Intervista alla Prima Ballerina della Scala Sabrina Brazzo

In scena a Bologna con "Amarcord"

È la Prima Ballerina del Teatro alla Scala di Milano e davvero potrebbe fare tutto ciò che vuole. Ma lei non ha paura di mettersi in gioco, così eccola esibirsi in una nuova sfida, appassionante e di alto livello culturale oltre che artistico.
NonSoloCinema intervista la Prima Ballerina del Teatro alla Scala di Milano Sabrina Brazzo in occasione della tappa bolognese di “Amarcord”

Stiamo parlando di “Amarcord”, balletto liberamente ispirato all’omonimo film felliniano che noi tutti conosciamo. In scena martedì 29 gennaio alle 21.00 al Teatro Duse di Bologna e poi in altre città d’Italia, lo spettacolo è presentato da Daniele Cipriani Entertainment e da DANZITALIA (Italian Touring Dance Company). Accanto alla Prima Ballerina della Scala Sabrina Brazzo troveremo Nicolò Noto e altri interpreti, tutti diretti dal coreografo e regista Luciano Cannito.

Il balletto è stato allestito in occasione del 40° anniversario di “Amarcord” (1973) e del 20° anniversario della scomparsa di Federico Fellini (1993). Luciano Cannito ha rielaborato così una versione coreografica espressamente rivisitata per la Compagnia Danzitalia, in cui tuttavia non viene meno il divertente e melanconico affresco dell’Italia fra le due guerre, dove il Fascismo e la Chiesa esercitavano ancora il loro potere, influenzandone la cultura e il costume.

Per l’occasione NonSoloCinema ha intervistato la Prima Ballerina della Scala Sabrina Brazzo.

NSC: In questo balletto ti confronti con un pilastro del cinema italiano e con un regista che ha fatto la storia dell’Italia. Qual è il tuo rapporto con l’arte di Federico Fellini?

“Ho avuto la grande fortuna di incontrare di persona Federico Fellini e Giulietta Masina: ero ancora giovanissima, ma sono ugualmente riuscita a captare la densità artistica che entrambi emanavano. I film di Fellini li ho visti quasi tutti, ma “Amarcord” e “La strada” sono i miei preferiti: capolavori indimenticabili”.

NSC: Quali sono state le maggiori difficoltà nell’interpretare questo balletto? Come ti sei preparata?

“Gradisca è un personaggio particolare: non mi rispecchia per niente, ma proprio per questo motivo alla fine è diventato uno dei miei ruoli preferiti. La difficoltà più grande per me è stata quella di essere credibile come attrice, pur essendo molto impegnata tecnicamente con la danza. Nello specifico, mi sono preparata ascoltando tantissimo il regista e coreografo Luciano Cannito, il quale con grande entusiasmo e pazienza mi ha fatto vivere i principali momenti del film, con tutte le sfumature che solo un ottimo racconta-storie come Cannito sa fare”.

NSC: Nell’ultimo anno sono usciti diversi spettacoli ispirati agli anni Trenta: come mai secondo te questo periodo della storia d’Italia affascina così tanto? C’è un vero e proprio ritorno di moda o sguardo nostalgico nei confronti di quell’epoca?

“Stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti, ma non penso che ci sia un motivo particolare che faccia tornare di moda queste epoche. È però importante ricordare la straordinaria storia italiana”.

NSC: Quali sono stati i momenti più importanti ed emozionanti della tua carriera, che hanno determinato una svolta nella tua vita professionale ed anche nella tua crescita come persona?

“È una domanda che richiede una risposta molto lunga, quindi parlerò solo dell’ultimo grande impegno che ho avuto e che mi ha cambiato proprio il modo di vivere la danza. Sono stata scelta per interpretare il ruolo di Albachiara nella produzione del Teatro alla Scala “L’altra metà del cielo”, con le coreografie di Martha Clarke e la drammaturgia e i testi di Vasco Rossi. Per me è stata una grande prova di maturità teatrale e i diciotto minuti di applausi al termine della prima mi resteranno nel cuore per tutta la vita”.

Info:
www.teatrodusebologna.it
www.chiaragiacobelli.com

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Chiara Giacobelli è una scrittrice e giornalista nata nel 1983. Si è laureata a pieni voti in Scienze della Comunicazione e poi Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. E' iscritta all'Ordine dei Giornalisti dal 2006 e ha pubblicato undici libri, tra cui il pluri-premiato saggio biografico "Furio Scarpelli. Il cinema viene dopo" realizzato insieme ad Alessio Accardo di Sky Cinema e al critico Federico Govoni. Nel 2016 è uscito il suo romanzo d'esordio "Un disastro chiamato amore" edito da Leggereditore del gruppo Fanucci. Come giornalista collabora anche con il gruppo Cairo Editore (Bell'Italia e In Viaggio), Affari Italiani, Luxgallery, oltre a tenere un blog culturale sull'Huffington Post. Il suo sito è www.chiaragiacobelli.com, oppure potete seguirla tramite Facebook, LinkedIn e Twitter.