/Dal piccolo schermo al palcoscenico. Da “Scusate il disturbo” a “Lei chi è?”,
il nuovo spettacolo di cui Lino Toffolo è autore, regista e protagonista, che
dopo il debutto a San Donà di Piave sarà replicato sabato 9 gennaio 2010 a
Chiampo. Il trait d’union fra la fiction televisiva , andata in onda lo scorso
marzo ,e  il  testo , nuovo di zecca, che Toffolo porta in palcoscenico è la
grave malattia da cui sono affetti i due personaggi che interpreta, l’
alzheimer. “Un tema lontano dalle mie corde usuali che volevo affrontare da
tempo, ma con i toni che mi sono congeniali  . Non potevo, dopo tanti rifiuti 
motivati in sostanza dall’impossibilità di far sorridere con leggerezza con i
ruoli che mi offrivano,  lasciarmi sfuggire   l’opportunità offertami da Lino
Banfi e Luca Manfredi – sottolinea Toffolo – ma mentre nella fiction televisiva,
vesto i panni di Peppino , che , bontà sua, si ammala di Alzheimer, ma prima è
un tale  che in tutto il Veneto definiremmo un “mona” , il protagonista di “Lei
chi è?” è  un brillante imprenditore, a conferma, ce ne fosse bisogno, che la
malattia non guarda in faccia a nessuno. Capita che  a un certo punto si
cominci   a ricordare con fatica  dei dettagli apparentemente insignificanti. 
Dapprima non ci si  fa caso, si dà la colpa alla stanchezza, allo stress…
finché accade che uno non riesca più a tornare a casa!».  . Un personaggio
pensato da altri il Peppino di “Scusate il disturbo” ,  un personaggio che Lino
Toffolo si è costruito addosso l’imprenditore protagonista di “Lei chi è?”
Misurarmi con tematiche di questo genere, ha avuto per me il sapore della
sfida. A teatro vanno bene i malati “immaginari”, quelli veri…spaventano. Si
trattava di trovare un equilibrio fra il rispetto della malattia e dei malati ,
la leggerezza  dei miei allestimenti  e i risvolti drammatici inevitabili
quando ci si deve confrontare con l’alzheimer che porta, prima che alla morte,
all’annientamento psichico dei pazienti.- prosegue Toffolo – Così ho scelto di
entrare subito nel vivo della malattia, affrontando nella prima parte dello
spettacolo le fase in cui il protagonista è ormai gravemente ammalato, mentre
nella seconda si torna indietro nel tempo, per la precisione di tre anni,
quando i primi sintomi possono ancora far sorridere “Nel lavoro di stesura del
testo qualche particolare accortezza?” Certo non è stato semplice. Non volevo
congedarmi dal pubblico  in un contesto troppo carico di pathos, per cui  gli
spettatori, grazie a questa inversione cronologica, vanno  a casa con il
sorriso sulle labbra, col ricordo degli svarioni dovuti ai primi sintomi del
male. –conclude l’attore e regista muranese –  Come al solito,poi,  la prima
stesura è stata in italiano, e poi ’ho “tradotto” il lavoro  in lingua veneta.
Così cerco, da un lato,  di evitare il rischio di calcare troppo la mano, dall’
altro di restare fedele a quella che è un po’ la mia stella polare,. il
Settecento veneziano e il più grande autore che abbia espresso, quel Carlo
Goldoni , la cui ironia era anche una forma di pudore”.Spontaneo un ultimo
interrogativo. Riuscirà questa volta Toffolo a far..piangere  il suo pubblico ?”
Chi verrà, vedrà..”replica lapidario In scena accanto a Lino Toffolo Evi Ferro,
Francesco Pinzoni,  Francesca  Toso, Anna e Paolo Toffolo, nella doppia
veste di interpreti e musicisti.
Le musiche sono state composte da Paolo Toffolo,le scene sono firmate da Paolo Lunetta.