GIOVANI E JAZZ

In momenti di crisi come questo, sia per quanto riguarda l’industria discografica sia la creatività degli artisti, sembra scontato che l’interesse verso il jazz, genere non certo tra i più adatti al largo consumo, sia molto basso, soprattutto nei giovani.

Le cose non stanno proprio così, o meglio, la questione è più complessa di quanto non si creda. Centomila sono state le presenze registrate ai concerti di Veneto Jazz, terminato il 24 agosto, nell’ambito di quell’ EuroMeet Jazz Festival che è patrocinato e sostenuto dall’Assessorato alla Cultura e Identità Venete della Regione Veneto. Interesse, appunto. Molte sono le manifestazioni nate in tutta la regione e già alcune godono di certo prestigio, tanto che Vicenza Jazz, per inaugurare l’edizione 2003 (dal 13 al 24 maggio), ha scelto personaggi del calibro di Pat Metheny e Charlie Haden: tutto esaurito già in prevendita.
Nomi di spicco anche per Verona Jazz: Chick Corea Electric Band, gruppo di stelle di caratura internazionale, e Diana Krall, cantante vincitrice di moltissimi premi; lo stesso vale per Marostica Jazz: Trilok Gurtu, strepitoso percussionista indiano e Maceo Parker, sassofonista pioniere del funky, per anni spalla di James Brown.
Attorno alla musica, poi, si moltiplicano le iniziative parallele: offerte didattiche, il Summer Jazz Workshop a Bassano del Grappa, il Diesel Master Clinics a Marostica; mostre, proiezioni cinematografiche e perfino incontri eno-gastronomici a tema.
Dove stanno i giovani in tutto questo brulicante mondo? Lo chiediamo ai Fr3eViJazz, quartetto di giovani vicentini di età compresa fra i 17 e 20 anni, che ha già all’attivo un buon numero di concerti nei locali della provincia e ottimi piazzamenti a vari concorsi per studenti.
Come mai avete scelto questo genere?
“Dopo due anni di musica classica al conservatorio,” ricorda Samuele Vivian, chitarrista “ho sentito il bisogno di rompere un po’ alcuni schemi che si ripetevano e di sperimentare qualcosa di nuovo; se non che mi sono imbattuto in un personaggio dal capello pazzo, un certo Alberto Lovison, che mi ha chiesto di partecipare a questo progetto.” Alberto, vibrafonista, prosegue: “La musica definita jazz è la più istintiva che possiamo reperire nel mondo attuale; le sue caratteristiche improvvisative e, nello stesso tempo, armonicamente evolute, la rendono una musica malleabile e contemporaneamente di livello superiore a qualsiasi altro genere di musica improvvisativa. L’ho scelta per una sfida con me stesso, diciamo che coincide con una vasta fetta della mia personalità.”
Qual è l’approccio al jazz dei ragazzi della vostra età?
“In relazione alla realtà della nostra zona,” dice Stefano Tozzo, bassista “diciamo che sta man mano prendendo piede forse un orecchio più attento anche alla musica più sofisticata e complessa quale è il jazz. Quindi sta iniziando a piacere, però a chi è disposto a dare un’ attenzione maggiore rispetto alle solite musiche.” Puntualizza Marco Girardello, batterista: “Intanto qui nel Veneto è poco conosciuto, non è considerato dai giovani perché comunque viene affrontato poco come tema, anche nelle scuole o nei locali: non ci sono molti locali dove ultimamente si sente suonare jazz, quindi è difficile conoscerlo e capirlo, essendo una musica difficile. Vedendo solo i miei amici, hanno un’idea molto vaga di cos’è il jazz; anch’io ho cominciato a capirlo quando ho cominciato ad ascoltarlo di più, a stare più attento e, quindi, anche a suonarlo. Comunque sono ottimista: secondo me, piano piano avrà il suo riscontro, dopo momenti di calo ci sarà nuova attenzione e, spero, più spazio.”
Di spazio sembra essercene, come ci sono le iniziative e le possibilità economiche per finanziarle: speriamo ci sia anche l’adeguata attenzione verso questo mondo.