Reporting from the Front: Architettura d’azione

Inaugurata la 15. Biennale di Architettura

Alejandro Aravena Paolo Baratta Biennale Architettura 2016
Paolo Baratta e Alejandro Aravena - Foto Romina Greggio © NonSoloCinema.com

Alejandro Aravena presenta un’architettura d’azione alla 15. Esposizione Internazionale di Architettura. Reporting from the Front, inaugurata in questi giorni a Venezia negli storici spazi dei Giardini e dell’Arsenale, ha già registrato ampio consenso tra il pubblico degli addetti. Premiata la decisione del curatore cileno di trattare temi attuali e scottanti come immigrazione, sovraffollamento, povertà, inquinamento riuscendo a presentare una visione dell’architettura come luogo del fare, materia che riesce a produrre costantemente nuove idee e soprattutto a trasformarle in soluzioni concrete.

Padiglione Repubblica Ceca e Slovacca - Foto Romina Greggio © NonSoloCinema.com
Padiglione Repubblica Ceca e Slovacca – Foto Romina Greggio © NonSoloCinema.com

Per il secondo anno consecutivo la Biennale narra la volontà di artisti e professionisti di reagire agli stimoli del mondo esterno. Con All the World’s Futures Okwui Enwezor ha mostrato al pubblico le diverse realtà che costituiscono il nostro mondo, un luogo in costante conflitto. Aravena prosegue in questa direzione, ma con spirito decisamente più positivo selezionando per questa Biennale dei progetti che non solo invitano alla riflessione sulle criticità attuali, ma propongono anche soluzioni attive.

Foto © Romina Greggio
Foto © Romina Greggio

Non è una Biennale di installazioni spettacolari e per comprendere effettivamente il lavoro svolto dalle equipe di architetti partecipanti bisogna soffermarsi a leggere e approfondire le diverse realtà che stanno alla base dei progetti presenti. Tuttavia il pubblico probabilmente saprà apprezzare il lavoro svolto proprio perché affronta alcuni elementi cruciali della nostra società tenendo conto di tutti i protagonisti di ogni vicenda. Reporting from the Front ospita infatti molti progetti fondati sul dialogo tra architetti e comunità, indicando ancora una volta la partecipazione collettiva come strumento di risoluzione dei problemi sociali.

Detto ciò non bisogna pensare a questa Biennale come a un’esposizione che parla solo di futuro, nella locandina l’archeologa in cima alla scala guarda avanti proprio perché ha la consapevolezza di ciò che sta dietro. In alcuni progetti presenti le soluzioni architettoniche realizzate si basano sulla conoscenza del territorio e della sua storia. Ad esempio una delle prime incredibili installazioni nel Padiglione centrale – ovvero la costruzione in mattoni realizzata dal Gabinete de Arquitectura – rappresenta la capacità di migliorare la qualità di vita di una comunità in Paraguay attraverso la realizzazione di una struttura che contiene in sé antiche conoscenze di diversi materiali.

Foto Giacomo S. Pistolato © NonSoloCinema.com
Gabinete de Arquitectura – Foto Giacomo S. Pistolato © NonSoloCinema.com

Questa Biennale inoltre sorprende perché nonostante la presenza di plastici, mappe e rendering di periferie e centri in tumulto riesce a trasmettere poesia. Pensiamo ad esempio all’opera di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, premiata oggi con la menzione speciale. L’installazione Onore perduto dimostra la concretezza delle sue micro strutture situate all’interno del paesaggio siciliano ma al tempo stesso dona all’osservatore un progetto ricco di sfumature poetiche.

Reporting from the Front registra la vitalità dell’architettura contemporanea. Conoscenza e creatività sono qui al servizio della società, un compito che, come sostiene Aravena, è fondamentale per l’architettura.