“Nymphomaniac – Volume 2 (long version)” di Lars von Trier

Director's Cut solo alla Mostra del Cinema di Venezia

Venezia 71. Fuori Concorso
Joe prosegue il racconto della sua vita sessuale all’enigmatico Seligman. A seguito di una prolungata incapacità di avere un orgasmo, Joe sperimenta nuove pratiche sessuali, passando dalle orge al masochismo, per poi sperimentare anche un rapporto lesbico, che si rivelerà più complesso di quanto pensasse. La caduta e la redenzione di Joe culmineranno nel finale della sua storia, in cui scopriremo come sia finita nel vicolo dove Seligman l’ha raccolta.

Nel secondo capitolo di Nymphomaniac, von Trier racconta la discesa agli inferi, fisica e spirituale, di Joe. Il passaggio dalla gioia alla sofferenza, dalla esuberante scoperta e accettazione della propria sessualità al suo progressivo abbrutimento è affidato a una metafora, quella della Chiesa Orientale e di quella Occidentale: luminosa e concentrata sulla gioia della salvazione la prima, sofferta e focalizzata sul sacrificio e sulla morte la seconda.

Dopo anni di sesso disinibito e sfrenato, Joe diviene incapace di avere un orgasmo: questo la porterà a sperimentare pratiche sempre più estreme. La ricerca del piacere diventa una ricerca della propria identità, attraverso un percorso di penitenza e redenzione che porta Joe ad allacciare l’unico rapporto di amicizia della sua vita, quello con lo studioso-confessore Seligman. Anche questa nota felice, tuttavia, è destinata a spegnersi, a contaminarsi dell’ennesima dissonanza della vita di Joe: von Trier disegna un finale privo di speranza, coerente con quanto detto e raccontato durante il film.

Il secondo capitolo di Nymphomaniac è di forte impatto, anche se la sua versione integrale non aggiunge nulla a quanto visto in quella breve. Il non visto, a volte, ha un impatto maggiore di ciò che si mostra, si esibisce, ma von Trier sembra non essere d’accordo con questa lezione, e abbonda di immagini pornografiche, sanguinolente e pulp. Queste creano sì un interessante contrasto con le immagini liriche con cui il regista le alterna, ma finiscono per risultare inutili e superflue rispetto al messaggio che von Trier vorrebbe comunicare.

La Gainsbourg mette tutta se stessa nella parte di Joe, ma non riesce a coinvolgere in alcun modo lo spettatore, né in positivo né in negativo, e non riesce quindi a comunicare appieno il passaggio della ragazza dalla gioia alla sofferenza, dalla serena accettazione del proprio corpo alla sua umiliazione, per poi risorgere nuovamente, in un processo di redenzione tipicamente cristiano che von Trier sottolinea con accostamenti tanto blasfemi quanto geniali. Il film è denso di parole, ma non sa parlare allo spettatore, provoca ma non scuote, cerca di educare, ma finisce per diventare verboso, didascalico e ripetitivo. Nelle immagini e nelle metafore sta infatti il punto di forza del film, che per il resto è invece poco efficace, povero di contenuti originali, una lunga seduta psicanalitica di concetti stradetti e critiche al politically correct, che sembra più un’apologia delle azioni del regista che l’espressione della sua visione del mondo e della sua poetica.

Restano le meravigliose immagini, perfettamente accompagnate da una musica ora classica, ora elettronica, in un crescendo di emozioni che raccontano la storia di Joe meglio di qualunque monologo e ragionamento filosofico d’accatto. Von Trier perde il controllo di un film che avrebbe potuto rendere ben più profondo, preferendo la forma alla sostanza, e mostrando così di non aver compreso lui stesso quella lezione che cerca di impartire per tutto il film.

Titolo originale: Nymphomaniac – Volume 2 (long version)
Nazione: Danimarca
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Durata: 180’
Regia: Lars von Trier
Cast: Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Stacy Martin, Willem Dafoe, Mia Goth, Shia LaBeouf.
Data di uscita: Venezia 2014