Secondo film di una minacciosa trilogia, Diabolik. Ginko all’Attacco scritto dai due registi (Antonio e Marco Manetti) con Michelangelo La Neve, vede un cambio di protagonista, da Luca Marinelli (per impegni lavorativi già presi) a Giacomo Gianniotti (il dr Andrew DeLuca della serie tv Grey’s Anatomy) e l’ingresso di Monica Bellucci (nel ruolo di Altea, grande amore di Ginko).

Un piano perfetto e ghiotto per Diabolik ed Eva Kant fila fin troppo alla perfezione per la coppia di ladri.
In realtà, dietro si nasconde una trappola messa a punto dall’ispettore Ginko. Il poliziotto, che ha fatto della cattura di Diabolik la sua missione di servizio, non sa che ha innescano una bomba ben più pericolosa.

Braccati, il Re del Terrore e la sua amata Eva si separano; e lei tradita, decide di vendicarsi, proponendo all’ispettore di collaborare alla cattura di Diabolik. Nel frattempo a movimentare la vita di Ginko, arriva a Clerville Altea, duchessa di Vallenberg, con cui ha una appassionata relazione clandestina.

Il fumetto Diabolik esce per la prima volta in edicola nel 1962 ad opera delle uniche e incredibili sorelle Angela e Luciana Giussani. Da allora sono usciti più di 900 numeri. 900 numeri vogliono dire 900 storie, 900 o più colpi (spesso in uno stesso albo Diabolik ed Eva riescono a portare via più bottini), più di 1000 trucchi diabolici e tantissimi personaggi.

Il primo tentativo dei Manetti di portare sul grande schermo il Re del Terrore è stato un buon successo al botteghino (più di due milioni e mezzo di incasso, chapeau!) nonostante una critica, compresa la nostra, non entusiasta.
Per quanto ci riguarda, ben venga se questo secondo film aiuterà i cinema ad aumentare l’attivo, sappiamo quanto ce ne sia bisogno!

Non possiamo notare comunque quanto il risultato in questo film non è tanto noioso come il primo, quanto ridicolo.
Dalle troppo buie scene in notturna, a una partitura musicale che spesso sovrasta i dialoghi (nel senso che alcune battute ci sono proprio sfuggite), da una Monica Bellucci (cui noi vogliamo bene) talmente enfatica da sfiorare il comico involontario, a scene di azione che, di nuovo anche qui, funzionano sulla carta, ma non sullo schermo, abbiamo riso spesso anche se certamente questa non era l’intenzione della produzione.

Esasperato nella recitazione ed esasperante per noi, è un film impacciato che manca di tensione e sagacia.