“Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson

Una storia da raccontare e da far vedere

Bif&st 2014
Situato in cima alle montagne dell’Europa Orientale, nel paese di Zubrowka, si erge una fatiscente costruzione, un albergo decadente, che un tempo fu la lussuosa meta termale di facoltosi europei: il Grand Budapest Hotel.

Passato attraverso le dittature del XX Secolo, quello che resta degli antichi splendori di un Hotel dall’architettura fiabesca con sfumature sul rosa e dagli interni di romanzo d’appendice dell’Ottocento, resta poco, clienti compresi.
Ma uno di loro, un giovane scrittore (Jude Law) manifesta una certa curiosità su quel luogo. Sarà Mr. Moustafa (F. Murray Abraham) a raccontargli la sua storia e di come, da semplice fattorino, è diventato il proprietario del Gran Budapest Hotel.

Assunto dall’esigente concierge, nonché poetico casanova, Monsieur Gustave (Ralph Fiennes), il giovane Zero Moustafa (Tony Revolori), scappato dalla guerra del Nord Africa, impara da subito l’arte dello zelante fattorino.
Monsieur Gustave assolve con precisione anche il compito di mentore, insegnando a Zero i segreti del suo successo, soprattutto tra le clienti.
_ Una di queste, particolarmente affezionata a Gustave, è l’ottantenne Madame D (Tilda Swinton); ed è a seguito della sua misteriosa morte, che iniziano i guai per Gustave.
L’anziana donna, nei suoi vari testamenti, lascia all’amato Gustave un preziosissimo quadro. Ma i suoi famigliari, il nazista Dmitri (Adrien Brody) e il malvagio Jopling (Willem Dafoe) in testa, non intendono farsi derubare da quel concierge.

Ma sono tempi folli. Scoppia la guerra e i confini vengono segnati dai carri armati. Gustave viene arrestato per l’omicidio di Madame D.
_ Sarà la sua indole socievole e allo stesso tempo stravagante, insieme a un essenziale aiuto dall’esterno, quello di Zero e della sua fidanzata, la coraggiosa pasticciera Agatha (Saoirse Ronan), a permettere a Monsieur Gustave di evadere dal carcere di massima sicurezza e intraprendere un’avventura pericolosa, per provare la sua innocenza.

Senza tradire il suo stile incredibile, che lo ha portato, attraverso una sensibilità pittorica, a descrivere mondi vecchio stile circoscritti in un universo superbamente dettagliato, per il suo ottavo film Wes Anderson si ispira alle commedie degli anni ’30, il carisma di Lubitsch echeggia in lungo e in largo, e le storie e memorie dello scrittore viennese Stefan Zweig.
_ Il lento morire del Grand Budapest Hotel è il raffinato pretesto narrativo utilizzato da Anderson per rievocare, senza mai perdere il senso di un umorismo nero, il decadimento che la violenza delle dittature ha lasciato, sgretolando la magia di luoghi, culle di bellezza.

Grazie al lavoro meticoloso, gargiante e inventivo dello scenografo Adam Stockhausen, della costumista Milena Canonero e del direttore della fotografia Robert Yeoman, e a un cast che ha donato performance brillanti adorabilmente sopra le righe, The Grand Budapest Hotel sprigiona un’irresistibile energia dalla spietata tenerezza e dal ritmo esilarante.

Titolo originale: The Grand Budapest Hotel
Nazione: Germania, U.S.A.
Anno: 2014
Genere: Commedia, Drammatica
Durata: 100′
Regia: Wes Anderson
Cast: Tony Revolori, Saoirse Ronan, Tilda Swinton, Léa Seydoux, Ralph Fiennes, Bill Murray, Edward Norton, Jude Law, Owen Wilson, Mathieu Amalric, Adrien Brody, Willem Dafoe, Jason Schwartzman, Tom Wilkinson, Jeff Goldblum, Harvey Keitel
Produzione: Scott Rudin Productions, Indian Paintbrush, Studio Babelsberg, American Empirical Pictures
Distribuzione: Twentieth Century Fox
Data di uscita: 10 Aprile 2014 (cinema)
Berlino 2014