LA FAVOLA DI W.S. 1984

LA FAVOLA-MENZOGNA CHE CI RACCONTA IL POTERE

Uno spettacolo tratto da 1984 di Orwell all’Argot Studio di Roma

Si fa buio in scena e, di colpo, alcuni libri impolverati cadono, dall’alto, sul pavimento del piccolo palcoscenico .Subito dopo , lentamente ,un uomo seminudo entra, trascinando un vecchio teatrino di marionette
e piangendo disperatamente.

Mentre alcuni filmati di tanto tempo fa vengono proiettati sul fondale, due uomini e una donna pronunciano parole che non riusciamo a captare ma si intuisce che parlano di qualcosa che si situa tra il mondo dei sogni e quello dei ricordi.
Cattura subito, con queste iniziali emozionanti immagini, lo spettacolo di Francesco Giuffrè, tratto da 1984 di Orwell.

Il giovane regista, come nelle precedenti prove, ( un interessante OTELLO e altri spettacoli tratti da testi letterari, tra cui un bellissimo DELITTO E CASTIGO ) conferma di avere un particolare talento nel saper affrontare semplicemente e con piccole illuminanti intuizioni
testi che sulla carta si immaginerebbe necessitino di palcoscenici piu grandi e di maggiori mezzi.
Qui l’idea più affascinante è quella del parallelismo tra la storia del Mago di Oz, in cui com’è noto, nel finale si svelerà il trucco e il mago non farà piu paura, e il processo di smascheramento del potere da parte di Winston protagonista di 1984 che pero’ non avrà una soluzione altrettanto liberatoria.

E’impensabile pensare di rappresentare tutte le facce di un
capolavoro ma questo giovane regista riesce spesso a trasmetterne l’essenza, risolvendoli nel piccolo spazio di un teatro off ( nella fattispecie l’Argot di Roma ) con pochi ma espressivi tratti, qualche oggetto, un suggestivo.gioco di luci e penombre, un evocativo ma non invadente uso.delle musiche, e una sensibilità febbrile.che sa entrare in empatia col pubblico , grazie anche a un eccellente lavoro con i suoi ottimi attori.

Se proprio si dovesse trovare una pecca in questo nuovo lavoro , è forse un leggero dislivello tra l’ intensità delle soluzioni adottate per la parte relativa alla storia d’amore di Giulia e Winston e quella piu’ opaca dei momenti agghiaccianti, dove dovrebbe prevalere
l’angoscia e la terribilità… Ecco, nelle scene della tremenda stanza 101 delle torture, avremmo voluto un brivido in piu’,se non un pugno nello stomaco, ma probabilmente è stata una scelta precisa quella di privilegiare gli aspetti lirici evidenziando il tema, altrettanto spaventoso, dell’annientamento della memoria.

LA FAVOLA DI W.S. 1984
Tratto liberamente da 1984 di G. Orwell
regia Francesco Giuffrè – con Giovanni Carta, Massimiliano Mecca, Camilla Grassi, Marta Nuti
durata: 90 minuti circa
Roma, Argot Studio