“Scott Pilgrim vs. the World” di Edgar Wright

Scott Pilgrim vince il Cinema

Non molto tempo fa, nella misteriosa landa di Toronto, Canada, Scott Pilgrim stava frequentando una liceale. Ma Knives Chau non solo è una liceale e per di più di una scuola cattolica, con la divisa e tutto il resto, ma è anche cinese. Scott suona il basso nei Sex Bob-Omb e condivide un monolocale con il coinquilino gay Wallace. La vita scorre liscia come solo quella di un bamboccione 23enne, disocuppato e mai cresciuto può scorrere.

Ma Scott sa, nel profondo, nel suo subspazio, che le cose non vanno veramente, che qualcosa o qualcuno manca. Ed è in questo preciso momento che nei suoi sogni entra, letteralmente, la fatale, bellissima, pattino munita e violacrinita Ramona Flowers. Il nostro fa di tutto per uscire con l’esotica (l’americana!) ragazza. La scintilla scocca istantanea, la prima notte è magica. Ma, inaspettatamente, i sette malvagi ex di Ramona si riuniscono in una lega sotto la supervisione dell’oscuro Gideon per organizzare la controffensiva contro Scott, sconfiggerlo e prendere controllo della vita sentimentale della contesa ragazza. Riuscirà il povero Pilgrim a prevalere in battaglia, vincere l’amore di Ramona, non spezzare il cuore di Knives, trovare un contratto discografico per la sua band e non ingrassare mangiando pane all’aglio? Molte e onerose sono le missioni per un eroe.

Edgar Wright è uno di noi: ha 36 anni, è cresciuto guardando Spielberg, Don Siegel, John Woo e Sergio Leone, giocando a Zelda, Tetris e PacMan. La sua prima, vera possibilità lavorativa (la serie Tv inglese Spaced) la spende girando attorno a nerd e sfigati (fumettisti e scrittrici fallite). I suoi primi due film (L’alba dei morti dementi e Hot Fuzz) sono esaltanti spoof (parodie), rispettivamente dei film di Romero e delle action comedy. Edgar Wright si scontra con i sei numeri del fumetto Scott Pilgrim (l’appendice vs. the World del film sarebbe il titolo del secondo volume), a opera del giovane canadese Bryan Lee O’Malley, si innamora pazzamente e scrive e dirige questo film.

Un film, questo, che se non cambia la Storia del Cinema sicuramente le sfreccia accanto in rollerblade, le dedica una tonitruante e impertinente pernacchia e procede dritto per la sua strada, ridefinendo per sempre il concetto di cult istantaneo. Parte del credito, ovviamente, va dato a O’Malley e alla sua splendida creatura cartacea, capace di dare vita a un gruppo di personaggi (e situazioni) che perfettamente (meglio di chiunque altro) sa descrivere lo zeitgeist di una generazione cresciuta a pane, videogiochi, fumetti e cartoni animati giapponesi. Una generazione che ha fatto della “nerditudine” uno stile di vita, una schiera di Scott Pilgrim che, nonostante conoscano il giro di basso della colonna sonora di Final Fantasy II, possono fieramente dirsi non sociopatici ma solo diversi, outsiders ma non outcast (reietti, emarginati).

Ma scontato il debito con il fumetto ispiratore, come non lodare il lavoro di Wright? Il cinema del virgulto inglese è puro e potente, scorre in maniera fluente e naturale. In soli tre film, Wright è riuscito a dare forma a un’autorialità limpida e fulgida. Narrazioni dal ritmo sfrenato senza mai essere confuso, comicità dell’assurdo (che, guarda un po’, funziona anche fuori dall’Inghilterra) e della ripetizione (reiterazione), fantasia e inventiva nel riempire il quadro e movimentarlo. La sintassi eclettica e dinamica dell’inglese è potenziata, in Scott Pilgrim, dall’uso giustificato e massiccio della computer graphic. Il risultato è un innovativo ibrido tra fumetto, film e videogioco. Ultimi consigli: procuratevi la colonna sonora (con contributi, fra gli altri, di Beck, Nigel Godrich e Cornelius), leggete il fumetto (pubblicato da Rizzoli Lizard) e andate a vedere il film, perdiana.

Regia: Edgar Wright
Produzione: Edgar Wright, Marc Platt, Eric Gitter, Nira Park
Sceneggiatura: Edgar Wright, Michael Bacall
Basato su: “Scott Pilgrim” di Bryan Lee O’Malley
Cast: Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead, Kieran Culkin, Ellen Wong
Alison Pill, Mark Webber, Johnny Simmons, Anna Kendrick, Brie Larson
Erik Knudsen, Aubrey Plaza, Satya Bhabha, Chris Evans, Brandon Routh
Mae Whitman, Shota Saito, Keita Saito, Jason Schwartzman
Musica: Nigel Godrich
Fotografia: Bill Pope
Montaggio: Jonathan Amos, Paul Machliss
Durata: 112 min
Nazione: Usa