SINBAD: LA LEGGENDA DEI SETTE MARI

Nelle sale l'antagonista cinematografico del 'Nemo' disneyano

Il 19 dicembre arriva nelle sale italiane l’ultima fatica cinematografica a cartoni animati della Dreamworks. Costata tre anni di lavorazione, “Sinbad: la leggenda dei sette mari” è il frutto di un cast tecnico da Oscar. È diretto da Tim Johnson, il regista di “Z la formica”, sceneggiato da John Logan, autore de “Il gladiatore” e prodotto da Mireille Soria, “Spirit – Cavallo selvaggio”, e Jeffrey Katzenberg, “Shrek”.

Il film deve molto alla mitologia greca: la storia, infatti, si ispira al mito di Damone e Pizia, due amici disposti a sacrificare la vita l’uno per l’altro. La leggenda di Sinbad è arricchita con diversi elementi mitologici, azione e sentimenti, ma il tema centrale è quello appunto dell’amicizia.
Sinbad, il più temerario e famoso marinaio che abbia mai solcato i sette mari, ha passato tutta la vita in cerca di guai e finalmente viene accontentato. Eris, la dea della discordia, architetta un piano per rubare alla città di Siracusa il Libro della Pace, uno dei tesori più grandi del mondo, la cui chiusura porterebbe nel grigio totale della ‘guerra’ la città e l’intero mondo conosciuto.

Sinbad, viene ingiustamente accusato del misfatto e condannato a morte. Ma l’amico d’infanzia ritrovato, Proteo, figlio del Re di Siracusa, si fa garante, a rischio della propria vita, dell’innocenza dell’amico pirata. Viene data allora a Sinbad, in cambio della sua libertà, la possibilità di recuperare il prezioso oggetto, impedendo così la morte del suo migliore amico. Il nostro eroe, pieno di difetti e con un animo non tanto nobile, decide di infischiarsene e fa rotta verso le isole Fiji in cerca di sole e di divertimento. Ma i suoi piani non vanno nel modo giusto: Marina, la bella fidanzata di Proteo di cui un tempo Sinbad era innamorato, si imbarca clandestinamente sulla nave per assicurarsi che la missione sia portata a termine, affinché la vita del promesso sposo non sia sacrificata.

Per l’eroe dei sette mari inizia un periodo quanto mai difficile: Eris, la dea del caos, lo prende di mira e, rivelandosi perfettamente all’altezza della sua cattiva fama, scatena la furia degli elementi e gli aizza contro creature mostruose. Prima è il turno della costellazione del Drago, poi tocca a Rok, l’uccello delle nevi, che regala al pubblico una delle sequenze più movimentate del film. Affascinanti poi faranno la loro comparsa le sirene, le creature più pericolose che l’equipaggio della Chimera dovrà affrontare.
Per tutte queste creature si è fatto ricorso alle tecniche più avanzate dell’animazione digitale. Il regista ci spiega: “Le sirene sono mostri mitologici che ammaliano i marinai con il loro soave canto, provocandone il naufragio e la morte. Volevamo che le sirene del film apparissero come esseri incorporei originati dall’acqua. Abbiamo realizzato numerosi esperimenti per trasformare figure femminili animate in quelle che potremmo definire fontane viventi. Quando emergono dal mare, le sirene prorompono come un’onda, fluttuano nell’aria e si frammentano in milioni di gocce che fanno scivolare i marinai giù dal ponte”. Per simulare le movenze leggiadre delle sirene, gli esperti di animazione digitale hanno creato, con l’ausilio del Particle System, i fluttuanti panneggi che danno a queste creature l’apparenza di esseri interamente composti di acqua.

Anche Eris è un capolavoro d’animazione: non rappresenta solo il top dell’animazione realizzata manualmente, ma mostra anche il livello di perfezione raggiunto nell’integrazione di animazione tradizionale (2D) e animazione computerizzata (3D). Eris ha un aspetto evanescente, fluttua costantemente nello spazio e a differenza dei comuni mortali non poggia mai le gambe a terra. Per ottenere quest’immagine eterea, si è proceduto ad animare il volto, il corpo e i capelli della dea in modo tradizionale, mentre le nuvole di fumo attraverso cui si materializza il resto del corpo sono state realizzate in digitale.
Reduci dalla vittoriosa battaglia contro le sirene, Sinbad e Marina non riescono a trovare pace neanche su quella che a prima vista sembra una meravigliosa isoletta tropicale. L’atollo è in realtà un pesce talmente enorme da far impallidire anche la più gigantesca delle balene. Durante un’emozionante sequenza di fuga, il pesce-isola finisce col prendere a rimorchio la nave Chimera, trascinando l’equipaggio in una corsa selvaggia che metterebbe a dura prova anche il marinaio più esperto. Sinbad riesce infine ad arrivare a Tartaro, sede della dea che conserva il Libro, ma qualcosa andrà storto…
La storia di questo film trascende le fasce di età, come ultimamente fanno i film d’animazione. Brad Pitt, che nella versione americana doppia il personaggio principale, ha una sua personale idea: “Trovo che questo film sia estremamente divertente. All’inizio mi pareva adatto ai miei nipotini, ma ora mi accorgo che può apprezzarlo anche un adulto. I realizzatori volevano fare un film in cui ciascuno potesse ritrovarsi, e credo che in questo senso abbiano centrato l’obiettivo. Capita spesso che i genitori vedano più volte uno stesso film insieme ai figli ed è bello che possano divertirsi anche loro”.
John Logan, lo sceneggiatore, in una sua intervista ci fa rilettere su come la pellicola tocchi argomenti abbastanza adulti per il pubblico, prettamente infantile, che assisterà allo spettacolo nelle sale: “In tutti i vecchi film e le storie di Sinbad, l’elemento rocambolesco è quello che emerge con più forza. Ovviamente anche noi abbiamo cercato di mettere l’accento sul piacere legato all’avventura. Quello che però mi ha colto di sorpresa è l’aspetto adulto di questo Sinbad, che pur avendo tutta la spumeggiante vivacità di un film di animazione, racconta fondamentalmente la storia di un uomo che riscopre la sua parte migliore. Attraverso le sue avventure, Sinbad impara che esistono cose alle quali non ci si può sottrarre. Quando è in ballo un amore o una grande amicizia, siamo costretti a metterci in gioco. È un insegnamento di cui fare tesoro”.
In questo film, che scorre veloce e piacevole, ci sono tutti gli ingredienti di un buon lavoro d’animazione, che esalterà i bambini, e che forse li farà sentire un po’ più adulti. Al contrario, gli adulti si renderanno conto che nella “semplicità” di un cartone animato si nascondono i dubbi, le incertezze, e forse le risposte ad una vita che alcune volte conviene guardare da un punto di vista più infantile.

Distribuzione: Uip
Produzione: Dreamworks
Titolo originale: Sinbad – Legend of the seven seas
Durata: 88′
Regia: Tim Johnson, Patrick Gilmore
Genere: Animazione

CONDIVIDI
Articolo precedenteGIOVANI E JAZZ
Prossimo articoloHARDGROOVE