Come annunciato ormai da tempo, si avvia questa sera la stagione di musica da camera della storica Società Veneziana di Concerti nella rinnovata sede della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista. L’adrenalitica attesa del concerto d’apertura nasconde solo in parte i segni di una lunga diatriba che la scorsa estate ha riempito le testate locali e che ha spinto la SVC ad annunciare la rottura con il Teatro La Fenice a seguito della presentazione di una richiesta di sfratto anticipato rispetto agli accordi originali.
Niente di cui stupirsi se si presta attenzione alla linea che il teatro sta percorrendo da qualche tempo a questa parte, tutta tesa a una sintetica centralizzazione delle numerose attività promosse e che ora vengono gestite sempre più in piena autonomia e autosufficienza.
Così, a pochi mesi dalla notizia, La Fenice annuncia un nuovo cartellone di musica da camera, dall’aspetto molto più accattivante a cominciare dal nome, Musikàmera Venezia, da contrapporre a quello della Società Veneziana di Concerti. Benché il repertorio cameristico permetta di giocare su infinite possibilità combinatorie, visto lo sterminato bacino dal quale è possibile attingere, le due istituzioni rimangono ancorate alla musica romantica affidando l’esecuzione ai più autorevoli interpreti del momento. Se la ritrovata sede presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista ha permesso ai concerti di SVC di ripensare a una programmazione in linea con la più intima dimensione propria del repertorio cameristico (la sala permette un massimo di 300 posti a sedere) in nome di una piena esaltazione dell’arte dell’arco, ovvero lungo le corde che stringono gli otto appuntamenti nel segno del grande repertorio quartettistico, Musikàmera mantiene il format del concerto da gran teatro aperto alle formazioni più diverse, dal duo all’ottetto, presentate in un’anteprima aperta al pubblico e sostenuta dall’esecuzione a staffetta di giovani e promettenti studenti del Conservatorio e dall’Orchestra L.O.V., Laboratorio Orchestra Venezia.
Pur non volendo metter a confronto l’attività delle due istituzioni, benché ora concorrenti a pieno titolo, giunge spontaneo avvertire il rischio di una collisione tra le due stagioni lungo il percorso tracciato da scelte artistiche a quanto pare non del tutto indipendenti e autonome tra loro. E’ questo il caso del Quartetto di Ravel eseguito sia dal Quartour Modigliani per SVC che dal Quartetto Lyskamm per Musikàmera, o il Quartetto in sol maggiore kv 387 di Mozart proposto sia dal Quarteto Casals che dal Quartet Gerhard. Saltano all’occhio inoltre i concerti di alcune formazioni ora programmate alla Fenice ma già ospitate da istituzioni venete come il Duo Marzadori-Laneri ascoltati recentemente al Toniolo di Mestre o il Quartetto Lyskamm conosciuto in un doppio appuntamento appena lo scorso dicembre sul palco degli Amici della Musica di Padova.
Il piacere di far musica insieme potrebbe dunque venire a scontrarsi con la realtà di una città che continua inesorabilmente a svuotarsi dei propri abitanti e con il gusto di un turista sempre più interessato ai grandi titoli del melodramma italiano, quando va bene, se non alle pericolose trappole celate dietro il nome di Vivaldi.
Ricorderanno bene gli abbonati della precedente stagione, della comodità di sedersi al centro di qualche posto vuoto laddove nemmeno il lustro dell’istituzione musicale più autorevole della città riusciva sempre ad attrarre il grande pubblico ai concerti di musica da camera. Ora che la sfida si è intensificata, le armi sembrano esser state dimezzate se non spartite alla meno peggio tra le parti, alla conquista di un pubblico ancor più spaesato che troverà la via probabilmente in alcuni dei grandi recital pianistici, nell’integrale beethoveniana del Trio di Parma o ancora nell’annunciato scoppiettio conclusivo ad opera dei King’s Singer.